Non c’era il despota, spesso risolutivo e a detta di alcuni fin troppo oppressivo, ma il popolo non è che abbia trasformato la libertà in qualcosa di particolarmente eversivo. La solita Juventus di Sarri ha fatto il solito giro-palla al limite della solita area (avversaria), con il solito squilibrio tra occasioni prodotte e masturbazione territoriale.
Incerottato di suo, il Brescia di Lopez aveva perso addirittura il portiere, Alfonso, vice di Joronen, avvicendato in corsa dal vice del vice, Andrenacci. Non solo: Ayé, che aveva spinto Bonucci a un giallo pericoloso, si faceva cacciare già al 37’ per cumulo e proprio dalla (seconda) punizione Dybala, il più vispo della combriccola, ricavava la parabola dell’1-0.
In assenza di Cristiano e con il Pep sul trespolo dopo la stangata al City, preferisco citare il ritorno di Chiellini. Mancava da cinque mesi e 23 giorni, l’ha abbracciato persino Balotelli, abbandonato al suo destino dalla inferiorità numerica. E poi le bollicine di Ramsey. E poi l’infortunio di Pjanic appena entrato: inguine. E poi il tacco con cui Matuidi (ebbene sì) spalancava la porta al raddoppio di Cuadrado, consumatore seriale di palloni, al 75’ (e non prima). E poi il contributo di Bentancur (ben oltre il palo esterno) e il tuttocampismo di Dybala (con il fiocco di una traversa).
L’espulsione di Ayé è un invito a impacchettare l’analisi e trasferirla fra gli scaffali, non senza trarne una minuscola morale: se lasci palleggiare Madama ai suoi ritmi, nella sua tana e, per giunta, con un uomo in meno, hai voglia. La Champions incombe e sono convinto che anche il Lione la metterà, come l’ultimo Verona, sul ritmo, sulle imboscate. Serve, per questo, un gioco che Sarri ha seminato ma non ancora raccolto. I motivi possono essere tattici, tecnici, psicologici. E così i devoti lasciano lo Stadium con il «solito» rosario di dubbi.
È stucchevole fare sempre gli stessi discorsi su cosa intendiamo per giocare in modo convincente e credibile (ciò che volente o nolente la dirigenza ha auspicato cambiando allenatore come tipo oltre che nome) ed è anche stucchevole pensare che si possa concordare con chi reputa il giocare bene solo in virtù della vittoria.
Oggi 3 punti doverosi ma non scontati se abbiamo negli occhi la partita contro il Verona. Una specie di brodino in ottica ottavi di Champions tra pochi giorni ormai, dubbi e perplessità restano, ma per adesso vincere oggi era vitale per l’obiettivo di giornata per il campionato. Poteva essere una trappola il match.
Hanno una settimana di allenamenti senza interruzione per preparare al meglio possibile della condizione atletica sia la prossima trasferta trappola e sia gli ottavi di coppa.
Quartieri ciao, oggi ero in viaggio e non ho potuto vedere la partita. Diciamo non riuscira a schiodarsi dal vantaggio minimo in casa con un Brescia rimaneggiato e in 10, oltretutto dopo essere riusciti a segnare solo su calcio da fermo, non mi pare motivo di grandi festeggiamenti. Prendiamoci i tre punti, consci che la squadra non sta bene e che ormai, con la Champions alle porte, di tempo non ce n’è più. Bisogna sperare che “sboccino” all’improvviso, o saranno dolori già col Lione. La notizia migliore è il rientro di Chiellini, la rosa però è falcidiata dagli infortuni e con le note lacune. Sperem.
Che sia stucchevole concordo
Infatti coglione….per il tuo cervello quel tipo di autoironia era inarrivabile per il tuo misero quoziente intellettivo.
Al prossimo post grida più forte….dalle fogne notturne in cui ti sei rifugiato si sente poco.
Evviva bit!
Lex Luthor, anche il gallese dai, ma chi cazzo avevano davanti? Uno capisce tutto, il calcio diverso, il clima, l’alimentazione e la lingua, gli infortuni, la forma, però poi basta. Cioè, qui se stiamo a rimpiange Khedira, ed ho detto tutto.
Comunque Sarri ha un senso dell’umorismo e, soprattutto, dell’autoironia che i suoi 2 predecessori manco si sognano.
Quella sul Chiello é strepitosa.
con 18 punti di vantaggio sulla quinta, l’obiettivo minimo degli obiettivi minimi, ovvero la qualificazione champions per il prossimo anno non è a rischio quindi chi “sognava” un ritorno di allegri può dormire sonni tranquilli. per la riconferma di sarri per il prossimo vedremo. dipenderà oltre che dai risultati, e penso che la dirigenza abbia anche messo in conto una stagione senza titoli, da come chiuderemo le tre competizioni in cui siamo in corsa e dalle risorse per il mercato per il prossimo anno. credo che anche i dirigenti si siano resi conto che prendere sarri e non prendere giocatori adatti ad un certo tipo di gioco, sia controproduttivo
è un po’ stucchevole fare sempre lo stesso discorso, ma non è tanto una questione di spettacolo quanto di giocare bene e arrivare al risultato attraverso il gioco. al di là di questo mi sfugge il motivo per il quale uno dovrebbe desiderare di rompersi i coglioni nel guardare una partita. cos’è? masochismo?
Ma ancora si discetta di spettacolo come fosse un elemento rilevante?