Dalla gaffe di Agnelli ai rigori di Diakhaby e al poker di Ilicic, la cronaca si mescola con la storia, senza distrarci dall’emergenza bellica, questo no, questo mai. Ci spalanca un’impresa, l’Atalanta per la prima volta nei quarti di Champions, e una partita che, dopo il 4-1 di San Siro, è finita in 2′ per poi rotolare verso il 4-3 complessivo e compulsivo del tabellino.
Mancavano, al Valencia, fior di titolari e il Mestalla vuoto gli ha tarpato le magre munizioni a tracolla. Ciò premesso, l’Atalanta di Gasperini si trascinava un peso e una passiome: quello, imposto; questa, creata. In casi del genere si rischia sempre di calcare l’enfasi, ma come si fa a restare freddi di fronte a una squadra alla quale si può imputare al massimo di non saper gestire (pure stasera), non certo di lesinare emozioni, di risparmiare sui garretti, sulle idee?
Percassi, naturalmente. E visto cosa ha fatto il Gasp di Ilicic? Era il sabba della discontinuità , a 32 anni sembra la lampada di Aladino. E crdetemi: non ha combinato nulla di straordinario, almeno stavolta. Due penalty e due gran botte di sinistro. Si è preso il risultato, la scena, il pallone, tutto. Con i soliti brontolii da «nonnina» di Carosello; con quel ciondolìo che, ruolo a parte, mi ha riportato ai tempi di Harald Nielsen, il prence danese del Bologna scudettato (guarda come dondolo, guarda come dondolo).
L’Atalanta era al gran debutto, e il campo, con o senza popolo, per quanto possa fornire sentenze isolate, fuggenti, va sempre preferito ai diritti di casta. E’ difficile parlare di argomenti che non siano bollettini di guerra. Al pallone non si chiede di sedarci: soprattutto, in questi avventurati giorni. Gli si chiede, semplicemente, di non diventare un altro problema. Non è un vaccino, la Dea guerriera di Valencia: è un bacino. E mi raccomando: restate a casa.
Scritto da andreas moeller il 11 marzo 2020 alle ore 23:59
Altra occasione persa per stare zitto e fare bella figura.
cr7 annuncia che farà quarantena a madeira
non torna
non è vitale abbracciarsi, fare sesso, brindare ad un evento con amici, baciare una figlia. Non è vitale ridere piangere, incazzarsi, essere felici, essere infelici. Tutta roba non vitale. Come il calcio.
Rugani positivo al Covid-19 ma asintomatico.
Rugani positivo
THE END
Lovre, è vero che non è vitale e che va chiuso, al momento. Indubbiamente. Non è vitale il calcio, come non è vitale andare in palestra, giocare a basket, andare a cena fuori, andare in vacanza, visitare città , musei, andare a concerti, sia di musica classica che rock, partecipare a corsi di formazione, ecc ecc. Poi vediamo, non è vitale riunire la famiglia la domenica, non è vitale sposarsi, non è vitale andare a Messa. Non è vitale andare a trovare un familiare che abita lontano. Tutta roba non vitale ed ancora potrei allungare. Vitale è solo mangiare, bere, dormire, cagare, pisciare. Detto questo la vita è un po’ di più che espletare le funzioni primarie e fisiologiche. Il punto non è se sia vitale o meno, ovviamente no, il punto è che, a noi appassionati ci accompagna nella vita quotidiana, rendendoci felici o depressi, esultanti o mesti, trionfanti o desiderosi di riscatto, ecc ecc. Fa parte, per gli appassionati, della componente emotiva emozionale dell’ essere umano.. E quindi ci mancherà maledettamente. Sopravvivremo senza calcio? si. Ma ci vedo niente di sbagliato esternare che ci mancherà . Molto. Anche perchè l’alternativa è che diventi vitale giocare alla play station. (ma questa non è per te..che poi pure io ci gioco…)
La stagione calcistica di chiude con un bella partita.
Adesso tutti in quarantena e vediamo se magari in estate ci regalano la fine di questo campionato.altrimenti ci vediamo a settembre.
mah,
rugani positivo
dopo aver incontrato i maiali cinesi
Fatevi una domanda
datevi la risposta
Ma qualcuno pensa seriamente che tra 2 mesi non ci saranno più contagi?
Saranno certamente meno, ma…
Il calcio non è vitale quindi non servono elucubrazioni per chiudere per forza!Se si può si gioca altrimenti se ne fa a meno.