Dal Camp Nou a Marassi, dallo smoking al saio, la Juventus ha provato a ripetere la stessa partita, prendendola di petto. Ma ha trovato solo una cosa in comune: i due rigori. Il Genoa di Maran si è messo lì, fra i bivacchi della sua tre-quarti. Con Pjaca e Scamacca che invocavano improbabili munizioni. Era a senso unico, la partita: una incessante e noiosa processione fino al momento che poi era sempre quello, un corner o un cross.
Per aprire i catenacci, se non hai un «palo» d’area che permetta di pirlargli attorno, devi azzeccare un dribbling, un movimento senza palla, un lancio filtrante. L’idea di Pirlo era di recuperare in fretta, fase che i genoani, preferendo rannicchiarsi, concedevano: e qualcuno fra Madama avrà pensato, magari, al gegenpressing. Dybala girava al largo, e non è una novità ; Cristiano, idem, e anche questa non è una novità , se la pancia è piena (e dopo il Barça lo era, lo era). Una coppia a distanza: troppo a distanza. Ci provava McKennie, di testa (Perin reattivo). Si prodigava Cuadrado, il regista occulto della squadra, non però con le stesse magie del derby.
Difendevano alto, Bonucci e De Ligt. Ma palle-gol pulite, non più di un paio (McKennie all’inizio, Cristiano alla fine). Nonostante i dribbling di Chiesa. Nonostante il lavoro sporco di Bentancur. In assenza di scintille, si aspettava l’episodio, che a volte si traveste da errore. Ma di chi? Di un Genoa chiuso a chiave o di una Juventus costretta a sporgersi dal davanzale?
Improvvisamente, i petardi. Un gol di Dybala, alla vecchia maniera, su tocco aereo di McKennie (Usa e detta), poi un pisolo di Alex Sandro, freddato dalla lama di Sturaro, quindi i contatti Rovella-Cuadrado e Perin-Morata, entrato per smuovere la noia. Alla centesima juventina, il Marziano non credeva ai suoi occhi. Trasformare un 5 nell’ennesimo 8, perché no. L’edicola freme.
Mah pare che Gómez di fronte ad un rimprovero molto acceso di gasperini gli abbia mollato due sganascioni.
Gómez è un atleta di 33 anni nel pieno della sua forza fisica e gasperini un uomo di 62 anni.
Basta questo a far capire l’infanzia del gesto.
Fossi la proprietà uno così lo mando via anche fosse cruyff.
Eppoi gasperini ha creato l’Atalanta,senza di lui Gómez non era nessuno.
Scritto da Alex drastico il 14 dicembre 2020 alle ore 14:03
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Tanto elementare quanto sacrosanto.
Fossi nel mitico Gasp manderei a fare in culo la sua creatura e lascerei in braghe di tela Bergamo e quella merda di nano del Papu. E vediamo come sopravvivono.
Fabrizio , il valore del giocatore
ma non scherziamo dai , il Papu se ha avuto un minimo di notorieta’ e’ grazie al Gasp
Ma anche se fosse stato Gasperini a provocare (e comunque é l’allenatore… decide lui), magari rivolgendosi in modo poco ortodosso, chi passa alle mani ha sempre torto come dice Lovre. SEMPRE.
Nel caso la società o riesce a ricucire in qualche modo, visto il valore del giocatore, ma con multe e quant’altro, o non ha scelta.
Probabilmente sei tu quello che non perde occasione di stare zitto!Difendere i violenti fa parte del tuo credo polÃtico!Gomez e’ un talento ma come uomo vale poco e poi la società ha già deciso:VIA.
Barcellona-PSG agli ottavi è un crocevia per i due allenatori: chi viene eliminato saluta la squadra, magari non a marzo ma a fine stagione sì…
Non perdi mai occasione per fare un po’ di silenzio.
L’anno scorso se non era soprattutto per Gomez, Gasperini veniva a pascere le pecure insieme a te…
E poi i panni sporchi si lavano in famiglia non in conferenza stampa!Magari Gasp decidesse di venire a Vinovo..!
Quando usi le mani è sempre torto!I maneschi si mandano via e sono loro i veri ominicchi!
Mi riferivo a Gasperini, ovviamente.
Allora se Gomez a torto i a ragione gli ha mollato due sganassoni, allora, a maggior ragione e per rispetto dei tifosi, vada in sala stampa e spieghi tutto. Per il bene di tutti e soprattutto per il rispetto di atleti e tifosi.