Là dove Omar chiuse la carriera e Diego l’aprì al mondo, Messi si è quasi «genio-flesso»: al giallo dell’arbitro e allo spirito di quei tempi. E così Napoli-Barcellona è terminata 1-1, con i quarti di Champions più lontani, sì, ma non proprio sulla luna. Il gol di Mertens, bello, aveva infiammato il San Paolo. Il pareggio di Griezmann, fin lì (e anche dopo) tra i meno brillanti, l’ha spento ma non ucciso.
Setien aveva regalato a Gattuso due pedine: De Jong mezzala quasi di punta, lui che all’Ajax faceva il regista, e Vidal ala. L’olandese ne è rimasto prigioniero, il cileno no: è fuggito dalle catene, ha lottato, ha protetto la Pulce. Sino all’isteria del rosso. Salterà il ritorno, come Busquets. E dal momento che a centrocampo sono contati – Arthur, prezioso il suo innesto, De Jong, Rakitic, l’ombra di sé stesso – mai dire mai.
Chissà cosa sarebbe successo se il Napoli avesse osato di più. Certo, per osare di più avrebbe probabilmente rischiato di più. Ma il calcio resta un mistero buffo: le occasioni più ghiotte (da Manolas e Insigne a Callejon, soprattutto) le ha prodotte la squadra del catenaccio, non il museo del tiki-taka (64% a 36%).
Orfano di Koulibaly, il Napoli ha dato il massimo. E uscito «Ciro», speronato da Busquets, non è che Milik si sia mosso male: pregiato, l’assist a Callejon. Il Barça aveva parecchi califfi ai box. E che disastro, Firpo, il vice di Jordi Alba. Un Barça molle, sterile, lento, con la zavorra delle risse intestine a togliergli la leggerezza dei gesti. Un po’ meglio nella ripresa, quando Vidal ha sguainato la scimitarra e la lampada di Messi diffuso piccole luci.
In generale: bigiotteria, non gioielleria. I blaugrana erano e rimangono favoriti. Gattuso non faccia calcoli: o la va o la spacca. E non pensi, in cuor suo, agli sprechi e alla «castità » che hanno bloccato la cronaca a un passo dall’impresa.
Sto ancora aspettando il primo tiro nello specchio, siamo al 60’
Senza i giocatori forti, senza un centrocampo degno di questo nome. È quello che conta, esattamente come accadeva lo scorso anno. Datemi Savic e Alberto!!!!
Non sappiamo più tirare una punizione o fare un cross.
Niente di niente:
Questo è il prezzo del bel gioco, rassegnamoci.
Squadra, senza corsa, senza nerbo, senza gioco, senza allenatore.
Non voglio fare paura, cervello pieno di merda.
Ho solo delineato i contorni della tua persona, anzi gibbone.
fetido multinick figlio di cagna indaista.
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Scritto da bilbao77 il 26 febbraio 2020 alle ore 22:07
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Come scrivi bene, come sei bravo!
Un vero leone…. da tastiera!
Che eleganza, che stile!
STANDING OVATION
Continua così, eleva questo “spazio”, per la gioia di tutti!
Il prossimo che in un’intervista dice che la Vhampions è un sogno lo atomizzo
Ci stiamo facendo incartare dal violinista…rendiamoci conto…
Non voglio fare paura, cervello pieno di merda.
Ho solo delineato i contorni della tua persona, anzi gibbone.
fetido multinick figlio di cagna indaista.
Cuadrado scala male, aggiungi che Danilo fa pena….
Pjanic in campo, messo alla moda del fanta allenatore che cerca il gol dell’ex, è dannoso, nullo in recupero e lento in impostazione. Cuadrado non scala dietro, e quando lo fa, lo fa male, ed ecco che a centrocampo siamo due in meno. Poi uno dei nostri e quel dilettante indisponente del paggio parigino e la frittata è servita.