La scorsa stagione, al giro di boa, la situazione era: Milan 43, Inter 41, Juventus 39, Roma 37, Atalanta 36, Lazio e Napoli 34. Oggi è: Inter 46, Milan 42; Napoli 39; Atalanta 38; Juventus 34; Roma e Fiorentina 32, Lazio 31. Non è stato facile, per i campioni, domare il Toro. Un bel Toro. Ha perso per aver cercato di vincere: in contropiede. Settimo successo di fila, Inzaghi, miglior attacco e seconda difesa: numeri, non parole.
Per Dumfries, terzo gol. Quando Hakimi scelse Parigi, parlammo di grave perdita. Il ruolo di terzino destro è in continua evoluzione. Nel Novecento era Burgnich, era Anquilletti: uomo su uomo. Con Gentile metà stopper metà crossatore. Il fluidificante era a sinistra: Facchetti, Cabrini, Maldini. I terzini moderni tendono spesso al centro, penso a Cançelo nel City di Guardiola; nella Juventus di Allegri, Cuadrado funge da regista occulto, addirittura. Per tacere dei «quinti» (?) dell’Atalanta, Hateboer e Gosens. Soprattutto il secondo, 11 reti nell’ultimo campionato.
Gagliarda, la reazione del Milan. Per un’ora, fino alla traversa di Bajrami, Empoli spumeggiante e degno del pari. Poi, a proposito di terzini, punizione di Florenzi e bisturi di Theo. Un 4-2 orientato dalla doppietta di Kessié, trequartista d’emergenza. Preziose le bombole di Saelemaekers, cruciali gli errori di Vicario e le qualità del Diavolo. Andreazzoli ha scelto il gioco come bussola. Chapeau.
E il Napoli? Veniva dal successo di San Siro. Le assenze, certo. E un po’ di iella. Ma l’avversario non era il Real di Di Stefano. Terza sconfitta consecutiva al Maradona. E con lo Spezia, dopo Gattuso (1-2) ecco Spalletti (0-1). Ha risolto un’autorete di Juan Jesus. E’ mancata la fantasia di Zielinski, zoppo. Ha regalato un tempo, il Napoli. E poi tanta foga. Il catenaccio di Thiago Motta mi ha ricordato una frase di Picasso: «A dodici anni dipingevo come Raffaello, però ci ho messo tutta una vita per imparare a dipingere come un bambino».
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Esiste una pistola fumante, che non è una pistola ma un cannone fumante; si chiama Maurizio Arrivabene AD della juve che ha pieni poteri sulla gestione economica e di fatto ha estromesso AA da ogni decisione. Mi chiedo se la Exor è arrivata a questo punto cosa ha fatto AA di tanto grave da essere defenestrato?
L’affaire Ronaldo, dice il marcio ,
Scritto da enristo il 29 dicembre 2021 alle ore 08:46
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Si fa a gara a chi piu’ vomita merda su Andrea Agnelli.
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Maurizio Arriva Bene?
2 giugno 2021
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Arrivabene aveva sfiorato la Juventus già due anni e mezzo fa quando, dopo l’addio alla Ferrari, il suo nome era circolato nelle stanze della Continassa per assumere il ruolo lasciato vacante da Beppe Marotta: allora non se ne fece niente. E Andrea Agnelli aveva rivoluzionato il quadro dirigenziale del club poggiando su Paratici, è su due pilastri della exor Ricci e Re. Adesso invece nella nuova struttura della società bianconera, con la promozione di Federico Cherubini a responsabile dell’area sportiva e di tutte le squadre bianconere, Maurizio Arrivabene diventerà amministratore delegato.
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Da un nemico della Juventus e del suo Presidente.
Caro Leo Turrini, si fa un gran parlare del ruolo che presto l’ex ferrarista Maurizio Arrivabene potrebbe assumere ai vertici della Juventus. Che ne pensi?
“Eh, fammi dire subito che c’è un illustre precedente. Riguarda Enzo Ferrari in persona”.
Addirittura.
“Pochi ne hanno memoria, ma per un certo periodo il Drake fu dirigente del Modena. Il calcio gli piaceva, da ragazzo ne aveva anche scritto sulla Gazzetta dello Sport. Pensa che una volta, da dirigente dei canarini, prima di un derby con il Bologna si sentì dire che l’arbitro avrebbe avuto un occhio di riguardo per il suo Modena. Invece concesse due rigori ai rossoblu e Ferrari concluse che il calcio era un mondo pieno di millantatori. Infatti ne uscì presto”.
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Passando dalla storia alla cronaca?
“Beh, Arrivabene lo conosco da trent’anni. Se mi passi il giochino di parole, non parte male”.
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In che senso?
“Maurizio non è nella Juve come semplice, si fa per dire, manager in carriera. Sta nel Cda da quasi dieci anni, ha partecipato alle decisioni importanti, è molto legato ad Andrea Agnelli. Non vive il club bianconero come tappa di una carriera. È proprio un tifoso. Vero”.
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Lo era anche della Ferrari e però la passione non gli è bastata per vincere.
“Hai ragione, ma la Rossa di Arrivabene per qualche anno è stata competitiva, nel 2017 e nel 2018 ha impensierito almeno un po’ la Mercedes. Dopo, non è più accaduto. Maurizio in Rosso ha commesso anche degli errori e non era semplice convivere con un accentratore come Sergio Marchionne. Ma il tempo ha rivalutato il suo operato. Anzi, sai qual è l’ironia di tutta la faccenda?”
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Sentiamo.
“A fine 2018 fu John Elkann ad allontanare lo juventino Maurizio da Maranello, preferendogli l’interista Mattia Binotto (voluto dalla consorte interista?). Senza entrare nel merito, non è stata una scelta fin qui premiata dai risultati.
Ora tutti dicono che Elkann come azionista Exor sia molto più presente di prima nel mondo Juve e si parla di Arrivabene amministratore delegato della Vecchia Signora.
Sembra quasi un modo indiretto di riconoscere un errore…”
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Chi è Maurizio Arrivabene – La carriera
L’ex team principal della Ferrari, legatissimo ad Andrea Agnelli (con cui condivide un passato lavorativo al gigante mondiale dell’industria del tabacco Philip Morris) molto probabilmente prenderà quindi il posto lasciato vacante da Beppe Marotta nel 2018 e mai più occupato nell’organigramma bianconero. In questa posizione verrà affiancato dal nuovo direttore sportivo Federico Cherubini dalla prossima stagione.
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Bresciano, classe ’57 e proveniente da una famiglia di umili origini, Arrivabene ha cominciato la sua carriera in ambito marketing e attività promozionali, lavorando tra l’Italia e l’estero. Nel 1997 entra in Philip Morris International (dove Andrea Agnelli ha svolto uno dei suoi primi incarichi lavorativi). Nella multinazionale americana Arrivabene ha ricoperto diversi incarichi fino a diventare vice-presidente della comunicazione internazionale di Marlboro nel 2007, nonché vice-presidente del “consumer channel strategy and event marketing” nel 2011.
Arrivabene: Bresciano, sessantadue anni fra due mesi, ferrarista nell’anima sin da quando era bambino, Arrivabene ha partecipato e partecipa, come membro del consiglio di amministrazione della Juventus, ai successi della società presieduta dal suo caro amico Andrea Agnelli. Tra l’altro il numero uno della Vecchia Signora fece le prime esperienze professionali alle dipendenze di Arrivabene nell’area sponsorizzazioni della Philip Morris.
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Perche’ le bocche vomitano merda al vento? Perche’ ne hanno piena l’anima e’ devono infettare l’aria.
(Francisco Maria Porteńo)
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