Non proprio il solito film, visto l’epilogo. Ma la solita solfa: assolutamente sì. E cioè: gol di Kean, bello fra l’altro, poi traccheggio e pareggio di Gyasi. Alla ripresa, tutti avanti e gol di Antiste in contropiede, su campanile di Maggiore. Ri-tutti avanti, un po’ di cambi, la «parata» di Locatelli, l’aggancio di Chiesa, di forza, il contro-sorpasso di De Ligt in mischia. Dopodiché, ari-tutti indietro. Con un mezzo miracolo di Szczesny su Maggiore a privare lo Spezia di un onesto 3-3.
Invece 2-3. La prima vittoria, alla quinta. Allegri, lui, tatticamente non è mai stato giovane, è nato mezzala fru-fru, è diventato gestore scaltro, attratto dalle mosse, ultimamente un po’ ripetitivo. Vive sui giocatori, mescola le carte, anche stavolta. Un tipo così. L’hanno salvato Chiesa e De Ligt, i «giovani» contro i quali si era scagliato. Il primo, una furia; il secondo, un po’ pigro sul raddoppio ma poi chirurgo nella bolgia.
Cosa sposta il successo? Poco, se pensiamo al gioco. Abbastanza, sul piano del morale. A patto di non pensarsi guariti. Lo Spezia di Thiago Motta non è stato molle, tutt’altro, ma oltre certi limiti non poteva sporgersi. Il suo calcio profuma di provincia: la scorsa stagione, per domarlo, Pirlo dovette sguinzagliare Cristiano; e c’era ancora Italiano.
La Juventus è ormai un caso. L’avevo collocata in pole, addirittura, e dunque merito la Siberia. D’accordo, c’era il marziano quando stilai la griglia, ma detesto gli alibi. Allegri, Allegri. Ecco: è l’ultima «speranza». Che sia tutta colpa sua. Tutta. Come per Sarri, come per Pirlo. Resta il discorso di fondo: squadra lenta, «vecchia», che si ciba di sprazzi, di episodi, con quel viziaccio di rintanarsi appena sfamata. Già immagino, Max: oh grulli, vi piace di più prenderlo in contropiede, come in avvio di ripresa? Odo gli augelli di Adani far festa, anche voi?
Scritto da Roberto Beccantini il 23 settembre 2021 alle ore 11:46
Toh, un Primario. (a parte l’ipotesi Adani…)
Gentile Bit, rispetto la sua opinione ma mi creda: si vende malissimo. Fosse più furbo di quello che è alla lavagna, ne sentiremmo delle belle…
tutto perfetto, primario. dissento solo su quel “si vende malissimo”, anzi mi sembra che si venda abbastanza bene, è abile a mascherare i suoi limiti dietro concetti come “il calcio è semplice” o vincere di corto muso e minchiate simili. ricordo l’apparizione in pompa magna a sky, sembrava fosse arrivato chissà quale guru della panchina… bella la provocazione finale su Adani, questa sì sarebbe la più clamorosa delle staffette.
e che menata sti tutti nazionali
la ballerina in nazionale ci va quando il procuratore si mette a piangere che lo convochino e non gioca
quando la spagna era vincente morata non era il titolare.
quando la francia vinceva giocava “ferro da stiro” Matuidi, non Rasbiot
colombia uruguai, ma di cosa parliamo?
dei nostri? campioni d’europa. complimenti e grazie. anche la grecia li vinse. li rimetti a giocare altre dieci volte la stessa rassegna escono ai quarti.
Se dovessero cacciare il ribollito, spero riprendano Mastro Pirlo.
Questo roster è molto più adatto ad essere allenato da lui, con un 3-4-2-1.
Szczesny (Perin)
De Ligt Bonucci Chiellini (Danilo, Rugani, in caso di necessità A.Sandro)
Cuadrado Bentancur Locatelli A.Sandro (McKennie, Arthur, Rabiot, Bernardeschi)
Chiesa e Dybala (Kulu, Kaio Jorge)
Morata (Kean).
Sono 21 giocatori, tutti nazionali e tutti nel loro “prime” a parte Chiellini, forse Bonucci, Cuadrado e Danilo; ci sarebbero anche De Sciglio (ex nazionale), Ramsey (ex atleta per quanto nazionale fisso nel Galles) e Pellegrini (ex promessa).
Nessuna squadra in Italia ha questa profondità .
Poche storie per favore.
Se penso che paratici aveva scambiato lukaku con dybala eppoi l’argentino non ha accettato mi viene da piangere….
Scritto da Alex drastico il 23 settembre 2021 alle ore 08:39
Per quanto ne so io è andata diversamente. Lo Utd voleva VENDERE Lukaku, e appena si è presentata l’Inter coi soldi, ha chiuso ogni discorso con la Juve.
Fosse interessato Dybala, l’avrebbero comprato coi soldi presi.
Gentile Robertson, scusi se la disturbo. La ringrazio per la citazione. Cerco di stare alla larga dal cerchiobottismo, che pure Paolo Mieli innalzò ad arte giornalistica (e non solo). Nel caso specifico rispetto la sua opinione, ci mancherebbe, ma penso di non esserci caduto. Al limite, posso aver sbagliato giudizio (tecnico), ma questa è un’altra storia. Sul lancio-campanile di Maggiore De Ligt controlla il wrestling docile che Antiste vince facilmente con Bonucci (che è un libero), magari il batavo (più stopper) avrebbe potuto convergere più lestamente, al prezzo di un vuoto al centro che i centrocampisti in recupero avrebbero dovuto coprire.
Lei contesta il termine «pigro». Ne ha facoltà . Ma il «nonnismo» non c’entra: tranquillo. Punti di vista, come su Szczesny. Per il gentile Alex Drastico, impacciato sui due gol, per me no. Ho letto i voti dei giornali: altini, se non alti. O forse alticci? Il problema non è lui, il polacco: o almeno non lo è stato fino alla sera del 20 gennaio quando a Reggio Emilia, nella finale di Supercoppa con il Napoli, firmò il 2-0 non meno di Cristiano e Morata. Il problema è aver avuto, prima di lui, uno dei migliori portieri di tutti i tempi, non solo del suo tempo. Gigi Buffon.
Apro una parentesi: il gentile Alex Drastico sostiene che sarebbe stato Allegri a «rifiutare» Donnarumma. A me, nel mio piccolissimo, risulta che i dirigenti avrebbero fatto di tutto per convincere Szczesny ad accettare le offerte dell’Everton, per liberarsi dei suoi 7 milioni netti fino al 2024 e procedere sul milanista. Niente da fare. Così quel poco che era rimasto in cassa, hanno preferito – d’accordo con Allegri – dirottarlo su Locatelli (grazie, anche, alla modalità di post-pagamento). Certo, Donnarumma sarebbe arrivato a parametro zero, ma Raiola pretendeva una povvigione mostruosa (e per me vecchio, scandalosa). Chiudo la parentesi.
Tornando ad Allegri. Non si tratta, gentile Robertson, di essere un po’ di qua e un po’ di là . Il manicheismo tira di più, lo so. Ma lo trovo anche molto facile: o non meno facile del cerchiobottismo. Prenda, a mo’ di esempio, il Joao Cançelo di Ajax-Juventus 1-1: è cerchiobottisimo scrivere che fece un gran cross per il gol di Cristiano e dormì della grossa, facendosi scippare il pallone da Neres, sul gol del pari?
Sa come la penso. Nell’estate del 2014, mai avrei pensato a lui. Poi, però, giù il cappello. Al netto di tutte le condizioni favorevoli: lo squadrone, la concorrenza «fea y aburrita», gli aiuti del palazzo. Per molti di voi, avrebbe dovuto lasciare dopo Cardiff, nel 2017. Perché no. E’ un grandissimo gestore, non un creatore. Ecco perché avrei tenuto Sarri. Ecco perché avrei tenuto, comunque, Pirlo, che bene o male un mezzo rinnovamento l’aveva già avviato e, preso a gavetta zero, si era fatto le ossa. Ecco perché non avrei (ri)preso Max. «Due anni buttati»: è agli atti.
L’ordine, nelle staffete, è decisivo: Sacchi-Capello, perfetto. Conte-Allegri, ok. Conte-Inzaghino, ari-perfetto. Sarri/Pirlo-Allegri: no. Senza dimenticare che fu Sarri a dire che questa Juventus è «inallenabile».
Lei poi fa la lista dei nazionali. Giusto. Ma attenzione: io sono stato titolare in nove «nazionali» di Coppa del Mondo (1 per Tuttosport, 3 per la Gazzetta dello Sport, 5 per La Stampa), non per questo sono più bravo – mi scusi la bestemmia, da querela – di Arpino che di Mondiali ne ha seguiti meno. Il caso classico è Ramsey: l’Aaron etichetta 2016 lo prendo al volo, l’altro, quello che si stava appalesando fra un infortunio e l’altro, uhm, non so mica se lo avrei ingaggiato.
Qualità , non quantità . Per tacere della società . Marotta-Paratici era una coppia ben assortita, Arrivamaluccio-Cherubini deve farsi le ossa. Mi dicono che sia stato Elkann a imporre Allegri, non Andrea che è imploso/esploso sulla Superlega, all’altezza della quale l’errore più clamoroso fu, non tanto l’idea, quanto l’intervista concessa ai direttori del «Corriere dello Sport-Stadio» e di «la Repubblica» dando tutto per fatto quando di fatto non c’era ancora nulla.
Ah, il delirio di onnipotenza. Dal 2019 o giù di lì Andrea è un altro.
Tornando ad Allegri: lui è così. Fra parentesi, si vende malissimo. Non ha il gusto della «narrazione», silicone col quale potrebbe recuperare un minimo di appeal. Ripeto: è un gestore, non un creatore. Almeno fino a oggi. Inoltre: finché ci saranno Bonucci e Chiellini, Sarri dixit, sarà difficile, molto difficile, difendere avanzando. Sono figli di una scuola dell’obbligo, rispettabilissima, ma che non tira più. Obiezione: ma in Nazionale… Yes, ma con il Belgio, con la Spagna muy atras. Paradossalmente, se il «giuoco» del mister è ancora nebbia, i risultati sono viceversa da luna park, 2-2, 1-2, 3-2. Dovrà farci l’abitudine.
Tornando sui giovani: Dybala si presentò ventunenne e Allegri lo inserì bene, a piccole dosi, fino all’esplosione dei 22 gol e della doppietta al Barça di Messi, Neymar, Suarez e Iniesta. Poi lo perse in coincidenza con l’arrivo del Marziano. Bernardeschi («pensi di essere ancora alla Fiorentina?») lo portò fino alla notte del 3-0 all’Atletico, migliore in campo, con Spinazzola, dopo Cierre. Certo, preferisce l’usato sicuro, forte, griffato. Non è un fiammifero, sarà sempre legna che aiuta il fuoco a ravvivarsi. Non vive per il calcio come Conte, Sarri. Vive «di» calcio.
Pure io, come ho scritto, avevo inserito la Juventus in pole. Non è che avessi sopravvalutato Allegri. Temo di aver sopravvalutato la rosa. Cristiano a parte: 30 gol persi, di colpo. Hai voglia di ridistribuirli. Ma non voglio alibi. A proposito: mi dicono che Max non c’entri nulla, sulla sua partenza. In poche parole, non l’avrebbe imposta lui. Quando ingaggi Cristiano, sai che sarà Cristiano – a 36 anni, soprattutto – a decidere cosa fare del suo contratto, del suo fine-carriera.
Come ben sa, gentile Robertson, sono contrario ai cambi in corsa. Però mettiamo che la situazione precipiti (non lo escluderei). Indovini chi prenderei? Lele Adani, con un tesserato di copertura. Il suo catechismo è avvolgente, seducente, scoppiettante. Lo metterei alla prova. Non scherzo. Per verificare l’effetto che fa.
Grazie per gli spunti che sempre offre, in questa «mediocrità congenita» di rendimento (mio, first).
Zio coramina ha ragione su tutta la linea. Ma piacerebbe che questi opinionisti da salotto queste cose le dicessero quando gira bene (come fece il vituperato adani) e non solo quando vanno malissimo. Troppo comodo.
Qui dentro si dissero molto tempo fa. Personalmente le dissi prima di cardiff (non dopo), prima. “Pronto a cospargermi il capo di cenere, grazie di tutto, vinci ancora quel che puoi e poi vai (“In the name of God, go!”)
Ma pensa te se bisogna arrivare a essere d’accordo con zio Micoren…
Bisogna faticare, spendersi, mettersi in gioco. Non ci sono più pirlo, marchisio vidal, pogba, tevez, e poi khedira e pjanic, cuadrello, alves, evra, marione (coi loro limiti) che basta mettelli in campo che ci pensan loro (“palla a lebron”). Bisogna lavorare, d’altra parte ha voluto lui esse il toppleie.
Che questo lo capisca AA che ha fatto gavetta alla phililp morris con il marchietto di famiglia sul culo, è difficile. Ma qualcuno glielo deve spiegare. Farò fatica, temo, a conseguire i risultati dello stagista (che ci aveva il bonus + 1, eh? non dimentichiamolo)