In un Olimpico da notti magiche, la Nazionale in verde (ma non al verde) liquida gli avanzi della Grecia e si qualifica in bellezza – prima, sette vittorie su sette, tre turni di anticipo – per la fase finale dell’Europeo. Non è stata un’impresa: è stato un lavoro ben fatto, al netto di avversari che potranno drogare le pance delle edicole, non certo i piani di Mancini. Al ct va dato atto di aver restituito gioco ed entusiasmo. Poi, è chiaro, sono i singoli che vanno in campo e lì la musica cambia o non cambia in base al talento e allo spirito. Il talento non è più quello della generazione dorata, lo spirito sì.
Non una gran partita, non una grande Italia. Il catenaccio ellenico ha riproposto, lontano dal pathos del mito, l’assedio delle Termopili, con nessun Leonida fra i pretoriani di Van’t Schip e nessun Serse fra i persiani d’Italia. Non solo: in un paio di contropiede, e su un angolo, abbiamo addirittura rischiato. E nel primo caso, bravo Donnarumma.
Storici sono i numeri, non (ancora) il resto. Per un tempo, si è girato attorno alle trincee, un po’ assalitori e un po’ turisti, con il dribbling timido di Spinazzola unico grimaldello. Meglio, senza però esagerare, la ripresa, quando la stoffa individuale ha scavato la differenza. Penso all’azione Verratti-Insigne che ha propiziato il rigore di Jorginho (braccio, netto, di Bouchalakis al d là di ogni mani-comio); penso a Bernardeschi, al raddoppio carambolato (su Giannoulis), a un bel lancio per Insigne e a un contributo che, nel viscerale braccio di ferro tra quantità e qualità , ha permesso di assorbire l’infortunio di Chiesa senza ambigui processi alle intenzioni.
In Europa, non ci sono più squadre in fuga di chilometri. Ce ne possono essere di migliori, certo, ma che il futuro abbia il fascino del punto interrogativo e non più l’angoscia del buco nero, è già qualcosa.
https://m.youtube.com/watch?v=trXisj999R8&fbclid=IwAR1RA7yQMikXFTFSRymbsdOXphwNVPMZlSRJNgVB3SkA-5-09RyhVeIpvsU&feature=youtu.be
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Riflessioni interessanti ed intelligenti, ponderate, moderate (nel senso di “soppesate”)Quando il tifo juventino da il meglio di se mi inorgoglisco.
Verratti oramai l’e un jugadur.
Noi,dovessimo arrivare a Istambul,saremo attaccati:non dovete giocare perché la Turchia non rispetta i diritti umani!Non voglio neppure immaginare se dovessimo vincere ad Istambul….lascio voi ad immaginare!
Ma cu minchia è grifo?
Alla Rai fanno la selezione al contrario.
Stefano Bizzotto compare sempre meno, sto cialtronazzo di avariale sempre in mezzo agli zebedei. E più dice cazzate più lo promuovono.
Scorrono i titoli prima della partita della figciese. E compare l’enigmatico titolo:
” Supervisione giornalistica (sic): Enrico Avarriale”…
Adesso super vede pure, questo…
Il St Pauli, squadra tedesca, ha licenziato il turco Sahin per l’endorsement militare.
Il boicottaggio delle Olimpiadi di Mosca, poi contraccambiato nella edizione successiva negli USA, fu una delle più grosse cazzate della presidenza Carter.
Ah ricordo benissimo Mihajlovic inneggiare alla tigre Arkan. Poi in una intervista ha chiarito le sue origini, quello che non sapeva e la cultura che lo aveva cresciuto. I balilla del 1938 erano convintamente e comprensibilmente convinti della bontà del fascismo, erano cresciuti imbevuti di quella ideologia. Un po’ come i sessantottini…..però siamo nel 2019, in Italia, ed oggi un regime che mette in prigione giornalisti e professori dissidenti, non può essere “elogiato”. Chi lo intende appoggiare se ne tomi in Turchia. Ma mi auguro che la Juve sappia ben gestire.
Esternarono contro l’invasione russa in afghanistan….. vedete un pò voi…..