L’Atalanta non annoia mai, e questo è un pregio. Diverte sempre, a volte persin troppo: e questo può non esserlo. Prendete il 4-1 al Valencia. Due gol di un terzino (Hateboer), uno segnato di destro da un mancino (Ilicic) e uno di Freuler, un centrocampista. Gasperini, che non prende mai appunti (uno, finalmente!), era partito senza centravanti. Viva la Spagna di antica memoria, dunque: ma una Spagna verticale, di arrembaggio e non di torello. Una roulette russa, piuttosto: quale la Dea è, spesso, in campionato e in Europa.
I quarti di Champions le si spalancano, così, libidinosi. Ma attenzione: non sarà una passeggiata. Gli spagnoli, di rimonte, se ne intendono. E se il Valencia non è il Real o il Barça, già a San Siro, pur in formazione largamente rimaneggiata, ha colto un palo e sprecato tre-quattro occasioni non inferiori, come nitore, a quella mangiatasi da Pasalic in avvio.
Questo, a voler fare i professorini. Se poi, viceversa, pensiamo alla storia dei duellanti, l’Atalanta merita solo ovazioni. Anche se Caldara, al rientro improvviso, non è ancora il Caldara che si spera ritorni. Anche se Palomino continua ad alternare blitz salgariani a omissioni letali. E anche se, in generale, l’obesità dello scarto aveva indotto a trascurare l’ingresso di Cheryshev.
O forse perché, semplicemente, esistono gli avversari. Per esorcizzare i quali Gasp si è dato a una mossa che, lì per lì, sembrava un insulto al buon senso: fuori un difensore (Caldara), dentro una punta (Zapata). Il merito della società e dell’allenatore è di aver trasformato un elenco di «cognomi» – salvo rare eccezioni come il Papu e Ilicic – in una squadra inglese che gioca in Italia, azzanna i rivali, si azzuffa con loro, rischia, morde e poi, alla fine, invita tutti al pub. E se per caso il destino non ha preso impegni, pure lui.
Arriviamo sempre secondi sul pallone, condizione atletica approssimativa, senza una idea di gioco….poi arriva Ronaldo..
Vabbé, anche il palo interno…
Ma facciamo troppo poco in costruzione.
Che sfiga però, prendiamo pali e traverse a raffica
Non c’è più la Juve di ottobre-novembre, finita. Mancano proprio i giocatori bravi con la palla. Solo contro la Spal si può giocare con Chiellini-Rugani insieme
Ci rendiamo conto che a centrocampo ci ridicolizza anche un cesso come Valdifiori?
Mah. Continuiamo a dar l’idea di una squadra che corre meno (o peggio) dell’avversario, che gioca slegata, affidandosi più a iniziative individuali che a un minimo di gioco corale. E questa è l’ultima in classifica.
Ezio, non ti sentono!
Mi domando perché non si passi mai a quello libero in area che può segnare ….
Dybala profeta nel deserto…
E’ impressionante, quando gli avversari rilanciano lungo, il numero di errori in appoggio o (le poche volte) in anticipo che in ogni partita i nostri difensori commettono.
Finendo per restituire puntualmente lla palla agli altri.
Non che i nostri della mediana facciano molto per non farsi anticipare.