Alla fine della giostra – possesso o non possesso, contropiede o non contropiede, capelliani o contigiani – tante coccole alla Dea e un cero, l’ennesimo, a quel santo di Handanovic. Il rigore parato a Muriel proprio agli sgoccioli, dopo che, nel primo tempo, Rocchi, e il Var Irrati ne avevano negato uno a Toloi che avrebbe comportato persino il rosso di Martinez, è stato l’ultimo botto di un’ordalia aspra, splendidamente british nella trama e nei cozzi. Con l’Inter padrona dell’avvio, subito in gol (rasoiata di Lau-Toro su tocco di Lukaku) e vicino al raddoppio; e con l’Atalanta padrona di quasi tutto il resto. Non che tirassero molto, il Papu e la «nonna» (Ilicic), ma erano ovunque.
L’Inter è stata in partita finché Lukaku ha permesso che ogni palla lunga fosse uno schema e Lau-Toro ha lottato come un ossesso. La staffetta tra Zapata (ancora in rodaggio) e Malinovskyi (gran palo) ha contribuito a intensificare l’assedio. Non che le occasioni crepitassero come pallottole, tutt’altro, ma il pari di Gosens (in anticipo secco, da rapinatore puro, su Candreva) sembrò lì per lì un atto di giustizia. In campo, da un pezzo, c’era solo l’Atalanta. E senza Samir, la spallata di Bastoni a Malinovskyi, miccia del penalty, avrebbe dato fuoco alla classifica, non solo al risultato.
E’ un fatto che il gioco di Conte rende più in trasferta che in casa, come documentano, Atalanta a parte, la sconfitta con la Juventus e i pareggi con Parma e Roma. A San Siro, il popolo gradisce che si occupi il centro del ring. E se di fronte hai un «dentista» come Gasp, uno dei rari allenatori che fabbricano squadre, conquistarlo diventa un’impresa.
Due parole, in chiusura, sulla decima della Lazio. Il Napoli stava conducendo ai punti quando Ospina – dopo Di Lorenzo, Meret e Manolas – ha spalancato la porta a Immobile. Tu chiamali, se vuoi, episodi.
Gentile Fabrizio, se mi avessero chiesto: Primario, vuole vincere la Champions o, per il buon nome della Clinica, preferisce una risposta come quella del gentile Fabrizio, (su Moggi) che fa capire quanto le terapie funzionino (per alcuni)? Giuro, nessun dubbio: la risposta del gentile Fabrizio. Mi permetta di allargare la legittima euforia a tutto il personale paramedico e para-no…
No Beck, non faccia finta di non capire. Non mi riferisco alla specificità dei singoli episodi. Mi riferisco alla portata delle polemiche, a certi titoli giornalistici (“campionato falsato”), al mettere in apertura al centro ed in chiusura di ogni analisi di una partita l’episodio arbitrale, invece di inserirlo nel contesto generale come correttamente è avvenuto nelle analisi di ogni giornale di Inter Atalanta. E mica occorre andare indietro nel tempo, basta ricordare le polemiche di questo campionato per le “mani” ripetute di De Ligt, peraltro tutte ben interpretate, arbitralmente, tranne il rigore concesso a Lecce.
Gentile Fabrizio, e se avesse conosciuto Moggi?
Scritto da Roberto Beccantini il 12 gennaio 2020 alle ore 11:56
Avrebbe scritto “Cosí fan tutte” prima di Mozart.
Gentile Primario: oggi il Var c’è, ma pare che chi sta davanti al monitor si addormenti spesso, diciamo così…quindi serve come il secchiello del ghiaccio agli Inuit. Lo togliessero…sarebbe molto più dignitoso. Lo dico per loro, eh (dove con “loro” intendo i padroni del vapore).
Non è semplicemente possibile che vengano annullati tre gol a Ronaldo per fuorigioco di sopracciglio e poi che non venga visto un plateale placcaggio in area di Lautaro. Sempre molto semplicemente, il VAR giene usato come fa comodo.
Gentile Fabrizio, e se avesse conosciuto Moggi?
Gentile Enrico, il problema è proprio questo: il Var. Che oggi c’è e fino a tre stagioni fa no. A velocità normale, confesso, non mi ero accorto di nulla. Ma poi… Non solo: per me era più rigore quello non concesso di quello concesso (gentile Alex Drastico, secondo lei la spallata di Bastoni in Premier l’avrebbero fischiata?).
Gentile Riccardo Ric, non dimentichi mai che il dubbio non è piacevole ma la certezza è ridicola. Lo diceva Voltaire, non Sconcerti.
Scritto da Roberto Beccantini il 12 gennaio 2020 alle ore 11:45
Beck, se Voltaire avesse conosciuto l’Inda e Sconcerti, avrebbe scritto ben altro…
Gentile Riccardo Ric, non confonda il dubbio del dubbio con l’arroganza del dubbio. Gol di Turone: dubbio legittimo. Contatto Iuliano-Ronaldo: rigore. Secondo giallo a Pjanic (allude a quello contro l’Inter?): netto. Poi se lei mi scrive che il mancato secondo giallo a Pjanic è stato il miliardesimo secondo giallo non dato nella storia del calcio, Inter inclusa, sfonda una porta aperta.
Io accetterei la “svista” se non ci fosse ‘sta cagata di Var. Come non “videro” l’altro placcaggio su Buffon anni fa (recidivi eh…?). Essendoci, NON ESISTE che non venga visto e sanzionato quello che si vedeva benissimo al primo replay dall’alto. Punto. Poi, possono fare tutte le capriole verbali che vogliono. Ma è solo vigliaccheria.