E’ stata prima noia e poi rissa, mai gioia, se non, alla fine, per chi è passato. Champions mon amour. L’Atletico del Cholo è questo, il City del Pep «anche» questo: se proprio vogliamo fare quelli che. L’1-0 dell’andata, firmato da De Bruyne, ha costretto il Cholismo a inventarsi una partita troppo lontana dalla sua filosofia: che, sia chiaro, non è reato. Per un tempo l’Atletico ha fiutato l’aria, e non l’area, sciame di zanzare in groppa a un elefante che, di suo, era uscito abbastanza stremato dall’ordalia di domenica con il Liverpool.
E comunque: palo di Gundogan, monitoraggio della situazione, De Bruyne in stand by, Foden e Mahrez attivi, sì, ma non al punto da stappare champagne. I materassai, loro, il pugnale fra i denti, Felipe qualcosa di più, Savic implacabile, Joao Felix a caccia di qualunque cosa che assomigliasse a un bossolo, a una munizione. Il migliore, Kondogbia. Il peggiore, Griezmann.
Ci ha provato nella ripresa, l’Atletico, anche perché il Wanda bolliva e il tempo stringeva. Ha creato mischie, tentazioni, ha ricavato benzina dai cambi (da Carrasco, da Correa, da Cunha, da tutti tranne che da De Paul), ha prodotto due-tre occasioni, l’ultima delle quali, con Correa, addirittura al 112’. Ederson era lì. Poco prima era stato espulso, finalmente e giustamente, Felipe, per l’ennesima imboscata a Foden. Ne era nata una zuffa da calcio antico, molti contro molti, Simeone ora pompiere ora piromane, le classiche code da far west per le quali, sotto sotto, tifiamo e che, sopra sopra, censuriamo.
Insomma: bottiglioni di camomilla e, d’improvviso, scariche da sedia elettrica. Il calcio, signori. Che è poi come noi. Favorito era il City. Lo 0-0 lo traghetta dall’altra parte di Madrid, verso il Bernabeu del Real. Non proprio alla sua maniera, ma con gli attributi: che non sempre, per chi può, sono aggettivi.
Fondamentale che simeone non vinca mai nulla.
Il calcio vigliacco,il calcio della mentalità del corto muso non deve mai alzare un trofeo internazionale.
Detto questo(concordo con tutto quello che scrive intervengo)simeone non è uno che crede che basti dare la palla a lebron james.
i pezzenti dell’altra sponda di Madrid , una squadraccia provocatoria , sleale , rinunciataria e sparagnina, l’esatto specchio del suo comandante , che a 15 milioni netti annui mette in pratica un calcio alla Serse Cosmi .
Sputacchiera multinick indaista è uno sfortunato esperimento genetico, andato maluccio, portato avanti nei laboratorij Garnier dal Dr Mengele.
A cuccia fascio de mmmerda!
Confermo, divertentissimo.
Scritto da Logan il 14 aprile 2022 alle ore 00:26
Se ti fa ridere, tanto meglio, l’importante è che ti sia chiaro il concetto. L’allenatore serve.
Scritto da Logan il 13 aprile 2022 alle ore 23:39
Ti ho dato ragione, l’allenatore serve. Hai ancora da ridire?
Scritto da Guido il 13 aprile 2022 alle ore 23:45
Macché, ho solo detto che é una bella battuta. Mi ha fatto ridere un sacco.
beh, se l’arrivo è sul Pordoi o sullo Stelvio non farà primavera, ma fa….tanta roba….
Gentile Riccardo Ric, una tappa non fa primavera.
“Insomma: bottiglioni di camomilla e, d’improvviso, scariche da sedia elettrica. Il calcio, signori. Che è poi come noi. Favorito era il City. Lo 0-0 lo traghetta dall’altra parte di Madrid, verso il Bernabeu del Real. Non proprio alla sua maniera, ma con gli attributi: che non sempre, per fortuna, sono aggettivi.”
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magari mi accuseranno di piaggeria, ma chi se ne frega…..ah, sapessi scrivere così…quanto mi divertirei…
un uomo solo al comando la sua maglia è bianconera il suo nome Riccardo Ric