Hanno pareggiato solo sulla Treccani, «Sarrismo» e «corto muso». All’Olimpico, no: Lazio zero Juventus due. L’hanno decisa i rigori trasformati da Bonucci. Il primo via Var, al 23’, di Cataldi su Morata; il secondo, all’83’, di Reina su Chiesa.
Mau-Mau ha una Lazio che cerca di giocare, Max una Juventus che gioca per cercare. Non è la stessa cosa, ma neppure una presunzione di sentenza. La mala sosta delle Nazionali aveva come sterilizzato la lunga vigilia. Senza Immobile di qua: il capocannoniere seriale. Senza Dybala di là : la gioia a gettoni. Più seria, con il tiki-taka di poi, l’assenza del bomber.
Per paradosso, il k.o. di Danilo confonde l’arzilla Lazio, non la truce Signora. Allegri inserisce Kulusevski e passa dal 3-5-2 al 4-3-3. Più o meno. Detto di Pellegrini al posto di Alex Sandro, e non sarà una tragedia, l’ordalia si consegna a un copione che i pazienti conoscono, ormai, a memoria. Il Sarrismo pallettaro e sterile che si agita attorno a Luis Alberto, Milinkovic-Savic e al tridentino – Felipe Anderson, Pedro, Zaccagni – e il materialismo storico di Max, mascelle blindate e contropiedi timidi in avvio ma, strada facendo, sempre più frequenti.
Della Lazio, bolge a parte, non rammento che un brivido di Muriqi; della Juventus, non meno di tre o quattro occasioni sciupate per la maledizione dell’ultimo passaggio. La Maginot ha tenuto forte e bene attorno a De Ligt; Chiesa è cresciuto alla distanza, come Rabiot, deputato al controllo di Milinkovic-Savic. Pure Kean è entrato bene: sì, persino lui.
Filosofie contro. La storia segue sentieri tutti suoi; la cronaca, almeno stavolta, ha privilegiato Allegri, attaccato al risultato non più come un ubriaco alla bottiglia. Difficile che le sue Juventus siano belle. Questa, però, è stata concentrata, tosta. E il muso un po’ meno corto del solito.
Togliti quella fava nera di bocca, pompinaro culattacchione indaista.
Scrofetta cancerogena.
Antonio Conte festeggia la sua prima vittoria con gli Spurs.
A Manchester sponda Pro-Cristianese finiranno per mangiarsi le mani
Niente, è la serata di Sputacchiera.
Verranno tempi peggiori.
Tranquillo culattone 77…..la statuetta Nobel per la nerchia sono anni che la tieni in mano…è quella di taribo west….
genetico
Bio-lab 77
Un esperimento generico riuscito male nell’anno del Punk…
Culi Balì, sfiancato dai reiterati bocchini di Sputacchiera multinick indaista, viene scherzato da chiunque.
Persino da Lautuffaro, uno che pensa più al teatro che al calcio.
Zitto CANCRO. Sei come Dentimarci, e se non creperai di quello lo farai di alitosi.
Fogna subumana.
Scritto da Robertson il 21 novembre 2021 alle ore 18:56
Marotta il maestro, paratici l’allievo che l’ha superato (purtroppo per noi)
Saluti al Dr. Nagatopo che domani visiterà il contai..ehm la sede della PuLex Wc & Affini Inter National srl, con sede a Rozzano.