L’orgoglio, almeno questo. E i vecchi. Buffon, bravo sul rigore di Berardi non meno di Szczesny su quello di Kessié; e reattivo, molto reattivo, sulla lecca di Obiang. Poi il «ferrarista» Cristiano: la rete del raddoppio, dopo aver scherzato Marlon, un palo e una «garra» da sbirro uruguagio. Non credo che basterà per recuperare la zona Champions. Basterà per alimentare i dibattiti. Suggerisco un salto in archivio, all’estate del 2018.
E allora: Sassuolo uno Juventus tre. La partita l’hanno fatta allegramente e spensieratamente i boys di De Zerbi. Pirlo li ha aspettati, rinunziando al torello rugbistico che troppe volte, e troppo male, ne aveva zavorrato la stagione. Catenaccio «y» contropiede: alé. Eppure, o proprio perché, di punte o puntine ne aveva schierate quattro: Chiesa-Dybala-Cristiano-Kulusevski.
Un gioiellino della ditta Locatelli-Raspadori riapriva l’ordalia. Con il Sassuolo in versione «avanti Savoia» (Boga-Raspadori-Defrel-Berardi), a Madama si aprivano gustose fette di territorio. Dybala, imbeccato da Kulu, ne tagliava una. A differenza di Berardi, che, giunto al buffet, non trovava mai il coltello.
Un disastro, Rabiot (a parte il sinistro «libero» del gol e l’assist aereo a Cierre). In affanno, Bonucci: suo, fra parentesi, il penalty, netto, su quel diavoletto di Raspadori. E loro, naturalmente: Buffon, 43 anni. Cristiano, 36. Nei panni di Gigi non sarei tornato e magari la cerimonia dell’addio (l’ultimo?) proprio da amici non è stata. Ma questa è cronaca: la storia è un’altra, e la conosciamo. Cristiano era svagato, rancoroso, di fronte a scenari lunari (l’Europa League): ha reagito. Cento gol lui, nella Juventus, e cento Dybala: l’arma che più è mancata. Non solo per colpa di Pirlo. E sabato, Conte. L’ultima volta allo Stadium, in coppa, fu un dito medio contro il vaffa di Agnelli. Tranquilli: solo i grandi amori finiscono così.
Si vedono cose veramente brutte in questo ultime giornate del campionato dei poveri del calcio vero.
Sonego mi piace perché impersonifica il valore dello sport.carica agonistica per portarsi oltre I proprio limiti tecnici che peraltro sono migliorati esponenzialmente grazie a coach competenti e duro lavoro.
L’Atalanta è matematicamente in UCL, con merito.
Nella ripresa si possono riposare bene (non che abbiano sudato fino ad ora) mentre noi ci siamo condannati ad una battaglia inopportuna.
Il tutto a 3 gg dalla finale di Coppa Italia, proprio con la Dea.
Grazie AA.
Ma anche Cagliari,senza grosse illusioni!
Bisogna vincere e tifare viola,volente o nolente.
Fabrizio appunto ho parlato di stagione di merda. Ci siamo impegnati a renderla tale,ed è giusto pagarne le conseguenze. Gli altri hanno fatto il loro, qualcuno anche di più, noi a questo campionato non abbiamo partecipato
La Dea è forte e si sa ma il Genoa ha messo Marchetti in porta (credevo facesse il fornaio ormai), Masiello,Cassata, Melegoni, Rovella…si insomma, si è capito.
Tutto ciò ovviamente mai dimenticando che è ciò che AA ed il suo amichetto Stagista si sono meritati con questa indecente stagione
Intanto i bovini di merda di quegli immondi di Cairo e di Nicola son sotto a La Spezia.
Zitto Zitto Lorenzo, mi ci voleva anche questa non bastava stasera….
Meno male che Sonego un mezzo sorriso me lo ha fatto comparire….ma Tsitsi si deve mangiare i gomiti
Mah Milan Napoli e Atalanta hanno fatto i punti che dovevano fare, un discreto campionato e nulla più, siamo noi che abbiamo sbracato, con solo un po’ di attenzione in più si portavano comodissimamente a casa 10 punti in più. Lo scudo non arrivava lo stesso (l’Inda ha meritato), ma il secondo posto era in carrozza.
Si é riusciti in un’impresa quasi impossibile.
Nei contratti andreddero introdotti non solo bonus, ma anche malus. Magari certi bambocci sarebbero più stimolati a fare almeno il minimo sindacale.
nove scudetti noi, il decimo a Conte, sempre juventini alla ribalta