Pep è lezione; Jurgen, erezione. Nel senso che il calcio di Guardiola è armata che invade, il calcio di Klopp truppe che evadono. Era la partitissima della Premier, Manchester City-Liverpool. Due a due: De Bruyne (complice Matip), Diogo Jota, Gabriel Jesus, Mané. Si fosse trattato di un match di pugilato, avrei alzato il braccio del Pep. Di poco, ma il suo.
Credo che i Reds siano rimasti sorpresi dalla formazione degli avversari. Cito alla rinfusa: Foden, Bernardo Silva, De Bruyne, Sterling, Gabriel Jesus. La difesa ha sofferto i cambi-campo, il palleggio fitto, addirittura una punizione rapida, come quelle di una volta cancellate dal bieco spray, all’origine del primo gol.
Contro il City, tutti devono scendere a patti: anche Tuchel, pure Klopp. Non puoi pedinarli: non puoi, semplicemente, perché sono troppo bravi. Non ho mai visto Alexander-Arnold e Robertson così terzini. E, in mezzo, non è che Thiago, Fabinho e Henderson potessero pensare prima di fare (o quello che fare).
Cercava il contropiede, il Liverpool. E l’attacco per fraseggio, il City. Il pressing veniva calibrato, su un fronte e sull’altro, come se fosse un pacco di viveri. La cornice dell’Etihad era imponente. Joao Cançelo incrociava Salah, ed erano problemi: per il faraone. Mané faticava a uscire dalla cornice. Il livello globale era alto, la classica partita che mescola le sparatorie del western all’attesa che venga quell’attimo: non quel giorno, come da noi.
Alla ripresa, naturalmente, proprio Salah (gran tocco) e proprio Mané (gran tiro) siglavano il pari. La partita diventava un ring sul quale i pugili se le davano di santa ragione, anche quando sembravano alle corde o cotti dalla fatica. I cambi non aggiungevano, le ripartenze costituivano risorse preziose. Gli errori rendevano onore all’umanità dei protagonisti. Grazie. A De Bruyne e Van Dijk, soprattutto.
Scritto da DinoZoff il 11 aprile 2022 alle ore 08:51
Addirittura! Di certo in questo modo non aiuti sicuramente uno sport ad evolversi….
Scritto da Logan il 11 aprile 2022 alle ore 08:51
Ecco un’altra battuta.
Minchia claudio lo stadio di Roma non fa schifo?!?!
Parliamo di rosa nettamente superiore con Mc Kennie, Ramsey, Rabiot, Bernardeschi, Alex Sandro, senza una prima punta, e con Bentacourt e Kulusewsky che giravano per il campo senza sapere dove si trovavano?
Ah, già …….sono tutti nazionali e la colpa è di Allegri.
che poi alla fine il Calcio rispecchia la realta’ del Paese , fatto di giochetti, intrallazzi ecc ecc
Causìo te lo posso spiegare con cognizione di causa.
Oggi nei settori giovanili delle grandi, medie società di calcio si entra a pagamento.
Le scuole calcio funzionano così.
I genitori sono accecati dal marchio, dal bel kit griffato, senza pensare che spesso società di calcio minori sono semplicemente affiliate con un contratto di base con le società più blasonate.
Non c’è , quindi selezione, alla fine giocano tutti perché pagano.
Quando si arriva ai quattordici anni si arriva al problema: inizia l’attività agonistica.
La prima selezione avviene naturalmente: genitori che non possono/vogliono accompagnare i loro figli agli allenamenti 3/4 volte alla settimana più la partita al sabato o alla domenica.
E’ un impegno gravoso, che te lo accolli solo per passione.
Quindi molti si perdono qui, anche ragazzi bravi su cui lavorare.
Quelli che restano vengono affidati a personaggi che con il mondo del calcio hanno poco a che fare. Basta mettersi tuta e scarpini per allenare, vantando un passato in qualche promozione o prima categoria e qualche foto fatta nei ritiri estivi con gli allenatori di serie A.
Si arrivà così all’età (17-18 anni) in cui o sei veramente bravo-bravo o ti perdi definitivamente o passi a società minori e giochi per divertimento.
Nelle grandi società non si seleziona più in maniera efficace. Conviene far giocare improbabili giocatori africani, sbarcati da chissà dove finiti in mano a qualche delinquente che si spaccia per talent scout assoldato dalle società .
Potrei fare un elenco di ragazzi italiani, veramente bravi, che hanno anche esordito in prima squadra ma poi sono stati lasciati al loro destino, magari cercando fortuna andando all’estero.
Quanti De Piero, Baggio, Maldini, Bergomi, Totti, Baresi, Nesta, Pirlo sono nati ad oggi?
Scritto da DinoZoff il 11 aprile 2022 alle ore 08:51
Ecco questa invece è roba sacrosantemente vera.
Scritto da DinoZoff il 11 aprile 2022 alle ore 08:34
ovviamente si , ma e’ un discorso molto generale , nel particolare se vai a vedere , San Siro , Roma , Torino , lo stesso Marassi non fa’ cosi schifo , i problemi veri sono altri , cioe’ il Potere del Sistema Calcio, dalla Serie A fino alle scuole calcio, nel merito basta vedere la gestione dei diritti TV a Dazn , in Premier una cosa del genere non l’avrebbero nemmeno pensata .
Ah era una battuta? Vabbè era una battuta. In ogni caso non ho scritto nemmeno che abbiamo perso lo scudetto con quella partita. Ho scritto di corsa per lo scudetto. Ad Aprile. Al massimo con hanno rubato la corsa per lo scudetto. Dovresti rimodulare la battuta.
Alex
sono d’accordo sulle strutture, come diceva dinozoff, non sul fatto che sia la prima causa dello scarso appeal del nostro campionato. La prima causa secondo me va ricercata nel fatto che la base italiana delle squadre è, da qualche anno, scarsa come non mai. E per questo credo che il problema sia a monte, molto a monte.
Sarà come dici tu, però spiegami come mai la partita di ieri l’hanno vista TUTTI o quasi, non solo qui dentro, ma anche nel MONDO. Forse perchè il concetto di spettacolo calcistico è cambiato in questi anni, e allora, per segnare un goal in più, si osa, così come fanno i vari Andreazzoli e via andare per offrire ai loro tifosi uno spettacolo tecnicamente povero, vista la base, ma sicuramente apprezzabile dal punto di vista visivo?
Scritto da Causio il 11 aprile 2022 alle ore 08:43
Si parla di oltre due miliardi di telespettatori.
Secondo me la concezione di spettacolo calcistico è solo una conseguenza di COME. è cambiato il calcio e lo sport in generale.la maggiore atleticita(si può dire?)dei calciatori e la tecnologia applicata al gioco lo hanno fatto evolvere verso un tipo di prodotto molto più accattivante e e quindi spettacolare.
Si corre di meno ma si corre molto meglio potrebbe esssere lo slogan dei ns giorni.