Bella, la storia di San Siro. Bellissimo, perché pazzo, il romanzo di Anfield. Sembrava ormai scritto, lo 0-0 del Meazza, frutto di un tempo a testa, il primo dell’Inter, il secondo del Real. Poi Ancelotti ha tolto Modric (36 anni) e inserito Camavinga (18). Il quale, servito da Valverde (23), ha imbeccato Rodrygo (20) che, a sua volta, ha anticipato Bastoni e freddato Handanovic. Era l’89’.
I cambi di Inzaghino non hanno pagato, quelli di Carletto sì (oltre Camavinga, anche Rodrygo). Si potrà discutere all’infinito se per un centravanti solo (Benzema) la difesa a tre sia un lusso, resta il fatto che con Conte il Real aveva vinto 2-0, con Simone 1-0. Meglio stavolta, l’Inter. Persi i lucchetti storici, Sergio Ramos e Varane, i blancos hanno un po’ ballato, e Courtois li ha tenuti su, di peso, ma Dzeko non è Lukaku (a proposito) e, dunque, la strada dei corpo a corpo non era percorribile. Skriniar, un gigante. Lautaro, più indizi che prove; Barella, troppo gregario; Brozovic, bussola egregia per metà gara. In Calhanoglu continua a essere più importante il ruolo dell’interprete: almeno per me. Nel Real, Vinicius è cresciuto alla distanza e Benzema non ha certo girato al largo.
This is Anfield. Togliergli il popolo è come rapare a zero Sansone. Adesso che è tornato, basta l’autopsia della prima mezzora per capirne la trascendenza. Il giovane Milan, privo dell’unico che avrebbe potuto scuoterlo (Ibra), per mezz’ora è stato costretto agli arresti domiciliari. Ripeto: non per scelta, per forza. Pioli o non Pioli, Coverciano o non Coverciano, scuola tardo-italianista o dolce stil novo: catenaccio. L’autogol di Tomori e il rigore parato da Maignan a Salah sembravano un bacio del destino. Solo uno a zero?
Klopp aveva rinunciato a Van Dijk, il totem difensivo, e a Mané. Firmino era infortunato. Origi, al suo posto, un disastro. Che rumba, i Reds. Alexander-Arnold, Robertson, Keita. Poi, d’improvviso, l’oceano diventò rigagnolo. E il Diavolo, fin lì sughero, visse due minuti da portaerei. Pareggio di Rebic, raddoppio di Brahim Diaz. Splendide le azioni, con gli avversari fermi ai box non so se per calcolo o per arroganza. Non un’impresa, comunque: un miracolo.
Dopodiché, riecco Fort Apache. Kjaer e Tomori a buttarsi contro le pallottole fischianti; Kessié e Bennacer a inventarsi campanili da tv in bianconero, Rebic, Leao e Brahim Diaz lontani e dispersi. Il 2-2 lampo di Salah e il 3-2 di Henderson fissavano i confini, minimi, di un dominio massimo. Che gli ingressi di Tonali e Giroud non riuscivano a contenere se non sul piano dello scarto. Fidatevi: s’impara più da incubi come questo che dai sogni delle notti italiane.
Dindondan mi spiace forzare la sua visione ma secondo me contro milan conta solo una cosa : il risultato.Le supercazzole sul gioco ,dopo.
Scritto da 3 il 17 settembre 2021 alle ore 19:04
Appunto
Chiunque ritenga Perin un portiere è una sega come lui. Non è da Juventus, meglio un ultratrentenne con esperienza che accetta la panchina.
Su Dybala sono d’accordo con Bartok al 100%
Niente rinnovo, in scadenza! Va nel cesto con Szczęsny, Rugani, Alex Sandro, De Sciglio, Arthur, Rabiot, McKennie, Bentancur, Ramsey, Bernardeschi. Via!
Dirò di più:Paulo Dybala non ha la statura per cambiare la storia della Juve,nemmeno di una virgola.
@Dino Zoff.Io non faccio parte di chi spinge o alimenta la macchina del fango,dico solo che Dybala guadagna troppo.Ritengo sia un’amenità alzargli l’ingaggio,guardiamo bene quello che abbiamo in cassa.Prima di fallire.
Alex, Robertson
Cherubini, l’ho preso da tuttojuve che riprendeva una intervista su Tuttosport
Uhh,gasperini si lamenta degli arbitri…
..
Ma lo ha detto veramente cherubini!?!?!?!
Scemo completo.
Mah. La santa alleanza tra juventini e milanisti e’ durata 20 anni , e certi rapporti non sono cambiati. Sempre 2 contro 1.galliani inve e ha avuto un brutto risveglio il 25 febbraio 12.
Scritto da Alex drastico il 17 settembre 2021 alle ore 19:12
Beh quella sui portieri è una uscita da dementi, effettivamente. Poteva dire abbiamo già due ottimi portieri e basta, e salvava la faccia. E’ riuscito a fare una toppa peggio del buco, svalutando per interpretazione autentica il numero 12. Un sgsgsgsgenio.