C’erano ruggini, fra Lazio e Atalanta, ruggini che risalivano alla finale di Coppa Italia di un anno fa. Anche per questo, la Dea, che santa non è, si è infilata elmetto e stivali. Alla guerra come alla guerra. Morale: uno a quattro. Si può discutere dello scarto, e del gol mangiatosi da Immobile che avrebbe scatenato la caccia al romanzesco 3-3 dell’ultimo campionato. Non sul resto.
Gasp è uno dei pochi che pesano. Il suo calcio, rapido e concreto, mescola l’antico con il moderno, le marcature a uomo (Toloi su Milinkovic-Savic, Pasalic su Lucas Leiva) e il pedalare rotondo, ficcante, occupando il campo per quello che dovrebbe sempre essere: un luna park o un poligono di tiro, mai una prigione.
Può scappare qualche lancio di troppo verso Zapata, e può succedere che Acerbi, il migliore delle Aquile, lo disarmi. Può capitare che, in alcuni frangenti, gli avversari giochicchino meglio, ma poi, senza bisogno di rimboccarsi le maniche, metafora che Guido Ceronetti detestava, ecco i petardi, ecco i terzini, ecco i gol. Di Gosens il primo, di Hateboer il secondo (di piatto destro, su palla del tedesco: specialità di Bergamo, non solo di Anfield) e poi il Papu. Rasoiata di destro, cannonata di sinistro. Classe pura, da «dieci» argentino che balla il tango, se serve, al ritmo del rock.
Sì, è la solita Atalanta, ma un’Atalanta che, in attesa di Ilicic, sa vincere di fetta e non solo di torta, in rimonta come a Torino o di fisico e di pugnale come all’Olimpico. La Lazio ci ha provato, ma Luis Alberto e Milinkovic-Savic erano accerchiati, Immobile più Cenerentola che scarpa d’oro e Caicedo, rete a parte, molto nervoso. Non penso che il k.o. di Correa abbia sabotato la trama, alla quale un silente Maresca ha offerto grotteschi scenari da wrestling. Per lo scudetto c’è pure la Dea. A patto che ci creda come noi crediamo in lei.
Scritto da Robertson il 1 ottobre 2020 alle ore 12:24
Parlo’ costui ,tifoso di una squadra che da anni ci sorprende con ottimi acquisti.
Scritto da Il Maestro [ex Mister 33 (ex Ambro Allegri)] il 1 ottobre 2020 alle ore 01:37
Quello che dicono di lei i suoi conoscenti, Ambra
Scusate pensavo Marcos Alonso fosse molto più giovane!!!
Certo Robertson la posizione di Khedira è condivisibile e probabilmente la maggior parte di noi al suo posto farebbe la stessa scelta.
Quanto a DC, o è poco comprensibile come dici oppure, come scrivevo poco fa, ho dei dubbi che il ManUtd lo abbia veramente richiesto. Tra una squadra che ti vuole sbolognare ed una che ti vuole, a parità di stipendio e blasone, in un campionato più prestigioso, rifiuti? Ma va là …
Se diamo una chance a Texas, come lo chiamate voi, perchè non a Frabotta?
ha una società di capitali (ergo un datore di lavoro) ha diritto/possibilità di tracciare i movimenti e i c/c accesi da propri dipendenti? penso proprio di no. Ma a vedere certe operazioni io un poca di intelligence la metterei in piedi. Come pare abbiano fatto per il cresta.
Avere in casa uno, lavorabile, che costa 200k l’anno e ha 21, e spendere soldi (e commissioni….) per un maturo castrone di fascia altamente pagato che gioca, non sempre, in una squadra da tempo fuori dai vertici, fa pensare tanto male.
Fabietto occhio.
ecco, prendessero alonso e fossi socio, comincerei a pensare ad azione di responsabilitÃ
per quanto paradossale possa sembrare, l’abolizione del costo del cartellino nei trasferimenti tra club (ancorchè da studiare nelle modalità ), è la strada principale per evitare il fallimento di tante società di calcio. se un giocatore non ha valore di cartellino, non hai bisogno di fare dei contratti pluriennali per non perdere a zero il giocatore in scadenza. Nel tempo gli ingaggi dei giocatori sarebbero commisurati al loro effettivo valore e non a tutte le variabili che entrano ora in gioco. Questo farebbe scontenti giocatori, procuratori e piccole società che sulle plusvalenze vere ci campano, ma prima o poi se non all’abolizione totale del costo del cartellino si arriverà magari a sostituirlo con un indennizzo.
Baaaah Marcos Alonso, terza scelta al Chelsea, 30 anni. Piuttosto rischio tutta la stagione con Frabotta.
l’entusiasmo di tonio cartonio per alonso mi conforta nella sensazione che il già smemorato del salento se ne fotte della/e società in cui lavora e di come buttino i soldi dalla finestra. gli basta avere giocatori di rendimento per il momento, per vincere qualcosa da sbattere in faccia ai padroni attuali e ai prossimi. Alonso in squadre di alto livello per me non si può vedere. uno da fiorentina, ed episodicamente da livelli un poco più alti (tre anni fa…). Ma non è che 30 anni diventa alfonso davies, ecco. Probabilmente neppure frabotta, ma con carciofone alonso il dubbio non c’è di sicuro.