Ultima con la Spal, la Sampdoria ha provato a giochicchiare ma non appena l’Inter l’ha messa là , come si dice in gergo, al popolo pagante non rimaneva che attendere la scintilla, l’episodio. Un tiro di Sensi carambolato su Sanchez, poi Sanchez imbeccato da Sensi. Ciao Pep, si dice a Milano. Il primo gol mi ha ricordato la sponda involontaria di Inzaghi sulla punizione di Pirlo ad Atene, nella finale-rivincita di Champions 2007, Milan-Liverpool 2-1. Una spallata del destino.
Il governo Conte tiene, e come. Sei partite, sei vittorie: e la miseria di due gol al passivo. Se con la Lazio servì il miglior Handanovic, a Marassi ci ha pensato l’orchestra, Brozovic e Sensi in testa. E così al faccia a faccia del 6 ottobre l’Inter arriva a punteggio pieno (18) e la Juventus a meno due. Allacciatevi le cinture. Sarà la Champions a introdurre l’ordalia: la Juventus martedì con il Bayer Lervkusen, l’Inter mercoledì a Barcellona contro non si sa bene chi, se Messi o una delle sue ombre.
C’era una volta la Sampdoria. Di Francesco non può fare miracoli (e Quagliarella sempre 26 gol a stagione). Il braccio di ferro tra Ferrero e Vialli, con in palio la proprietà del club, continua ad aggirarsi sulla rosa come un avvoltoio. Non deve essere un alibi, ma non può neppure essere il migliore dei mondi possibili.
Conte, lui, è ricorso a un modico turnover. Un tuffo sciocco e palese, con relativa espulsione per cumulo, costringerà Sanchez a saltare Madama: immagino l’arrabbiatura dell’allenatore. Se la Juventus, per liquidare la pratica, ha impiegato 40 minuti, la capolista si è sbrigata in una ventina. Dopodiché, a Genova come allo Stadium, dominio assoluto. E nemmeno in inferiorità numerica sofferenze clamorose, visto come il guizzo di Gagliardini, su assist di Brozo, ha spento in fretta il falò di Jankto.
Spal, Sampdoria: materassi, d’accordo. Ma sopra nessuno russava.
Mah, io continuo a pensare che Piatek sia un buon centravanti (sebbene adatto probabilmente solo ad uno specifico tipo di gioco) capitato in un bordello tecnico e societario non da poco.
Mah il Milan quest’anno ha fatto un bel downgrade secondo me, e non solo con l’allenatore.
Piatek è stato etichettato come superman troppo in fretta. Chiunque può avere il suo momento d’oro, poi passa. Il resto della squadra è da metà classifica.
Purtroppo il calcio italiano ha bisogno di un milan forte e ben visibile a livello Internazionale così come dell’altra squadra di Milano. Solo in questo modo il valore complessivo della serie A, all’estero aumenterà e a beneficiarne di più saranno sempre queste tre squadre che hanno un brand riconoscibile in tutto il mondo.
Da sola la Juve non ce la può fare a raggiungere i fatturati delle squadre di premier.
Il Milan per un po’ dovrebbe compattare la squadra, giocare come una provinciale che deve salvarsi. Giampaolo, si capisce anche dalle dichiarazioni, ha la legittima ambizione di far giocare il Milan da Milan, ma gli interpreti sono ben lontani.
Questo è proprio un Mila e basta,ma non per colpa di Giampaolo!Colpe enormi sono dei dirigenti che non hanno tenuto Ringhio!!
Infatti, Alex, ho premesso che la squadra e la Società (…) son quelle che sono, ma lui, secondo me, è proprio inadeguatissimo. Non dispiace nemmeno a me vederli cosi, comunque. Con tutti i magheggi finanziari che han fatto devono genuflettersi se esistono ancora…forse questa è solo la giusta conseguenza…spariranno sul campo, laddove non sono arrivati i controlli.
Mi domando chi avrebbe la caratura per risollevare un simile sfacelo.
Suso chalanoglu bennacer krunic paqueta solo x citarne quattro a caso…tutti cccampisti.
Calabria Hernandez Musacchio.lo stesso piatek che e’un mulo che non ti fa un movimento giusto manco per sbaglio.
Bellissimo vederli così comunque.
Giampaolo, secondo me, ha accettato un incarico troppo più grande di lui. La squadra e la Società sono quelle che sono e lui non ha la caratura per risollevarla.
Chiesa in premier giocherebbe tre partite in stagione, Carabao Cup compresa. Alla larga.
Chiesa è un cretino e ha mostrato tutto il suo essere calcisticamente un bambino viziato nell’azione del rigore calciato malissimo e nell’azione successiva.