La notizia non è che la Supercoppa l’abbia vinta l’Inter, con merito. La notizia è che la Juventus – questa Juventus, così decimata – l’abbia portata all’ultima mischia dei supplementari. Una brasilianata di Alex Sandro, do di petto in piena area come un rutto in pieno brindisi, ha spalancato la porta a Sanchez. Due a uno. A McKennie aveva replicato Lau-Toro, di penalty, per una sciocchezzuola di De Sciglio su Dzeko.
Inzaghi e Allegri se la sono giocata con le proprie armi, figlie di arsenali e dottrine diverse. I campioni, aggredendo ora con furore ora con disordine. Gli ex tiranni, catenacciando e operando di rimessa. Vivi, ammesso che possa essere un titolo, gagliardi e, talvolta, reattivi.
I blitz di Perisic erano imperiosi, mentre Calhanoglu, Brozovic e Barella trovavano fior di reticolati per i loro denti. Morata che si allarga e crossa è un’azione che comincia ad assomigliare a uno schema: all’Olimpico, testa e gol del centrocampista che s’inserisce, Locatelli; a San Siro, testa e gol di McKennie. Per il resto, briciole: compresi i due tiri di Bernardeschi in avvio di ripresa. Stava corta, la capolista. Madama, in compenso, praticava un pressing che la portava, non appena gli avversari recuperavano palla, a spaccarsi in due.
Dalle parti di Perin fioccavano angoli, campanili, bolge: non occasioni (se escludiamo una parata-più-palo su Dumfries). Dalle parti di Handanovic, succedeva ancora meno. Il blitz del texano apparteneva ai rari momenti in cui la Juventus riusciva a scappare di prigione.
Non si può dire che i cambi siano stati banali: Sanchez ha deciso, Dybala ha partecipato. Sul risultato, poco da aggiungere. L’Inter non aveva bisogno di verifiche. La Juventus, sì: già non sa essere possessiva al completo, figuriamoci così. Ma ha lottato. L’avesse fatto sempre…
Quanto a Dybala, pochi proclami: pensano che serva? Bene si tiene, certo non a 10 milioni.
Pensano che non serva? Se ne vada pure dove vuole, non deve essere in questo caso la qualificazione in champions a fare la differenza.
Ci vuole uno che sappia di calcio. Christillin Arrivabene se sanno far bene il loro lavoro tanto meglio, ma si calcio ne sanno quanto ne sapeva Giraudo. Ci vuole un uomo di calcio che faccia il DS, un Paratici non DG, un profilo alto possibilmente non uno promosso semplicemente perché si libera una casella.
Quale sarebbe il problema Christillin? Lo chiedo per capire eh.
Scritto da Riccardo Ric il 14 gennaio 2022 alle ore 23:29
E’ più bella che intelligente
A confronto, cobollo giglio è Einstein
Scritto da De pasquale il 15 gennaio 2022 alle ore 01:15
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Al di là dello sfottò e dell’insulto (in risposta ad insulti, di classe e non ripetitivo, nel mio caso) quando vuoi discutere seriamente di qualsiasi cosa valga la pena, io ci sono sempre, anche con gli indaisti
https://www.repubblica.it/sport/calcio/esteri/2022/01/14/news/manchester_city_chelsea_sfida_anche_sul_vivaio-333873818/?ref=RHTP-BH-I329007773-P15-S5-T1
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La giostra gira ancora e la resa dei conti si avvicina.
(Massimo Gramellini – La Stampa)
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Ecco come ha fatto l’Inter a condurre Calciopoli (La Stampa)
di Massimo Gramellini
«Ipotesi di violazione dell’articolo 1 del codice di giustizia sportiva»,
con questa intestazione questa mattina un fascicolo sarà aperto dall’Ufficio indagini della Federcalcio sulla vicenda Inter-De Santis-Vieri. I fatti. Nel 2002 l’arbitro Nucini ha un colloquio con Facchetti e gli racconta di alcuni strani rapporti tra Moggi, l’arbitro De Santis e i dirigenti sportivi Fabiani e Pavarese. Facchetti chiede a Nucini di riferire i fatti alla Procura di Milano (visto che lo stesso aveva perplessità a rivolgersi alla giustizia sportiva), ma non fu fatto nulla.
Allora l’Inter si rivolse alla Polis d’Istinto, l’agenzia investigativa di Emanuele Cipriani (legato al responsabile del Cnag della Telecom, Giuliano Tavaroli) per far pedinare De Santis. Da quel momento fu aperto un dossier dal significativo nome in codice: operazione ladroni.
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Sarebbero, però, anche stati intercettati i telefoni di De Santis e della moglie. Gli stessi furono anche seguiti, fotografati, furono fatte indagini patrimoniali e sui conti correnti. Alla fine il dossier si chiude dicendo che «non furono trovate anomalie nel tenore di vita del soggetto».
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Contemporaneamente furono intercettate le telefonate di Bobo Vieri e l’attaccante fu anche pedinato, ma soltanto nell’ambito di un «controllo» della società sul calciatore. A seguito del decreto legge del Governo sulle intercettazioni illegali, è tornata d’attualità la vicenda.
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Perché fu commissionata una inchiesta da parte di un’agenzia investigativa e non fu fatto né un esposto alla magistratura, né una denuncia all’Ufficio indagini? Il voluminoso materiale raccolto sull’arbitro, oltre che valutare il suo tenore di vita, a cosa mirava? E le foto?
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L’argomento interessa, intanto, anche la Procura di Napoli che nel 2004 proprio a Tavaroli si rivolse per comunicare le intercettazioni delle utenze di Moggi, Bergamo, Pairetto. Sì proprio a Tavaroli che era a capo del Cnag, il centro nazionale autorizzazioni giudiziarie della Telecom, che quindi venne a conoscenza dell’indagine che i magistrati Beatrice e Narducci stavano conducendo proprio sulle stesse persone.
Una coincidenza, chiaramente, ma che alla luce degli ultimi sviluppi diventa inquietante: Tavaroli ha detto ai pm che lui riferiva tutto a Carlo Buora, amministratore delegato Telecom e vice presidente dell’Inter. Tutti sanno che in realtà Buora non muoveva un passo senza il nulla-osta di Trochetti Provera.
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E’ fin troppo facile chiudere il cerchio. L’Inter è nei guai. Guai seri. Tutti hanno capito che le intercettazioni sono state filtrate e fornite al bacio alla Procura di Napoli dalla lobby Telecom di Tronchetti & C. attraverso Tavaroli.
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Eccoci allo scoop dell’ultima ora: inizialmente, tutti avevano ravvisato, senza dar troppo peso alla cosa in quel momento, che le intercettazioni erano state manipolate e interpretate prima di giungere nelle mani dei magistrati partenopei. Ufficialmente si pensava che fossero stati i Carabinieri di Roma ad aver interpolato con spiegazioni non dovute le sbobinature (azione che peraltro non è loro consentita).
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n realtà il lavoro di indirizzo era avvenuto ben prima e più in alto. Si parla proprio in quest’ottica del coinvolgimento diretto di Moratti e Trochetti Provera. A questo riguardo Tavaroli adesso sta tentando di fare da parafulmine per salvare le posizioni dei due e soprattutto per tutelare il proprio tesoretto nascosto e, probabilmente, da loro garantito.
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Alla Procura di Milano, però, hanno già capito dove e cosa cercare e non è esclusa in futuro una collaborazione di Tavaroli per alleggerire la propria difficilissima
posizione giudiziaria.
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Insomma tutte le intercettazioni al centro di Calciopoli sono state confezionate su misura per abbattere dei bersagli precisi: persone e società considerate nemiche. La giostra gira ancora…
(Massimo Gramellini – La Stampa)
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Scritto da 3 il 14 gennaio 2022 alle ore 21:24
Beh, Tonali era un cesso,Barella soldi buttati e Bastoni scarsone.
Col senno di poi, pettinano le bambole.
Pure Haaland era buono,guarda un po’…
Scritto da andreas moeller il 14 gennaio 2022 alle ore 14:33
Scritto da Luca L. il 14 gennaio 2022 alle ore 20:43
L’Inter vince un trofeo, Luca L. dice finalmente qualcosa di sensato e il buon Moeller mi strapp un sorriso,segno che se non e’ intento a sproloquiare come quasi sempre riesce anche ad essere simpatico.
Il 2022 promette.
https://www.calciomercato.com/news/cassano-attacca-ho-sentito-da-allegri-e-da-alcuni-giocatori-da-l-79490
Lo ha capito persino Cassano….
…..e in effetti cosa offriva la Juve a Barella e Tonali? La panchina in attesa che loro dimostrassero di valere la prima squadra. E poi. per esempio, non credo ti sia sfuggito che il presidente del Cagliari è Giulini, ex componente del consiglio d’amministrazione dell’interaccia morattiana. I giocatori sono professionisti ma ciò non toglie che anche loro sono……. suggestionabili.