C’erano ruggini, fra Lazio e Atalanta, ruggini che risalivano alla finale di Coppa Italia di un anno fa. Anche per questo, la Dea, che santa non è, si è infilata elmetto e stivali. Alla guerra come alla guerra. Morale: uno a quattro. Si può discutere dello scarto, e del gol mangiatosi da Immobile che avrebbe scatenato la caccia al romanzesco 3-3 dell’ultimo campionato. Non sul resto.
Gasp è uno dei pochi che pesano. Il suo calcio, rapido e concreto, mescola l’antico con il moderno, le marcature a uomo (Toloi su Milinkovic-Savic, Pasalic su Lucas Leiva) e il pedalare rotondo, ficcante, occupando il campo per quello che dovrebbe sempre essere: un luna park o un poligono di tiro, mai una prigione.
Può scappare qualche lancio di troppo verso Zapata, e può succedere che Acerbi, il migliore delle Aquile, lo disarmi. Può capitare che, in alcuni frangenti, gli avversari giochicchino meglio, ma poi, senza bisogno di rimboccarsi le maniche, metafora che Guido Ceronetti detestava, ecco i petardi, ecco i terzini, ecco i gol. Di Gosens il primo, di Hateboer il secondo (di piatto destro, su palla del tedesco: specialità di Bergamo, non solo di Anfield) e poi il Papu. Rasoiata di destro, cannonata di sinistro. Classe pura, da «dieci» argentino che balla il tango, se serve, al ritmo del rock.
Sì, è la solita Atalanta, ma un’Atalanta che, in attesa di Ilicic, sa vincere di fetta e non solo di torta, in rimonta come a Torino o di fisico e di pugnale come all’Olimpico. La Lazio ci ha provato, ma Luis Alberto e Milinkovic-Savic erano accerchiati, Immobile più Cenerentola che scarpa d’oro e Caicedo, rete a parte, molto nervoso. Non penso che il k.o. di Correa abbia sabotato la trama, alla quale un silente Maresca ha offerto grotteschi scenari da wrestling. Per lo scudetto c’è pure la Dea. A patto che ci creda come noi crediamo in lei.
Almeno una tra Atalanta e Lazio avrà gran fortuna nel sorteggio della testa di serie
Tutto sto entusiasmo per il Chelsea. Mah…
Il trombone lo mette tra i favoriti per la cl. Boh. Lontanissimo dalle migliori per me. Werner ad altissimi livelli tutto da verificare. Come havrttz e tanti altri. Silva centrale di difesa ha fatto molto bene quest’anno. Anomalo. E ha gli anni del Chiellini eh?
Scritto da Fabrizio il 1 ottobre 2020 alle ore 12:06
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Concordo.
Ma se sbolognano qualcuno in attacco chiesa ci potrebbe anche stare, uno o due anni fa quando giocò con l’Italia il ragazzo mi sembrò molto forte. Però ad ora non mi sembra che ci siano segnali di cessioni importanti (douglas o Berna) e penso anche io che le priorità della squadra siano altre.
chiesa non è la priorità e siamo d’accordo, ma non è corretto dire che non ci serve. come esterno destro d’attacco in un 4-4-2 garantirebbe quei goal dal centrocampo che sono mancati negli ultimi anni ad esempio.
beh sulla fascia cuadrello danilo e con mansioni diverse chiesa non è male. dall’altra parte sandro, frabotta e la bernarda. potrebbe anche funzionare. piuttosto che prendere due bollitoni riserve a manchester e londra, bene.
Condivido l’opinione sulla stagnazione critica su juventibus… meno analisi, piu allineati e coperti. l’aver bandito i commenti nobbuono. ma ci sono anche altri posti dove si parla di calcio. che non sono quelli deputati in tv. adesso il guru di scai sembra diventato il condò, capace di banalità degne dello sconcerto di tutti noi. beppe viola, gianni brera, e diversi altri fanno piroette nella tomba. Ma pure tanti più giovani di questi tromboni autoreferenziali (del veggente della città murata manco parliamo, per carità ) sono giganti al confronto.
Si dai prendiamo Chiesa. Credo che Pirlo non veda l’ora di schierare un 11 di partenza con tutti attaccanti, Berna in porta, del resto il suo compaesano (Buffon) gli avrà insegnato il mestiere!
Dest al Barcellona ufficiale, 21 milioni piu’ 5 di bonus
PeDdy
Troveremo il vaccino
E ci libereremo di te
Tranqu