La Juventus esporta in Champions le sue criticità domestiche, possesso sbadigliante, zero tiri e porte sempre aperte (a proposito di). E così Garcia non ha nemmeno bisogno del violino per condurre il Lione oltre Sarri e la sua filosofia: al massimo, di un po’ di comprensione per una spintarella a Cristiano e, soprattutto, un abbraccio a Dybala. Aouar, franco-algerino di 21 anni, è stato il mandante; Tousart, il cecchino. Senza trascurare la traversa di Toko Ekambi.
D’accordo, sul gol era fuori De Ligt, ferito alla testa, ma vista la quantità di uomini in area sarebbe bastato stare più attenti. Troppo Pjanic, Madama, nel senso delle cadenze, della lentezza. Rientrava, il bosniaco, ed è stato il pedale del freno. Inoltre: quando gioca Matuidi, si rimpiange Rabiot; e quando tocca a Rabiot, come stavolta, si invoca Matuidi. Sarebbe stato più opportuno (ri)partire subito da Ramsey: uno dei pochi che, a Ferrara, si buttava dentro. Anche perché i blitz dei centrocampisti continuano clamorosamente a latitare.
Povero Cristiano: se non segna lui, chi? Persino Dybala ha ballato in una posizione troppo neutra, per tacere di Cuadrado in versione cuore con la q. Un «ventello» di solletico, e poi il Lione ha capito: tutto qui? Stiamo parlando della settima squadra del campionato francese, già liquidata da Conte (1-0, Bonucci) e da Allegri (1-0, Cuadrado).
La solita minestra. Avversari che aspettano e graffiano, non un’imbucata degna di tal nome, area vuota tipo deserto del Sahara: fino, almeno, all’avvento di Ramsey e Higuain. Sarri sarà pure arrabbiato, ma sempre più spesso le vigilie promettono panorami che poi le cartoline inviate sabotano.
Sono ritmi, questi, che possono bastare in Italia. non certo in Europa. Sarà dura, allo Stadium.
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Scritto da Massimo Franzo’ il 26 febbraio 2020 alle ore 23:41
Sarri:”Trovo molto difficile fare comprendere a questa squadra il concetto di muovere la palla velocemente”. Mi sembra abbastanza chiaro quello che sta succedendo.
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non esattamente. Queta e roba da giornalisti. Se non sbaglio.
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Prima domanda – un giornalista italiano
Sarri: “anche il problema della palla mossa lentamente cel’abbiamo spesso, anche questo e un tipo di discorso che faccio difficolta’ a farlo passare” Frase molto diversa in contenuti, e in “inter”pretazione mediatica, come messaggio per i calciatori a creare zizzania tra allenatore e giocatori. Secondo me.
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giornalista italiAno: Mi scusi visto che si ripetono le situazioni in cui i giocatori non rispondono quelle che sono le consegne, c’e’ un problema di ralazione tra lei e i giocatori?
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Sarri: “questo lo hai inventato te di sana pianta in questo momento, perche’ io non ho detto di..um… non ho assolutamente detto questo, io ho parlato di velocita’ di circolazione della palla d’aggressivita’ della palla, non ho detto che non rispondono alle consegne. E chiaro che rispettare una consegna a 100 all’ora e un aspetto e farla viaggiare a 10 all’ora e un’altro aspetto e vengono fuori due calci diversi a livello di soluzioni. Ma questo non vuol dire assolutamente niente a livello di relazione interpersonale. Cioe’ e un difetto enorme eeee che abbiamo. Non so se e venuto fuori in questa staggione, se era ve fuori nelle staggioni precedenti, questo non te lo so dire, o se e’ venuto fuori di fronte alla richiesta di farla viaggiare piu’ veloce di prima, e loro hanno difficolta’ a fare questo tipo di ordine, questo non te lo so dire.
https://www.youtube.com/watch?v=ZpoREdstJcA
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Ragione da vendere Robertson: contro il Lyon (ma anche il Verona, la Spal, il Brescia) non è questione di qualità dei giocatori, ma di quanto ci mettono di voglia, impegno, applicazione. Poi ci sarà anche il fatto che non avranno ben chiaro dove correre e come correre e quando correre: e allora, da lavativi, alcuni, decidono di non correre proprio.
Mi viene sempre in mente l’esempio di Lichtsteiner: raramente c’è stato un terzino più utile dello svizzero (nei periodo di Conte bianconero), perchè sapeva per filo e per segno di dover correre, per trovarsi al momento giusto dove Pirlo avebbe messo la palla. E la “Littorina Svizzera” non era un giocatore di qualità superiore. Stesso discorso mi viene naturale pensarlo di almeno la metà abbondante della rosa dell’Atalanta (i Freuler, i Castaigne, gli Hateboer, i Goseens).
I nostri non sono scarsi, ma non avendo ben chiaro dove andare (falla di chi non glielo ha spiegato bene e falla loro che saranno duri di comprendonio o lavativi) non vanno da nessuna parte; non si muovono, volgiono palla sui piedi, giocano da fermi.
Altro discorso Rabiot: quello ci ha la testa da dilettante, nel senso di chi gioca a pallone per diletto, come la partita di calcetto del giovedì coi colleghi, ma facendo ben atenzione a dire che dopo ha un impegno e non può spettinarsi.
Scrivi che Rabiot è una causa persa e poi ribatti che non è una questione di qualità dei singoli. È sempre una questione di qualità dei giocatori, altrimenti perché il deprecato Allegri avrebbe vinto qualche scudetto? Lo stesso Conte, le sue idee, l’intensità, le verticalizzazioni, ma senza Pirlo, Vidal, Marchisio, Pogba, Bonucci che sa calciare, e poi Tevez le cose possono solo andare meglio
Anche perchè non si trattava di battere in casa sua l’atletico, o il barca, o il city o il bayern. Ma di giocare contro una buona squadra francese.
Non è una questione di qualità dei giocatori.
Scritto da Alex drastico il 27 febbraio 2020 alle ore 08:27
Concordo. Forse proprio un ammutinamento dichiarato, ma ci siamo nella sostanza. I giocatori, taluni giocatori, non credono nell’impostazione dell’allenatore. Accettano una cosa, ne fanno un’altra. Pure certe reazioni dei giocatori la dicono lunga. Atteggiamenti di pjanic, di higuain, linguaggi del corpo di alex sandro, linguaggi del corpo (e non) del lucidatoe. Una società che abbia un dipendente che di fronte ad un suo superiore (l’allenatore) ribatta a voce alta “sappiamo noi come fare” avrebbe il dovere di prenderlo da parte e spiegargli ben bene cosa preveda il suo contratto (una riedizione dello sgabello).
Veniamo a Sarri. La mia impressione, doposei mesi è questa
Se Tonio Cartonio, in salsa bianconera soprattutto ma anche dopo, aveva un’idea di gioco e di squadra e i coglioni per imporla, e il ricotta di converso aveva poche idee, e sbiadite, di gioco (qualcuna, il primo anno) ma non i coglioni (dathemi quellibbbbuoni ecc), sarri ha una idea chiara di gioco ma non i coglioni o la volontà di applicarla. Per limiti suoi, coda di paglia, pedigree, perchè tiene famiglia.
Ha deciso di stare appigliato al contratto, preferendo non andare allo scontro con taluni giocatori. Non sentendosi sufficientemente supportato dalla società.
Ha ragione? no, perchè assecondando tiepidamente alcuni giocatori (e i loro ritmi) non otterrà un ragno dal buco e si troverà nella medesima condizione e in cui stroverebbe se applicasse il pugno di ferro e si attenesse alla sua strada e gli andasse male. Ovvero, fora di ball.
Ieri sera la baracca nel secondo tempo l’hanno puntellata in qualche modo solo gli attaccanti, in qualche occasione bentancur e ramsey, e deligt per i 94 minuti in cui è stato in campo.
Altri senatori sono stati una sciagura. E i ritmi da dopolavoro ferroviario dal primo al 75 minuto quelli non sono inspiegabili. Le palle a due allora, il giocare da fermo non lo sono. Quelli sono il risultato del modo in cui intendono calcio certi giocatori. Che non ci stanno (non -ci -stanno) a correre, pressare e smarcarsi per non dico 90 minuti ma almeno 70.
Tutto qui.
Sui singoli, Rabiot oramai è una partita persa mi pare.
Rimangono Bentancur e Ramsey, più il meno peggio dei rimanenti. Ma alla base c’è un problema di applicazione di manico.
Ma quali ammutinamenti, quali filosofie, quali maestri?!?! Compra tre giocatori bravi sul serio e poi vediamo…
Temo che Sarri sia un teorico, e anche un replicante. Come tutti i replicanti vede e impara quello che gli piace, ma non ha vissuto la spinta, l’idea originale che sta dietro. Difficile la sappia trasmettere perché gli manca la passione che anima chi la inventa la vive tutti i giorni con gli sviluppi del caso.
Se vuoi far la rivoluzione ci vuole Che Guevara. Difficile riuscirci con Mario Capanna.
Franzò, i giocatori non sono stupidi, hanno già capito tutto, anzi…forse lo avevano pure previsto, gli stupidi siamo noi che ancora perdiamo tempo a commentare, ed ovviamente se ne approfittano, consapevoli che molti di loro, il pross anno, sarà da un altra parte. Ecco perché dico, Sarri si facesse i cazzi suoi, puntasse su poca gente, a fanculo tutti, e via x la sua strada, almeno se sbaglia, lo farà con le sue idee. Na cosa è certa, da sta storia lui non ne uscirà bene, noi anche peggio.
Può sembrare paradossale all’inizio di un’analisi tattica, ma al fine del risultato spesso pesa di più quanto i giocatori credono nel piano gara del proprio allenatore, e quanto sono quindi sono convinti quando lo eseguono, rispetto a quanto è complesso e sofisticato il piano stesso. Anche le più semplici strategie possono essere tremendamente efficaci se eseguite da giocatori pienamente convinti e concentrati per tutta la partita. Anzi, spesso c’è un rapporto inversamente proporzionale tra le due cose, e più sono complesse le soluzioni tattiche adottate da un allenatore e più ci vuole convinzione, voglia e capacità poi di eseguirle in campo. Come si dice, tutti i piani gara sulla carta sembrano vincenti finché non arriva il campo a fare da giudice. Proprio la convinzione nell’eseguire il piano del proprio allenatore è ciò che ha fatto la differenza ieri tra due squadre teoricamente divise da un abisso tecnico…
(cit. da Ultimo Uomo)
A che partita si riferisce?
Rabiot, andatevelo a vedere, nel PSG faceva il Matuidi, con un po’ più di grazia e tecnica, stop. Recuperava palla e poi via verso Verratti o l’esterno. 4231, così giocavano i parigini, e Rabiot era sempre uno dei due davanti la difesa. Da noi è stato preso come mezz’ala, sempre dal CapoScout della Fava, un altro unto dal signore.