Ogni tappa, una scalata. La Juventus è questa, in fuga da nove anni e da mesi ansimante, sgonfia, senza un sacco di titolari (ultimo, De Ligt). Per un’ora, lo Spezia di Italiano l’ha tenuta a cuccia: un po’ di pressing, un po’ di giro palla e zero tiri, a conferma che le lavagne contano e i piedi pesano. Potevano segnare solo su errore, i campioni. Non su azione. Palo di Cristiano a parte.
Che Juventus era? La solita. Lenta, pasticciona, come se gli occhi dei suoi interni fissassero sempre le zolle e non il cielo. Dal momento che il calcio è, sì, irrazionale, ma con juicio, ecco i cambi di Pirlo. Da una miniera sventrata sono uscite due pepite: Morata e Bernardeschi. Un centravanti di ruolo – determinante, perché l’unico – e un eclettico scaduto a generico. L’hanno risolta loro. Assist di Bernardeschi per Morata, e Var finalmente propizio. Assist di Bernardeschi per Chiesa, e raddoppio: di rimbalzo, da terra, sulla replica di Provedel.
Erano stati richiamati, per la cronaca, McKennie e Frabotta. Sembravano staffette fin troppo avventate, visto l’andazzo della partita: «e invece no, invece no», cantava Mina. Sua Geometria ci ha preso.
Da quel momento la gara si è consegnata al più normale dei copioni. Spezia tutto avanti, Juventus tutta indietro. Stanca, ma con praterie così dolci da stuzzicarle l’appetito. Contropiede lungo l’asse Bentancur-Cristiano e 3-0. Scarto che poi Szczesny ha difeso addirittura da un rigore di Galabinov. Il risultato mescola la trama, confonde le indicazioni. Non ha concesso occasioni, la Juventus, e questo è un pregio. Continuano a latitare, in compenso, la precisione e la velocità nella fase di rilancio. Si procede a tocchi, con troppo rugby indietro e poco calcio in avanti. Succedeva, spesso, anche con i califfi.
Sabato la Lazio, martedì il Porto. Altre montagne. Alte montagne. Come les neiges d’Antan. La poesia aiuta, sempre.
secondo me ha pesato almeno altrettanto dare del “testicolo” pubblicamente al loro allenatore
Tonio Cartonio dichiara che battere la Juventus ha dato loro consapevolezza.
Ma va?
Grazie anche di questo Stagista imbalsamato.
Scritto da Enrico (Chain70) il 3 marzo 2021 alle ore 14:39
Di più. Si legge anche di presunto sciacallaggio. A parte che di fronte ad una situazione FINANZIARIA che dia un vantaggio ad una parte, se il management non la utilizza gli azionisti sono legittimati a far partire una bella azione di responsabilità nei confronti degli amministratori (peggio ancora se non agisci a tutela dei tuoi crediti, per capirci…visto che avanzi soldi – tanti – da una società controllata da un gruppo in fase di bail out statel, forse), ma allora gli acquisti a saldi del 2006 (con circonvenzione di croato-bosniaco, allora non già super-slatan, con tanto di sventolamento di super contratto pur di portarlo via da vinovo), come lo vogliamo chiamare?
Io direi, Il bue che dice cornuto all’asinello.
18,5 milioni pagabili in tre anni, con 6,5 milioni di possibili bonus
Ufficiale, riscattato McKennie
A proposito dell’articolo postato da Robertson, sentivo poco fa a Radio24 Zazzaroni parlarne e recriminare verso i colleghi che pensano che rendere note queste vicende sia anti-idaismo. Siamo a un livello in cui, appunto, se fai infomazione, devi anche giustificarti. Gli altri giornali scena muta, riguardo la situazione Inda…cazzo è? Lesa maestà ? Incredibile davvero…
Scritto da Robertson il 3 marzo 2021 alle ore 14:11
Si ma lì la colpa è stata di chiesa che non faceva l’elastico.
E comunque un altro attaccante ci sarebbe servito come il pane. Che inda, Roma Milan siano o erano nelle stesse condizioni non cambia il concetto. A cr7 serve un attaccante ed alla Juve serve sempre un attaccante.
C’è di peggio. Gli ultimi 15 minuti del verona. Un tempo se avesse pareggiato al 30esimo in casa sua si sarebbe barricato dietro, in 11 sulla linea.
Oggi il verona pareggia e vuole andare a vincere.
Le squadre sentono subito quando una squadra ha paura. E la juve, questa juve, ha perso sicurezze, in tutti i reparti. Diciamo che non è esattamente una medaglia per l’allenatore.
Non so voi, ma a me di questa partita rimarrà solo l’intervista post partita di italiano. Una volta l’allenatore de lo spezia veniva a Torino e tornava a casa contento come una pasqua per non averne prese di più. Oggi l’allenatore dello spezia, quintultimo in classifica, recrimina per il fatto che, senza una disattenzione difensiva, poteva portare a casa perlomeno il pareggio.