La notizia della positività al coronavirus dello juventino Daniele Rugani, primo caso in serie A, entra nella carne del nostro calcio con il sibilo, secco, del pugnale. E la squarcia. Irrompe poco dopo una delle partite più palpitanti di una stagione allo stremo, il Liverpool che in un Anfield pieno zeppo porta l’Atletico ai supplementari, con Wijnaldum, lo «elimina» con Firmino ma poi si fa rimontare dalle forze fresche che il Cholo sguinzaglia dalla panchina, doppietta di Llorente e contropiede di Morata. Sono stati i portieri a orientare il risultato: Oblak, con le sue parate; Adrian, con il goffo rinvio che ha innescato il primo gol. Il Liverpool campione d’Europa, del Mondo e padrone della Premier fuori già agli ottavi di Champions: e così sia.
In un Parco deserto, nel frattempo, il Paris Sg cancellava l’1-2 di Dortmund con le reti di Neymar e Bernat. Vi avrei parlato di un Haaland abbandonato e sterile, del rosso a Emre Can dopo una rissetta con Neymar. Il comunicato della Juventus ci precipita, di peso, nella realtà più dura: quella che, per due ore di evasione, eravamo disposti, il sottoscritto in testa, a barattare con l’emergenza. A volte si pensa che lo sport (il calcio, soprattutto) possa essere un’isola a sé, ma anche i suoi campioni, controllatissimi entro i recinti sacri dell’agonismo, vivono di relazioni, da persone normali, con persone comuni.
Con il ritardo del sognatore – e, spero, non del complice – mi arrendo anch’io. Al diavolo i calendari. Penso a quella salute che gli eroi dello sport ci hanno spesso «aiutato» a immaginare intangibile e contagiosa, felici (noi) di poterla sventolare come bandiera delle nostre crociate quotidiane.
Auguri a Rugani e a tutti i Rugani anziani e giovani del mondo. E a tutti i medici, infermieri e soldati Ryan che per loro combattono e rischiano infinitamente più dei miei polpastrelli.
Portarlo dalle parti di bergamo o di singapore, fabrizio?
E magari siamo stati noi a portarlo da quelle parti.
Ancora questa sera si è detto di medici, nel bergamasco, che hanno riportato di polmoniti strane e molto agguerrite già da novembre. Quindi pare sia abbastanza logico pensare che questo virus, in Italia, giri già da parecchi mesi.
A margine, e leggendo i posts precedenti, mi sembra corretto sottolineare come Singapore ed Hong Kong siano praticamente delle città -stato.
Quindi si possono discutere e comparare provvedimenti e tempistica, nei confronti nostri o di quelli di altri paesi europei, ma parliamo di problematiche epiuttosto diverse, secondo me.
Probabilmente si Fabrizio, ma forse anche perché Singapore, per quanto popolata, è una spanna di terra…..
Ciao Alex, sono molto d’accordo con te sulla proverbiale tenacità dei britannici e della loro capacità di resistenza alle avversità .
Può essere che BoJo abbia anche fatto affidamento su ciò, oltre al fatto che, se subiranno inizialmente una flessione economica dovuta alla Brexit, forse non avrebbero potuto permettersi un ulteriore bagno di sangue economico. Hanno magari preferito piuttosto uno…di vite umane.
Perchè il rischio è enorme e se dovessero cambiare strategia in corso…ahi ahi ahi.
ezio, è perchè l’hanno fatto IMMEDIATAMENTE.
Da noi il virus a quanto pare girava già da un mese o più, poi prima che si siano prese misure serie sono passate settimane, e ancora ora parte della popolazione non le segue. La differenza è questa.
Mio cognato che vive da anni a Singapore mi dice che li si sono limitati a mettere in quarantena i contagianti e non hanno chiuso nulla…….
Alemichel, magari ricordo male, ma a me risulta che che il numero totale di TI di Italia e Francia sia pressoché identico, mentre la Germania ne ha il doppio.
In UK ne hanno la metà …..
Quello che invece proprio non mi torna e’la maggiore percentuale di morti dell’Italia rispetto agli altri paesi.
Per dire Singapore e Malaysia sono a zero morti con un totale di circa 8/900 casi.
La ns percentuale del 5% e’roba da Sars.
Scritto da Alex drastico il 15 marzo 2020 alle ore 14:58
L’età media se non erro in Italia é 44 anni, in Cina é 37 anni.