Pazienti, chiedo scusa se in questi giorni non mi sono fatto «vivo» ma, come avevo scritto in risposta al gentile Fulvio, ho preferito lasciare spazio ai virologi da tastiera, io che pocologo sono.
Teniamo duro! Tralasciamo, mai come adesso, i campanili, le fedi e le fedine, i rancori e i bruciori, atalantini, fiorentini, granata, interisti, juventini, laziali, milanisti, napoletani, romanisti eccetera: in medio sta virus (e spesso anche in «media»). Resistiamo, reagiamo.
E mi sia permesso, per una volta, di adeguare un passo del Sommo Poeta ai tempi dell’epidemia, del pandemonio, dei tamponi, delle sliding doors (mai titolo di film risultò più profetico…):
«Considerate la vostra semenza:
fatti non fummo a viver come bruti,
ma per seguir virtute ed emergenza».
Il quoziente medio dei calciatori è talmente basso che probabilmente manco ci hanno pensato a chiedere di essere sottoposti al test TUTTI e allo stesso momento e di richiederlo anche per chi e’stretto contatto con loro(massaggiatori,fisico,magazzinieri ect ect).altrettamto probabilmente la cosa e’voluta da chi mangia dalla loro stessa greppia,presidenti in testa.
La dottoressa del sacco intanto pare essersi sciolta come neve al sole…..
Tafazzoff che dici?Era una specie di comblotto gondro la Giuve?Vai a vendere l’olio.
Federica Brena Oncologo Medico presso Humanitas Gavazzeni e Castelli
5 marzo alle ore 22:45 ·
Questa foto ritrae la fine della mia guardia di ieri, quando dopo 12 ore passate respirando in quella mascherina, mi sono spogliata dell’armatura da guerra. Sì, perché sembra di essere in guerra. Io non l’ho mai vissuta, ma me l’immagino un po’ così, una guerra contro un nuovo e sconosciuto nemico. E allora ripenso ai ricoveri che si sono succeduti uno dopo l’altro, senza sosta, alle persone che non respirano e che strabuzzando gli occhi ti guardano imploranti buone notizie, ai pazienti che non possono comunicare con i cari perché in isolamento. A chi muore solo perché positivo al virus, ai parenti a casa che non possono dare un’ultima carezza al loro caro. Ripenso ai pazienti che ho visitato, alcuni dei quali non poi così anziani o fragili, eppure in un letto senza riuscire a respirare. Ripenso a quanto mi prudeva la mascherina, alla vista offuscata nella visiera protettiva e al fatto che ormai i presidi di protezione scarseggiano. Ripenso anche ai colleghi che mi hanno dato una mano, agli infermieri che si fanno in quattro per cercare di fronteggiare l’emergenza, ripenso al:”ti aiuto io a fare questo ricovero”.
Ripenso anche agli insulti ricevuti, perché purtroppo ci sono anche quelli. Anche in una situazione di emergenza come questa.
Poi, detto sinceramente, ripenso anche alla paura. Alla paura di prendere quel virus e di portarlo alla mia famiglia. Alla paura che non ci mettano nelle condizioni di lavorare protetti. Alla paura di fare qualche cazzata, perché diciamolo, in fondo un’oncologa di malattie infettive ne capisce poco.
Tutto questo per dire a chi ancora nega che la situazione sia grave, a chi, senza essere del mestiere, dice che è solo un’influenza, a chi non rispetta le limitazioni alla vita sociale, a chi si ritrova in gruppo, di smetterla. Gli ospedali sono ridotti a lazzaretti. La sanità rischia il collasso, tutte le attività in elezione sono drasticamente ridotte o sospese. Gli altri malati che fine faranno? Vi rendete conto della gravità della cosa?
E poi non è vero che si complicano solo gli anziani e i pazienti più fragili. Ci sono giovani con quadri clinici pazzeschi. E vi ricordo che gli anziani sono gli over 65. Non pensate al novantenne pluripatologico. E se anche fosse così, sarebbe giusto? Sarebbe giusto che chi è più debole debba morire così?
E due parole le spendo anche per dire che non lavora solo la sanità pubblica. Il privato sta facendo altrettanto, senza sosta, freneticamente.
E che oltre agli anestesisti, medici di medicina interna e pneumologi, ci sono anche tutti gli altri, che hanno messo da parte la loro attività per improvvisarsi internisti ed aiutare i colleghi in difficoltà.
In questo casino siamo tutti sulla stessa barca, una barca forse un po’ vacillante, ma che tenta di stare a galla, per il bene comune.
E Zingaretti non è in fin di vita eh. Pare, al contrario, che non presenti sintomi particolari. Cosa che rientra nel profilo di quelle persone per le quali questo virus non è letale. Cioè, questa peste, non questo virus.
Si ma io dico anche: va bene chi ha sintomi, va benissimo evitare e impedire occasioni di aggregamento, così come limitare le attività che non riescono ad evitare contatti troppo stretti. Ma chiudere una zona che non è zona rossa? Benissimo, chi ha ferie le consumi. E chi non le ha? Aspettativa? E la spesa a questa gente chi la fa? Dico che molto spesso è facile fare i sacrifici col culo degli altri.
Treni serali per il sud, presi d’assalto a Milano.
Zona rossa fallita prima di nascere.
Chi ha diffuso la bozza del decreto è da prendere a bastonate.
Certo che chi lo ha pubblicato…….
Ezio, non friggo il cervello per questo.
È Zingaretti positivo che mi ha mandato al manicomio.
;))
Ezio la zona rossa però è un altro discorso. La Lombardia non è una zona rossa proprio perché esistono delle deroghe. E vengono appunto menzionati indifferibili esigenze lavorative e familiari. Certo sarà da capire bene cosa voglia dire questo nello specifico.
E poi ci sono quelli che si distinguono per genialità:
https://www.repubblica.it/cronaca/2020/03/07/news/_coronavirus_da_codogno_in_vacanza_in_trentino_sono_positivi-250585498/
Ora non dico che meriterebbero un trattamento del tipo che gli riserverebbero in Cina, ma se non si applicano sanzioni severe per le violazionindelle regole allora è tutto inutile e chiunque si sentirà autorizzato a fregarsene. Le regole possono non piacere, ma se ci sono vanno rispettate. Poi certo non sarebbe male accendere il cervello, per dire se ai Navigli è tutto aperto e la movida va avanti, fare chiudere incinema serve a pochissimo.