Tanto tamponò che non piovve. Caddero solo le gocce di Cristiano, il solito Cristiano: gol (su tocco di Cuadrado, il regista occulto), palo e punizione (pugni di Reina). Inzaghino, come sappiamo, era senza Lucas-Leiva, Immobile e Strakosha, bloccati dai «protocolli» ballerini di Lotito. I tamponologi sono già al lavoro.
A noi non restano che le zolle, modeste, del campo. Modeste come la partita. Era l’ora di pranzo, il vantaggio facile (e meritato per l’impatto, per l’azione) avrebbe dovuto spingere Madama a una partita meno attendista, meno amletica. La Lazio non poteva che affidarsi alle serpentine di Luis Alberto e al fisico di Milinkovic-Savic. L’idea di Pirlo è chiara (a lui): p2, pressing & palleggio, il problema è il ritmo, non tale – spesso – da spiazzare gli avversari. Morata ha fatto il sacrestano di Cierre, mentre le avanzate di Cuadrado, più ancora che i tocchi di Bentancur o gli strappi di Rabiot, costituivano l’unica scintilla della manovra. Il colombiano: un terzino-ala.
E la Lazio? Serena, con il cuore in tumulto ma l’orgoglio affamato. Ha cercato, con Acerbi e Luiz Felipe e un discreto filtraggio, di limitare i contropiede. Ha aspettato il raddoppio della Juventus e l’ingresso di Caicedo. Del primo, solo sfiorato, nessuna notizia. Dell’altro, viceversa, il canonico cerimoniale. Caicedo entra (in largo anticipo, questa volta), fa a sportellate e dalla lotteria del 95’ – come a Torino, come in Russia – estrae una pepita di gol, complica la piccozza di Correa.
E la Juventus? Sempre lì, a corricchiare, metà possesso e metà piazzamento, centrocampo piatto, Kuluseveski ingolfato nel traffico, lui che ha bisogno di spazio per buttarsi. Uscito il Marziano, acciaccato, è crollata la percezione di pericolo. E così solo Lazio. Fra le nuvole di fumo di Dybala.
Enrico, non andrà Cristiano (con la caviglia toccata), non andrà Dybala, le assenze di Chiello e Chiesa oggi…uhmm…
Meglio di niente ma appunto gli infortunati (De Ligt, Alex Sandro, Ramsey) hanno tempo per recuperare meglio.
Ripeto convintamente, benedetta ‘sta sosta, poi certo se si aggiunge qualche altro infortunato che dire?
Capita, come può capitare alla Continassa in allenamento.
Ah, beh, Bilbao, se la vogliamo vedere così, sì. Però, poi, bisogna sperare che qualcuno non torni infortunato o positivo…incrociamo tutto!
Un allenatore arriva, si acclimata, cambia il meno possibile a livello di modulo. Mette i giocatori nei loro ruoli e lavora sulle teste e sull’aggressività (ma veramente e non a parole).
Poi prova ad incidere e a a metterci del suo dopo qualche mese.
Scritto da bilbao77 il 8 novembre 2020 alle ore 16:19
Già , era ampiamente auspicabile questo modus, soprattutto da un esordiente.
Ma appunto… dobbiamo guardare alla realtà . Il punto è fare disfattismo interno perlopiù come con Sarri la stagione scorsa o provare a capire il bandolo della matassa?
Enrico, benedetta pausa nazionali.
Siamo a pezzi letteralmente e Cristiano dice di aver sentito la caviglia girarsi.
Capisco Montessori, la psicologia, la empatia …ma fare entrare la Bernarda…
Interve’ non la menare ancora. Pirlo non lo cacci a novembre. Porta pazienza. O facciamo (oddio, io no a dire il vero) come con Sarri?
Siamo a tre mesi di Pirlo, nessuna chiedeva chissà cosa, ma un minimo di linearità , scelta degli uomini, capacità di stare in partita, lettura della partita. Ad oggi, tranne la solita difesa a tre, modulo molto paraculo, non c’è nulla.
https://m.tuttojuve.com/altre-notizie/pirlo-in-conferenza-peccato-avevamo-la-partita-in-mano-tirata-d-orecchie-a-dybala-non-solo-a-lui-non-guardiamo-la-classifica-535221
Dybala che non stava bene fisicamente (tant’è che, infatti, non va con l’Argentina) perchè allora lo metti dentro quando bisogna stringere il c.ulo? Mah…
Ps. Ma quando finiranno queste inutili e dannose pause nazionali, santa cacca?
Ciuppa CANCRO!
La proverbiale cattiveria di Pirlo…