Prima di tutto e di tutti, Sinisa Mihajlovic. In panchina per la quarta volta, nonostante tutto e contro tutto. Un esempio per coloro che soffrono, una speranza per i soldati Ryan che non hanno la sua visibilità . Poi la partita. Che la Juventus ha dominato senza chiudere. E così, quando Orsolini si è tirato addosso a tu per tu con il portiere; De Ligt è incorso in un caso di mani-comio che Irrati in campo e Fabbri al Var hanno prosciolto per insufficienza di prove (visto l’aria che tira, non mi sarei meravigliato del contrario); Santander ha colpito la traversa e costretto la «riserva» Buffon a una paratona; quando è successo tutto questo, il risultato, bugiardo, era «solo» di 2-1.
E’ stato un Sarri, nervoso, di lotta e di governo, in vantaggio sul destro di Cristiano (complice Skorupski, poi provvidenziale), raggiunto dal destro di Danilo e, alla ripresa, di nuovo avanti con il destro di Pjanic, al culmine di un flipper gialappesco. Pjanic, già 3 gol e un loggione non sempre generoso. Lo disturbava Soriano, è riuscito comunque a fornire e rifornire.
La differenza che continuo a cogliere non è tanto nello sbloccare il risultato. Capitava spesso anche con Allegri. E’ stato dopo il 2-1. Pressing alto, azioni avvolgenti e non più lente, Higuain rifinitore e tiratore, Cristiano gregario e leader, Bernardeschi meno lontano dalla sua Itaca, Alex Sandro chirurgico e Cuadrado casinista, Rabiot alla ricerca degli schemi perduti. Venti minuti di dominio assoluto. E solo quel calo lì, agli sgoccioli, che Santander, subentrato dalla panchina per offrire un riferimento all’immortale Palacio (37 anni), stava per punire.
Sesta vittoria di misura su sette. Cosa significa? Significa che non sempre Madama traduce la massa di azioni che produce e la difesa (già 7 reti) non offre le garanzie d’antan. Anche per questo, sarebbe opportuno non scialare sotto porta.
https://www.youtube.com/watch?v=evx0yG1Nrlo
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x Giancarlo.
Beck però mi sembra un po’ un atteggiamento da leguleio azzeccagarbugli, l’atteggiamento suo e di Sconcerti. (e mi spiace accomunarla a tal personaggio). Sui falli di mano c’è e ci sarà sempre ampia letteratura e giurisprudenza, ma se finalmente almeno in una casistica specifica, quella di Granqvist e De Ligt, episodi analoghi per non dire simili, è stato messo messo un punto fermo, accogliamolo positivamente. In quei casi, in quelle specifiche dinamiche, da NON accostare ad altre dinamiche, (es. rigore procurato da Conti del Milan) NON E’ RIGORE. Punto. Può non piacere, (a me piace perchè “il rigore è cosa seria”), ma tant’è.
Ma Guardiola e Klopp mica sono infallibili. Comunque, e poi mi dedico al Lokomotiv, chiaro che palleggiare in modo efficace per novanta minuti SAREBBE l’ottimo. Anche perchè se il pallone lo hai te goal non lo prendi. Ma non sempre è possibile, per dinamiche della partita, per forza dell’avversario. per stanchezza, ecc ecc. Essere capaci di adottare ANCHE in modo efficace un atteggiamento prudente e conservativo (del risultato) secondo me è una risorsa in più, non una in meno.
Gentile Gian-Carlo, rispetto la sua opinione ma, visto che il mio punto dirimente è la distanza (opinabilissimo, sia chiaro), il modo in cui il difendente si oppone, se permette, sono cavoli suoi (del difendente). A parte il fatto che la goffaggine di De Ligt, come rilevata da altri Pazienti, per me non è un’attenuante. Anzi. Ripeto: posta una certa distanza, io difensore non posso essere né trafelato (Granqvist) né goffo o “scivoloso” (De Ligt).
Di solito, a meno che.
Mi scusi, gentile Primario, ma A MENO CHE stessi sognando: un conto è andare per opporsi a un cross, facendo scudo con il braccio alto (Granqvist), altro è tentare la giocata e svirgolare goffamente (De Ligt).
Nel paragonare i due episodi (o altri totalmente dissimili, come quello di Cerri o quello di Conti), IMHO qualcuno ha preso un granchio (o un Granqvist).
E ora tornerei al Lokomotiv, contro cui mi aspetto
Szczesny
Cuadrado Bonucci De Ligt A.Sandro
Khedira (temo) Pjanic Matuidi
Bernardeschi
Higuain CR7
che palle con sta storia dei falli di mano. rigore è quando arbitro fischia e var convalida. pensiamo alla locomotiva
Gentile Robertson, buon giorno. Scusi per il ritardo. Sì, ho letto. A Mario piace il paradosso secco, tipo fucilata. E piace anche a voi: tanto è vero che molti, lei per primo, l’avete ripreso. Nel merito: «nonostante la regola» è una provocazione, non un harakiri. Da fondatore dei «mani-comio» in tempi assolutamenti non sospetti, questa volta lo capisco (Sconcerti). Il problema, come ho scritto ieri su «Eurosport», non è tanto la regola, quanto le interpretazioni che la… regolano nell’applicazione, spesso carsica: cioé nascosta alla chiarezza e aperta ai cavilli di testa e pure di pancia, sissignore. Quasi si volesse arrivare all’infallibilità degli arbitri, Var o non Var, attravverso la somma di fallibilità tollerate. Mi spiego meglio: rigore, perché distanza ravvicinata ma braccio largo; non rigore, perché braccio largo ma distanza ravvicinata. Elementare, Rizzoli.
Non so se ha letto oggi la «Gazzetta», dedicava al mani-comio un articolo di analisi con dotte citazioni di passi dei sacri testi. Un intrìco di «di solito» e «a meno che». «Di solito»? Non scherziamo. Se io deve buttare giù una norma, non userò mai «di solito», soprattutto nell’ambito di un argomento così spinoso. E ci andrei piano anche con gli «a meno che».
Qual è il problema di fondo? Il problema di fondo è la drastica riduzione della involontarietà . E attenzione, gentile Robertson: non solo in ambito di «mani-comio», ma anche per pedatine assortite (su Ilicic in Atalanta-Shakhtar, su Sensi al Camp Nou, Palomino su Immobile in Lazio-Atalanta: due rigori dati su tre; per me, zero su tre). Ma restiamo al «mani-comio»: con il romanzo, a puntate, delle braccia alte, del volume, del doppio tocco, eccetera eccetera non si è limatata la discrezionalità , ma la si è accentuata: nonostante il Var.
Mi risulta che fra Nicchi (presidente Aia), Rizzoli (designatore), Rosetti (Uefa) e Collina (Fifa) non corra buon «sangue». Il tema è delicato, l’International Board ci marcia troppo, come con il fuorigioco, prima stuprato e poi incatenato agli alluci delle tecnologia. Ci vorrebbe più semplicità normativa, più chiarezza interpretativa, il taglio alla involontarietà ha reso più ingarbugliato il quadro. Il 15 febbraio 2018 (ripeto: 2018) scrivevo nella mia rubrica sulla «Gazetta»:
«Per tacere del «doppio» Paolo Valeri: il 30 gennaio [2018], in Atalanta-Juventus di Coppa Italia, braccio di Medhi Benatia e rigore via-Var. L’11 febbraio, in Inter-Bologna di campionato, braccio di Danilo D’Ambrosio e niente rigore via-Var. Eppure: stesso arbitro, stesso episodio, stessa distanza. Domanda per Nicola Rizzoli: signor designatore, qual è stata la decisione corretta?».
Sono ancora qui che aspetto la risposta. Avrebbe contribuito a diradare i dubbi. Contento lui, contenti loro.
E veniamo ai casi Granqvist e De Ligt. Per i designatori non fu rigore quello, non è stato rigore questo. «Nonostante la regola» (alla Sconcerti) o grazie alla regola («di solito», «a meno che»). «Mani-comio» per «mani-comio», nel mio piccolo li avrei concessi entrambi. Checché se ne dica, sono simili. E secondo me, è cruciale, dirimente il concetto di «distanza», dal tiro-cross di Lichtsteiner al cross di Skov Olsen. Facciamo finta, gentile Robertson, che lei sia Lichtsteiner e Skov Olsen, e io Granqvist e De Ligt.
Da quella distanza lì – non identica ma assimilabile – io Granqvist io De Ligt non posso prendere il caffè, leggere i giornali, telefonare salvo accorgergmi, solo all’ultimissimo momento, che mi cade addosso la palla e allora, oh Dio, come faccio, oh Signur, ci vado di coscia e mi schizza sul braccio, scivolo e svirgolo e dal piede spiove sul braccio. E no, caro signor Granqvsit-Beck; e no, caro De Ligt-Beck: va da sé che nel calcio della nostra pubertà , quando l’involontarietà era al governo, e governava con umanità , mai nella vita sarebbero stati rigori, ma oggi, in questo caos, in questo labirinto, in questa libidine da autopsia manesca o braccesca, non ci sarebbe da meravigliarsi.
Fermo restando che gli organi preposti non hanno risolto, ma deciso (non è la stessa cosa): non era rigore nessuno dei due. Fermo restando che Rizzoli mi deve ancora una risposta.
Di solito. A meno che.
Grazie di cuore per lo spunto.
Io ci penso e come, gian-carlo. E’ dal maggio ’83 che sto male per la Champions e non prendo sottogamba nemmeno la quarta del girone…
Piuttosto le brutte news arrivano da ramsey che non gioca a calcio praticamente da sei mesi per uno stiramento avuto a Napoli la scorsa primavera.purtroppo questo pericolo era evidente a tutti ed e’il motivo per cui il giocatore e’stato preso a zero seppur con un ingaggio fuori mercato.
Speriamo bene ma le avvisaglie sono grame.
Quando mai si e’visto una squadra di guardiola o klopp difendere in 11 dietro la palla?