Nel giorno in cui, dopo nove anni di «regno», l’Inter le strappa lo scudetto, la Juventus salva la pelle alla lotteria di Cristiano. L’Udinese di Gotti stava meritatamente vincendo – di fisico, di cuore, di assoluta normalità – mentre Madama sembrava una Maria Antonietta scarmigliata e in fuga da sé stessa, non solo da Versailles. Le mancava di prendere gol da punizione battuta lestamente, come negli oratori di una volta, quando il più furbo calciava la palla fra la sottanona del prete bonario. Da De Paul a Molina, tutti un po’ così e Szczesny un po’ cosa.
Era il solito incipit dei soliti giocatori della solita Juventus del solito Pirlo, ormai nudi alla meta e non più in grado di trasformare il quarto posto in un forziere. Cristiano ha un’età per cui avrebbe bisogno di una squadra, e la Juventus una squadra che avrebbe bisogno del Cristiano giovane: troppo lontani, gli estremi, per toccarsi. L’area vuota (fino, almeno, all’ingresso di Morata), il carattere ancora di più e, come gioco, la caricatura del City guardiolesco: palla rigorosamente orizzontale e implacabilmente lenta e/o indietro. Con Dybala lontano dagli occhi e del cuore (dell’azione), con Cuadrado raddoppiato e, dunque, emarginato.
Ma perché, allora, Udinese uno Juventus due? Perché alla lotteria di Cristiano, d’improvviso, sono usciti due biglietti: il primo, su rigore per braccio largo di De Paul in barriera (De Paul, fin lì sultaneggiante); il secondo, di testa, su cross di Rabiot (cambio azzeccato, ma sì), complice uno Scuffet distratto, o comunque sorpreso.
E così Madama resta aggrappata alla tenda della zona Champions. Domenica, il Milan allo Stadium: ennesimo spareggio. Immagino, se non rientra Chiesa, la ressa attorno alla tombola di Cierre. Tirare subito i dadi di Kulusevski e Morata, no?
La verità sulla Superlega. Golpe? La Serie A ne discuteva già il 16 febbraio
Il Consiglio della Lega di Serie A ha discusso del progetto Superlega con tanto di verbale lo scorso 16 febbraio. Due mesi prima dei comunicati stampa che ne hanno annunciato la nascita
di Marco Bellinazzo
Nessun golpe. Niente riunioni carbonare. Il Consiglio della Lega di Serie A ha discusso lo scorso 16 febbraio – due mesi prima dei comunicati stampa che ne hanno annunciato urbi et orbi la nascita ufficiale – del progetto di Superlega raffrontandolo con quello della Superchampions. E con ogni probabilità analoghe discussione stavano avvenendo in Premier League, Bundesliga e Liga, come si evince dal verbale riservato di quella riunione che Il Sole 24 Ore è riuscito a visionare.
La storia della Superlega dunque andrà riscritta rispetto alla narrativa delle ultime settimane. La narrativa dei ricchi contro i poveri e del rovesciamento clandestino dell’ordine costituito. Quella che domenica ha spinto i supporter del Manchester United a invadere l’Old Trafford impedendo lo svolgimento del match contro il Liverpool e fa sì che il tema delle sanzioni per i club ribelli sia tuttora sul tavolo di Uefa e Leghe.
Nessun blitz segreto
A leggere i verbali riservati non si sarebbe trattato di un blitz segreto di 12 club con il resto del mondo del calcio ignaro, a partire dalle istituzioni calcistiche. Tutt’altro. Del progetto di Superlega si discuteva nel merito da mesi come alternativa alla Superchampions targata Uefa, con dovizia di particolari, slide, calendari, impatto economico e corporate governance. E, come anticipato, il tema è stato oggetto di un approfondito Consiglio della Lega Serie A lo scorso 16 febbraio, due mesi prima della famosa notte in cui i comunicati stampa dei 12 club annunciarono l’istituzione della Superlega. In quella riunione erano presenti in videoconferenza, oltre al Presidente della Lega Paolo Dal Pino e all’ad Luigi De Siervo, i consiglieri con diritto di voto, Tommaso Giulini, Luca Percassi, Paolo Scaroni e Maurizio Setti. Erano stati convocati senza diritto di voto, anche Claudio Lotito e Beppe Marotta.
I due progetti
È stato l’Head of competition and operations della Lega Andrea Butti ad illustrare nel dettaglio le due proposte di riforma delle competizioni internazionali. A proposito di Superlega, Butti ha spiegato al Consiglio che la nuova competizione sarebbe dovuta scattare dalla stagione 2022/2023, ossia dalla stagione nella quale si disputerà il mondiale in Qatar, tra novembre e dicembre. A scendere in campo sarebbero stati 15 club con partecipazione pluriennale garantita e cinque con qualificazione annuale. La riforma avrebbe avuto in impatto a livello sportivo (da 18 a 21 gare) ed economico con distribuzione tra i 15 fondatori di 3,5 miliardi di euro per compensare la mancanza di risorse derivanti dal Covid-19. La governance sarebbe stata costituita da una SpotCo e una MediaCo, con un’assemblea generale, il board of directors, le commissioni e il chairmen’s Commitee.
Sulla Superchampions, che avrebbe dovuto partire dalla stagione 2024/25, l’Head of competition ha invece precisato che l’impatto sul calendario non sarebbe stato drammatico «in quanto consentirebbe alla Lega di effettuare le 46 giornate di gara attualmente previste per campionato, Coppa Italia e Supercoppa, fermo restando che non ci sarebbe alcuna ulteriore data libera, come di fatto sta avvenendo nella corrente stagione».
Le altre Leghe
Lo stesso Butti, spiega poi in un passaggio molto significativo del verbale del 16 febbraio 2021, a proposito del progetto SuperChampions, che «la lega inglese, tedesca e spagnola vedono il pericolo di erosione di altre quattro date da parte della Uefa ma sono molto inclini ad accettarlo purché non prenda il via la Superlega (evitando così di doversi scontrare contro la Uefa in questa fase)». Se ne deduce, a rigor di logica, che analoghi dibattiti sul confronto tra Superlega e la Superchampions fossero siano stati avviati non solo informalmente anche in Premier League, Bundesliga e Liga spagnola. Tre Leghe che dunque si suppone fossero perfettamente a conoscenza delle specificità della Superlega.
Come ad esempio del fatto che questa competizione non fosse il crepuscolo del merito sportivo. A proposito dei 5 club che avrebbero dovuto accompagnare i 15 fondatori, nel progetto discusso dal Consiglio di Lega a febbraio infatti non si parla di partecipazione su “inviti” (l’infelicissima formula contenuta nei comunicati), ma di 5 club con “qualificazione annuale”.
Le diverse opinioni: il male minore
Nel dibattito che segue alla presentazione in Consiglio di Lega del 16 febbraio Luca Percassi e Claudio Lotito si sono espressi subito contro il progetto di Superlega per tutelare al massimo i campionati. Beppe Marotta ha sottolineato nel suo intervento la necessità di portare il dibattito all’interno dell’Assemblea e di legarlo a una riforma dei campionati nazionali che comunque rischierebbero di passare in secondo piano anche con il progetto Superchampions che coinvolge 36 club anziché 32. In quest’ottica, l’ad della Lega De Siervo, propone di appoggiare la linea dell’Associazione delle Leghe europee che stavano lavorando a una mediazione con la Uefa per arrivare nei gironi iniziali a disputare non 10 partite (4 in più delle attuali) bensì 8, in modo da mettere in agenda non 100 match in più rispetto al format attuale ma 70, e non intasare il calendario.
Ad ogni modo, De Siervo, sottolineava nel verbale come la maggior parte “degli alleati” della Lega ritenessero che la riforma della Champions fosse il male minore, rispetto alla Superlega. Confermando implicitamente che il progetto Superlega non solo fosse noto agli addetti ai lavori, ma che se ne discuteva nel merito mesi prima rispetto alla nascita ufficiale nella notte del 19 aprile.
Il ruolo della Fifa da chiarire
Anche nel rapporto dei club ribelli con la Fifa potrebbe essere necessario rivedere la narrativa. Il presidente del calcio mondiale, Gianni Infantino, durante il congresso della Uefa di martedì 20 aprile, di fronte alla sollevazione popolare e politica, si è schierato contro la Superlega. Tuttavia, nei progetti riservati relativi alla nuova competizione si contemplava la creazione di un canale preferenziale di accesso alla “World Club Competition”, il mondiale per club allargato a 24 squadre approvato dalla Fifa nel marzo 2019, il cui debutto era previsto in Cina quest’anno (è stato rinviato a data da destinarsi causa Covid).
Ebbene, nei progetti elaborati di Superlega, come si evince dal verbale italiano del 16 febbraio, si prevede che le 12 squadre europee ammesse alla Wcc provenissero tutte da questa competizione (le prime cinque dei due gruppi da 10 totali della regular season più altre due qualificate con uno spareggio fra sesta e settima classificata dei gironi della Superlega). Sarebbe interessante sapere se tale soluzione sia stata anticipatamente discussa e concordata con la Fifa o “immaginata” unilateralmente dai fondatori della Superlega.
Conclusioni: perchè le sanzioni?
Il quadro che emerge dal verbale del Consiglio di Lega, in conclusione, appare molto diverso da quello che finora è stato descritto. La Superlega – al momento un sommergibile giuridico con a bordo ancora 4 club, Real, Barcellona, Juve e Milan – era frutto non di una cospirazione, ma di una proposta articolata, depositata e discussa dalle istituzioni calcistiche (con ogni probabilità non solo in Italia). Alla luce di queste rivelazioni non appaiono giustificabili le sanzioni o le minacce di conseguenze gravi verso i 12 club/aziende che hanno delineato un percorso – che in quanto tale può essere accolto o rifiutato – per tutelare i propri bilanci e assicurare lo sviluppo di un settore colpito, causa Covid, dalla prima recessione globale. Con perdite che, nei prossimi anni, si stimano tra i 6,5 e gli 8,5 miliardi.
IL SOLE24ORE 4.5.2021
Per me il portiere è un problema secondario. Ne abbiamo di più grossi, dal centrocampo all’attacco.
Ma soprattutto il problema lo abbiamo in panchina.
Scritto da Causio il 4 maggio 2021 alle ore 10:36
Vero fino a un certo punto, Sczeszny non ha fatto assolutamente bene quest’anno.
In ogni caso Donnarumma va in scadenza adesso, non tra un anno, quindi o lo prendi ora o lo prende qualcun altro. E il polacco ha 30 anni.
Anche per me il portiere è un problema secondario…non mi piace l’idea di raiola dietro l’angolo! Si portasse via Bernadeschi anche a parametro zero. Abbiamo scritto e tanto su Kulu..francamente non capisco come gioca..lo vedo confusionario e poi che rallenta il gioco! E’ un problema dell’allenatore?..beh dovesse rimanere Pirlo converrebbe alla juve ed a lui stesso cambiare aria. Ci va di mezzo il suo avvenire di calciatore. Se poi si cambia il “maestro” ed allora teniamolo con la speranza che ci faccia vedere altro! leo
Per me il portiere è un problema secondario. Ne abbiamo di più grossi, dal centrocampo all’attacco.
Ma soprattutto il problema lo abbiamo in panchina.
Si parla tanto anche del portiere..Ritengo che Conso il suo lo fa per cui non vedo il grosso pericolo nel portiere. Ma se lo danno via, con chi ci piacerebbe fosse sostituito? Donnarumma? e se non con lui con chi? leo
Ci avesse messo la stessa maestria, il divino, contro il Porto, avremmo scritto altre cose ed altra storia anche se difficilmente avremmo potuto sperare un qualcosa di più di una semifinale di C.L.! Alti e bassi, e forse più “bassi” che alti quest’anno. Dopo la tripletta contro il Crotone è arrivata la doppietta contro l’Udinese e fatti 7 o 8 gol su rigore..Con l’Udinese comunque l’ho visto più partecipe rispetto alle altre volte, forse si è accorto delle sabbie mobili guardando la classifica della juve. Voto 6 per i due gol :rigore e papera del portiere avversario, ma lui era lì pronto per cui va premiato il sangue freddo e l’istinto. Agli altri do appena quattro ed a Pirlo due meno! Continua a cambiare formazione ed a confondere le idee di quelli che schiera. Texas avete scritto che ha si trascina in campo con un dolore all’anca che non vuol passare..Dybala invece che ha subito una distorsione al ginocchio deve sempre e comunque giocare bene..Le mutande sugli occhi sono pulite perchè lavate con candegina profumata..Ho letto, anche, che rallenta il gioco quando invece lui gioca ad un tocco salvo quando deve fare “la prima punta” che va in dribling per cercare la soluzione in prima persona..Quando non gli arrivano palloni lui se li va a cercare a centrocampo perchè in quel settore evidentemente la partita dice che non ci sono protezioni ed idee ed è quello che sta succedendo dall’inizio del campionato..Vendere Dybala e perchè no? Se lui è il male diamolo alla squadraccia che Conte sa come farlo giocare, se non quest’anno anche il prossimo anno quando potrebbe andare a parametro zero. Noi ricostruiamo attorno a Ronaldo per vedere poi l’effetto che fa! leo
scritto da Massimo Franzo’ il 4 maggio 2021 alle ore 10:09
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Era il ruolo più naturale dove potesse essere impiegato, e lo ha svolto male.
Tu in quale zona del campo lo avresti impiegato?
Tolto un buon dribbling, la visione di gioco è mediocre, corre male, non è ne carne ne pesce.
Acquistato quando c’era ancora Sarri in panchina, ci sarebbe da domandarsi se il suo acquisto è stato concordato con lui, o se, come sospetto, è stato il classico acquisto per fare un dispetto alla concorrenza, tanto poi ci deve pensare il mister di turno.
E’ questo il male della Juve degli ultimi anni: che fa il mercato (plusvalenze, prestiti e cazzatelle varie) non si raccorda con le necessità del mister di turno e con il suo modulo di gioco.
Allegri, si è facilmente adeguato a questo andazzo, anche perchè è un aziendalista, ed ha fatto miracoli.
E solo per questo andrebbe rivalutato e ringraziato per quello che ci ha fatto vincere.
Conte a questo gioco non ci è stato e se ne è andato. Anche questo comportamento andrebbe riletto.
Qui dentro tutti parlano sempre di bel gioco, di gente che insegna calcio (termine che aborro): ma in quanti si sono chiesti se la dirigenza segue le indicazioni del mister di turno circa il mercato e gli acquisti da fare funzionali al tipo di gioco da sviluppare?
Alla Rai Kabul ha una grossa rappresentanza, a partire da quella nullità di Enrico Varriale. Continuano a mandare in onda, per es, immagini di Perugia, per l’esame di Suarez dicendo che era un giocatore destinato alla Juve. Nessuno che fa notare che la Juve aveva già preso Morata, quindi Suarez sarebbe stato inservibile.
Non c’é nulla da fare, il clima di farsopoli continua e le lamentele contro di noi quando coi nostri risultati disturbiamo Kabul facendoli apparire ingiusti o rubati sono sempre sulla cresta dell’onda. Che andassero affanculo !
E’ chiaro che il nostro centrocampo va rinforzato con un paio di giocatori con talento, esperienza e grosse palle. Non faccio nomi, però Locatelli, Aouar o De Paul potrebbero andare bene. Quello che più m’interessa di, più però é il gioco. Lo vorrei più rapido, verticalizzante, con rarissimi passaggi all’indietro e movimento di uomini senza palla. Guardate il Bayern, quando rilanciano l’azione si vedono due, tre, quattro, cinque giocatori che si buttano in avanti dettando il passaggio e liberando così Lewandosky da marcature asfissianti. Come quelle che si subisce Ronaldo in continuazione, per fortuna la sua intelligenza calcistica lo porta a liberarsi qualche volta diventando letale.
https://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/2021/05/04/news/corsa_champions_veleni_e_sospetti-299304470/?ref=RHTP-BH-I293269148-P1-S5-T1
É partita la solita macchina. Accuse preventive basate sul nulla, insinuazioni, messaggi tendenziosi con il supporto dei media.
Ma nessuno, a Kabul, che parli della dabbenaggine della propria squadra che si fa raggiungere in casa al 90’ dal Cagliari.