Passare dal Te Deum alla Te Deam non credo che sia blasfemo. E’ riconoscere i meriti e i contorni di un’impresa. L’impresa dell’Atalanta capace di risorgere da tre sconfitte e strappare in Ucraina, allo Shakhtar Donetsk, i primi, favolosi, ottavi di Champions.
Tre a zero. In alto i calici e in alto i cuori, voi anime brave. Aveva bisogno di tanto Gasperini, magnifico condottiero, uno dei pochi che insegnano calcio e, con questo, decorano le squadre. Ci riuscì al Genoa, sta concedendo il bis, e che bis, a Bergamo, dove ha, semplicemente e meravigliosamente, rifondato l’Atalanta. Non ebbe fortuna, e nemmeno tempo, all’Inter del dopo triplete, dove, peraltro, le lancette dello scudetto sono ancora ferme alla vendemmia del 2010.
Doveva vincere, l’Atalanta, e aveva bisogno che le desse una mano il Manchester City, a Zagabria. Gliel’ha data, come no: e, già che ci siamo, gliel’ha data pure l’arbitro, tollerante con Muriel e severo con Dodo. Mancavano Zapata e Ilicic, la «bestia» e la «bella». Ci ha pensato il Papu, hanno provveduto quelli del coro, Castagne, Pasalic e Gosens, autori dei gol. E anche Gollini, quando il gioco si è fatto duro, ci ha messo del suo.
Il rosso a Dodo, sullo 0-1, ha spianato una strada che il ritmo e le trame di De Roon e Gomez avevano già disboscato. L’Atalanta è la ventunesima squadra della Premier che gioca, per domicilio geografico e scelta tecnico-strutturale, nel nostro campionato. Morde e non fugge. Marca a uomo avanzando. Vive il calcio come una sfida e non una scommessa.
L’esempio viene dall’alto: da quel Percassi, padrone e presidente, che resistette dal licenziare Gasp il primo anno, dopo i triboli introduttivi, né pochi né lievi.
Il resto non è più cronaca. E’ storia di provincia. Bella e romantica.
Secondo tempo bene. Demiral convincente, bene anche Rugani
Bravi, buona partita e soprattutto buon atteggiamento, cercare la vittoria anche quando la partita non conta é positivo. Per il resto la gara ha evidenziato una volta in più fatti ormai acclarati: Bernardeschi é mediocre, e infatti quando entra Dybala cambia subito la musica. Rabiot é una cosa che manco un premio nobel potrebbe spiegare, 7 milioni per uno che non vale un onesto centrocampista di serie B.
Demiral è il giocatore che per tipologia si avvicina al Chiello. Speriamo che nn si riveli un altro Rugani.
buona sgambata, ottimo demiral che però va rivisto con attaccanti più incisivi
Perché alla fine concordo con chi ha scritto che la nostra stagione, 9 meglio il nostro salto di qualità , dipenda da questi due: Rabiot e Ramsey. Se rendono come da auspici, insieme a Benta, sarebbero un bello step rispetto a Matuidi e Khedira.
Comunque: record di punti. Si vince anche a Leverkusen. Ricordo che l’anno scorso di questi tempi le buscavamo dagli svizzeri.
sarà un caso,entrato dybala sono arrivati i gol
Ha sempre tanta classe Gonzalo.
dico una bestemmia. con demiral ho visto rigano più sicuro
Spero che abbia ragione Marocchi su Rabiot. È tecnico, e si vede, ma ad oggi sembra della categoria dei Montolivo. O degli Aquilani, che sarebbe un filino meglio.