Da Lukaku a Lukaku: rigore dell’1-0, 3-2 fallito, autogol del 2-3. Poi, naturalmente, il paraponzi arpiniano di un Conte isterico e lento (i cambi, i cambi), di un Lopeteguei che azzecca la mossa De Jong (doppietta di cabeza) e dell’Europa League che, per la sesta volta, bacia il Siviglia, squadra dal palleggio fino e il cuore grande.
L’Inter mi sembrava più completa e l’avevo scritto. Non così «perfetta», però, come millantato dalla propaganda. E’ stata una finale divertente per un tempo (reti di qua, reti di là ) e poi schiava dello spirito del periodo, con i duellanti stremati e il risultato appeso alla riffa degli episodi. Di un’asprezza certificata dagli agguati, dagli svenimenti, dai reciproci mal di testa; e dai mani-comi che l’Europa, a differenza dell’Italia, sembra aver chiuso. Per fortuna.
Lukaku ne ha incarnato il simbolo, è stato Achille e il suo tallone. Non altrettanto Martinez, più Lautaro che Lau-toro. E dal momento che i duri entrano in campo quando il gioco si fa duro, ecco Godin. Nitidi i sentieri: il Siviglia, torello e fasce, soprattutto a destra (Jesus Navas-Suso); l’Inter, contropiede appena possibile (sul primo gol, per esempio) e sfondamento centrale.
Le finali sono imboscate, sono illusioni, sono tensioni. Come in caso di vittoria Steven Zhang avrebbe dovuto domare i ruggiti delle edicole, così, dopo la grande depressione, dovrà essere altrettanto sereno nell’evitare processi sommari a una stagione che lancia ufficialmente l’Inter – bocciata dalla Champions, semifinalista di Coppa Italia, seconda in campionato, finalista di Europa League – nella scia della Juventus. Non sarà tutto, ma con l’aria che titra…
Da Guardiola a Conte, il destino ha bocciato l’idea del tecnico fondamentalista. La stampa che pompa, i padroni che spendono e poi la ditta Sanchez-Eriksen in campo un quarto d’ora o poco più. Mah.
Gentile Nino, buon giorno. Il rumore era una traccia (non una sentenza). Lo zero titoli né l’uno né l’altra. Da dieci anni, ormai.
Primario, mi sarei aspettato dopo il “rumore” dell’Inter, il “fragore” di zero tituli !!
Certo che il Siviglia è una bella squadra. Non ci sono campioni strapagati da copertina patinata, però è un gruppo solido, unito, dove ogni interprete sa quello che deve fare.
Buongiorno De Pasquale.
Premetto che non ho visto la partita ma solo le immagini.
Credo che Conte sbagli ad andare via, non credendo al lavoro sin qui fatto. Non ho condiviso le dichiarazioni di Bergamo.
L’errore che ha fatto e che continua a portarsi dietro è quello di voler vincere al primo anno di gestione. Sempre.
È stato possibile alla juve, non in nazionale, non all’Inter.
In pochi capiscono le sue smanie, sempre più criptiche, ma la crescita di molti calciatori o il loro recupero, dovrebbero essere la cartina al tornasole del buon lavoro svolto che deve essere la base per gli anni futuri.
C è bisogno di un grande dirigente di calcio o di in grande ex allenatore che lo aiuti a cambiare mentalità , non il metodo.
Le coppe, si sa, vanno e vengono….
Alessandro, io personalmente non lo penso ed il Siviglia è una bella squadra che gioca un ottimo calcio, ieri ha comandato costantemente il gioco ed ha superato in semifinale il ManUtd, mica gli ultimi arrivati.
e poi non si sopporta quando fa quelle tirate tipo ieri sera…almeno mourinho aveva senso dell’umorismo..conte manco quello
Per Sconcerti l’inter ha superato la juve ed è la più forte l’Italia….gli effetti del chianti a colazione….
Conte ieri sera ha mostrato limiti precisi,quelli di sempre: cambi in ritardo, una costante, mancanza di alternative tattiche, un agonismo spinto all’esasperazione.
Conte è questo, la caratteristica principale che ha secondo me è che le sue squadre riescono sempre, o quasi, a sconfiggere le squadre più deboli….questo in campionato spesso porta al successo, vicino o meno, ma nelle altre competizioni….
Sono però sicuro che se ieri sera l’Inter, della quale poco mi importa, avesse vinto la finale, voi juventini, per sminuire il successo, avreste detto che l’Europa League è una coppetta di consolazione per poveri sfigati.
Io ci andrei piano col sogno, molto ma molto piano.
Spero invece conte rimanga, inchiodato al suo bolso 3-5-2 con, ai lati dei 3, due stopperoni (non certo difensori moderni in grado anche di impostare e perfino di attaccare le fasce), ed ai lati dei 5 due terzini mica due ali, schema lancio lungo a Lukaku oppure rubar palla e ripartire, un calcio miserabile (in Spagna lo chiamano “futbol racano”) che in Europa porta a fallimento sicuro come si è visto, solo la pochezza degli avversari incontrati prima (Getafe, Leverkusen ad uno Shacktar che a quel punto della stagione vale nulla) hanno ritardato la inevitabile sentenza.
In più questo caricare a mille sempre e comunque non sempre paga, ieri si è vista vera isteria in campo trasmessa a suoi giocatori che hanno finito in 11 solo per la benevolenza di un arbitro mandato li da rosetti col chiaro compito di scortarli a dovere.
E per finire la nota tendenza a sbroccare mediaticamente, cosa che trasformerà il noto ambientino in una vera polveriera al primo accenno di risultati negativi o, peggio, di crisi.
No no, niente sogni, ci basta la realtà , e questa realtà è bellissima.