L’Inter, grande, scende all’Olimpico e domina una Roma decimata e rassegnata. Di Mourinho non affiora nulla, se non l’attesa dell’attesa, che mai sarà una buona idea. La orienta Calhanoglu: su angolo infingardo, complici Zaniolo, Cristante e Rui Patricio. E con un tocco, al culmine di una splendida azione, che smarca Dzeko, l’altro grande ex.
Mou, alla vigilia, non aveva parlato. Un segnale che molte Sibille avevano cercato di tradurre. Invano. Settimo tonfo, e la sensazione che, lontano dai Drogba e dagli Eto’o, sia dura per tutti: anche per i profeti. Non ha rinunziato al 5-3-2, ha adattato troppe pedine, ha lasciato Zaniolo in balìa di troppo campo, di troppi compiti. Brera si sarebbe commosso, per come ha difeso la sconfitta. A Fusignano no: avrebbe dovuto osare.
Non c’è partita, il turco è uno dei confini tra la nuova e la vecchia Inter. Conte aveva Eriksen, che però da trequartista non quagliava nel 3-5-2 di base. Finì titolare, il danese, al fianco di Brozovic, in una sorta di doppio play. Calha ha più libertà , lascia al croato la regia e lo affianca nei momenti di emergenza, oggettivamente rari. Faccia pure quello che vuole, se lo fa così.
Simone non ordina l’indietro tutti. Anzi. Uno dei più propositivi è Bastoni. Uno stopper. Il suo sinistro, non nuovo a certe traiettorie, stimola la zuccata volante e possente di Dumfries che, un attimo prima, aveva salvato su Vina. E tre.
In tribuna il ritorno di Totti agita la malinconia canaglia di un popolo sfinito ma infinito. Attorno al marziano-Mou di Ennio Flaiano, in compenso, non c’è più la folla dell’atterraggio a Villa Borghese: le mamme, i pargoli, le nonne, i pensionati. C’è chi comincia a chiedersi, dandosi di gomito: embé, tutto qui?
Alla ripresa, l’ingresso di Bove (2002) al posto di Kumbulla è un segnale di fumo. Parcere subiectis: non succede più nulla.
Ma cosa vuoi segnalare coglione. Vai a lavorare invece di passare la tua vita a guardare tennis,calcio e puttanate.
Sig Beck buona domenica
Segnalo,alle 17:30,Leicester-Aston Villa,semi derby delle midlands.la curiosità è vedere all’opera la squadra di Gerrard.i suoi Glasgow rangers pur privi di giocatori di livello hanno offerto calcio moderno ed organizzato anche contro squadre più attrezzate in Europa league.pare che stevie g.sia molto kloppiano nella sua idea di calcio.
Paragonare questi dieci anni di guardiola e mourinho è risibile.
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Scritto da Alex drastico il 5 dicembre 2021 alle ore 00:11
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Capisco che i dovuti distinguo, per chi è «drastico» di nome e di fatto, è chiedere troppo. E allora ridi pure drastico, ridi…
Scritto da Alessandro il 4 dicembre 2021 alle ore 23:22
Puo’ piacere o no , ma Mou e’ nella storia del calcio.
Il resto sono chiacchiere
Non sono i dieci anni senza vincere la champions a fare la differenza ma quello che hai fatto in quei dieci.
Paragonare questi dieci anni di guardiola e mourinho è risibile.
Una carriera lunga ha necessariamente alti e bassi, in tutti i campi. Nel calcio poi, dove i risultati per gli allenatori hanno anche una componente di “fortuna”. Non è che se uno vince una Champions e poi non la rivince per dieci anni è uno scarso, vale per Mourinho come per il grande Pep Guardiola.
Ma togliti di torno scemo non puoi certo parlare tu di intelletto .sei 7n disgraziato mitomane. .
Scritto da 3 il 4 dicembre 2021 alle ore 23:27
Ah tra l’altro,sei ancora ai domiciliari per quella vicenda di molestie?
Per non parlare della musica.
Gentile Beccantini. Non un’invenzione dei giornali. Pompato, esaltato e incensato dai giornali e dalle tv: intendevo dire questo. José deve la sua fortuna anche, se non soprattutto, a voi. Nel calcio, ma anche nella politica, nel cinema, nello spettacolo, sono diverse le persone che hanno una considerazione superiore a quella che meritano perché hanno una buona stella nell’ambito dell’informazione.
Ma togliti di torno scemo non puoi certo parlare tu di intelletto .sei 7n disgraziato mitomane. .