Le quattro pere del Chelsea, il circo delle plusvalenze, la plus-Atalanta. Che settimana, per la «fu» Juventus. Un gol di Zapata, con De Ligt sbadigliante, ha indirizzato il destino. Un gol di forza. Da centravanti. Quello che Allegri, pace alla «halma» sua, non ha più. Sarebbe Morata, ma gioca (troppo) spalle alla porte: per limiti? per schemi? A Palermo lo fu Dybala, ma era un altro mondo e oggi, dell’Omarino, serve quel briciolo di fantasia che distribuisce, al prezzo di qualche coriandolo e rari petardi, punizioni a parte.
Gasp ha trasformato la Dea in una macchina da guerra. Non sempre brillante, sempre sul pezzo. Morde, graffia, mena: ha vinto da «squadra matura», senza offrire calcio spaziale, ha vinto di corto muso, come piace ad Allegri, un tiro e un gran muro. La Juventus l’ha sofferta per un tempo, poi più. I fischi e lo scarto l’hanno spinta all’attacco, come non accadeva da mo’, non è stata fortunata (gli infortuni di Chiesa e McKennie; la traversa scheggiata dalla Joya), ha costretto l’Ego di Bergamo a coprirsi (Palomino).
Sinceramente: credevo peggio. Rabiot resta materia di studio: essere o non essere cosa? Da Bernardeschi ho finito, ormai, di aspettare: che aspetti lui. I lanci di Bonucci, il lavorìo di Locatelli: briciole. Gli strappi di Chiesa sono come i ceri alla Madonna: un cristiano vero non dovrebbe averne «sempre» bisogno. Max ha alternato Morata, Kean, Kaio Jorge: puntini di sospensione.
Giù dal podio dalla fuga del «corpo estraneo», cinque sconfitte sul groppone e lontano dalla zona Champions: chi verrà dopo Agnelli e Allegri dovrà scendere a patti con i miei pronostici e il delirio di onnipotenza che – spesso, troppo spesso – prende la famiglia. L’Atalanta non vinceva a Torino da 32 anni: ha festeggiato, alla fine, come se avesse battuto la Juventus.
enristo, ma il sig. Biasin ha per caso letto i miei post?…
Inter…vengo,dove hai letto delle mani nella marmellata?Ce lo puoi postare cortesemente,grazie a prescindere.
Inter…vengo,dove hai letto delle mani nella marmellata?Ce lo puoi postare cortesemente,grazie a prescindere.
Credo che Biasin abbia colto nel segno.
Vero intervengo.
Marotta da noi si è fatto i bei cazzi suoi, con acquisti e rinnovi da denuncia, beccato con le mani nella marmellata, è stato CACCIATO. Non gli fu rinnovato il mandato, e fu licenziato dal ruolo di DS (vedi bilancio voce incentivo all’esodo), però un merito lo aveva, tenere lontano AA dalla gestione tecnica della Juve.
Catenaccione rosso a Stamford Bridge.
Libero28 Nov 2021FABRIZIO BIASIN
Un bel giorno Andrea Agnelli decide che Giuseppe Marotta non va più bene perché sì, è bravo ma, oh, largo ai giovani!, a Fabio Paratici che, tra l’altro, non ha nessun dubbio sul fatto che Ronaldo vada preso a tutti i costi, mentre Don Beppe no, non si fida, teme assai gli effetti collaterali, non vuole rischiare. Essù, eddai, se non vuoi Ronaldo allora non hai la visione giusta. E lo fa fuori. Senza neanche troppi complimenti, tra l’altro.
Marotta, che in precedenza aveva rifiutato il corteggiamento del Milan proprio perché rispettoso del suo contratto in bianconero, a quel punto accetta la proposta della famiglia Zhang, lestissima ad accaparrarselo subito dopo il siluramento. Il giorno dell’addio, Agnelli chiede a Marotta di presenziare a una conferenza stampa “congiunta” per salutare tutti quanti e magari stringersi la mano. Marotta declina con gentilezza.
Ebbene, quell’addio, quell’atto di – definiamola – “superbia agnelliana”, coincide con l’inizio dei guai bianconeri: gli affari, le responsabilità, passano Paratici, talent scout capacissimo, dirigente discutibilissimo. È lui che sponsorizza e definisce l’acquisto di Cr7 (già ribattezzato Cr730), giocatore che alla fine risulterà più caro che produttivo; è lui che porta il monte ingaggi della Juve a livelli siderali e decisamente insostenibili; è lui che insieme a Nedved fa fuori il primo Allegri in nome del «bel giuoco»; è lui che imbarazza la Signora per la faccenda Suarez; è lui che a un bel punto lascia Torino per Londra e questa volta sì, dopo una conferenza congiunta con il suo benefattore, Andrea Agnelli.
Ecco, il grande capo bianconero ha avuto il merito (enorme) di far rinascere la Juve post-Calciopoli, l’ha resa modello sia in Italia che in Europa e ci è riuscito proprio perché si è affidato a Marotta, ovvero al più bravo. Accompagnarlo all’uscita senza un vero perché non è stato solo un errore, è stata la prima, vera, enorme minusvalenza bianconera.
Sicuramente anche questo giornalista è uno che racconta balle; di certo siamo in molti a pensarla in questo modo.
Gentile Bilbao, ho notato che il suo continuo regredire, (ah, quanto scriveva bene) lo ha portato a ritagliarsi il ruolo di stampella dell’esimio tifoso intervengo, recando a lui profonda offesa in quanto, dall’alto della sua (sua di Intervengo) magnificenza, non necessita di alcun supporto.
Clausola di due anni sarebbe confortante a condizione che il diritto di uscita non maturi.alla fine del secondo. Se no sei daccapo. Questo in due anni fa peggio del sarin a verdun.
Nn c’è da sperarci troppo in un contratto sensato dopo quello che han fatto a Ramsey.