Scrivere, o non scrivere, questo è il dilemma: se sia più nobile nella mente glissare colpi di cipria e dardi di ridicola euforia o prender armi contro una banda di brocchi e, opponendosi, por lor fine? Censire, riverire.
Quando l’asticella si abbassa, gli Amleti della Juventus si alzano. Due a zero a Kiev, quattro a uno alla Puskas Arena di Budapest. In mezzo, il banchetto catalano allo Stadium. Ottavi in tasca: a volte, la Champions ristora. Per un’ora, sino alle comiche del portiere e dintorni, la squadra di Pirlo aveva giochicchiato. Il pubblico, la pioggia, i ritmi lenti: le condizioni ideali per chi ha voglia. E Morata ne aveva. Belli i gol: il primo, in avvio, su lancio di Bonucci e cross di Cuadrado; il secondo, in girata, su servizio di Cristiano e velo di McKennie.
Occhio, però, alla sindrome di Démbelè (pur di far segnare il marziano, la quarta scelta non ha tirato) e al suo opposto (pur di non far segnare Morata, Cierre ha tirato e sbagliato). Dettagli. Pirlo aveva parcheggiato Dybala e inserito Ramsey, poi stiratosi (naturalmente). C’era il solito Cristiano agitato e un Chiesa, almeno lui, pronto a lanciarsi nello spazio. Con Arthur che fagocitava palloni e tocchettava corto, per la gioia degli statistici.
In generale, e sempre a «media luz»: brandelli di pressing e pochi smarcamenti. E il Ferencvaros? Immagino, da lassù, i moccoli del colonnello Ferenc: c’era una volta la scuola danubiana. Una volta. Bentancur ha avvicendato Arthur e l’ha fatto con il ringhio del buttafuori. Poi Dybala. Entrato al posto di Morata, e subito in modalità torello, va a referto con un gol e un autogol, sintesi delle gag di Blazic, Dibusz (soprattutto) e Dvali. La rete di Boli ha fissato un 4-1 in trasferta che, come sempre, dividerà risultatisti e prestazionisti. Con quel Cristiano a zero – passare, non passare? – che, se vogliamo, rappresenta una chiave, molto kafkiana, di lettura.
La Lazio, per concludere. «Tamponata» e decimata, ha strappato un altro prezioso 1-1. Dopo Bruges, San Pietroburgo. L’ha salvata, agli sgoccioli, il «solito» Caicedo, biglietto vincente delle riffe conclusive. A Cagliari, a Torino, con lo Zenit. C’è vita attorno a Immobile.
De Pasquale gioisce e si inorgoglisce
facendo al maesro il culo a striscie
Ma per quanto la zoccola di Ambra si roda
l’Interista arriva e con una scorreggia in faccia la zittisce
Addio Sefano, grande batterista sempre sorridente.
Grazie per le gemme che ci hai regalato
.
De Pasquale rosica e squittisce
Vibran i baffi, s’agita la coda
Ma per quanto la zoccola si roda
Il Maestro arriva e la zittisce
Scritto da DinoZoff il 6 novembre 2020 alle ore 16:12
Buongiorno Zoff, purtroppo meritavamo almeno un risultato utile con il Real , adesso tutto si complica.
Dopo un’abbondante libagione a base di uova e fagioli , un intenso odore di Il Maestro [ex Mister 33 (ex Ambra ] si e’ sparso per tutto l’edificio.
D’altronde e’ il profumo che meglio lo rappresenta
Confermate che le leggi del calcio sono diverse da quelle dell’universo mondo?
Leggo oggi di persona fermata che andava al lavoro (ma che avrebbe dovuto stare in quarantena), denunciata per epidemia colposa.
E la Lazieee?
e intanto un’altra vittima eccellente dell’immunità di gregge cui ci stiamo sottoponendo senza essere stati avvertiti. se ne andato stefano d’orazio batterista dei pooh di 72 anni. RIP
zazzaroni
un gaga da operetta
un guitto
una vergogna per qualsivoglia Paese civile
Spiace che quelle pagine
vengano nobilitate
da una firma prestgiosa
come quella del beck
https://www.tuttojuve.com/l-avversario/qui-lazio-lotito-ce-stanno-a-fa-il-gioco-delle-3-carte-cairo-mi-odia-positivi-anche-nella-vagina-delle-donne-ci-sono-i-batteri-535100
Con la consueta finezza,
il dott. Lotito ribadisce l’assoluta estraneità del suo club
a maneggi
truffe
e tamponi variabili
Sul corsporc dello zazza cmq la questione è sconosciuta. L’omino si sta comprando scarponi con ramponi da nanga parbat per arrampicarsi ad uso e consumo dei lettori e quindi del suo stupendiuccio.
Sportiva