Riferire, non infierire. Ci mancherebbe. Wembley, che è sempre testimone attento, l’Argentina, l’Italia, il ricordo di Diego, i 40 anni (fra poco) del Mundial spagnolo. E la coppa Europa-Sud America. E lui, cioè Leo, cioè Messi. Morale: Argentina tre Italia zero. Non solo lui: che, reduce dagli ozi parigini, aveva un gran voglia. Anche Lau-Toro (il primo gol, su assist muscolare e irridente della Pulce). Anche Di Maria (il secondo gol, su tocco del Lau-Toro di cui sopra). E, agli sgoccioli, persino Dybala, con quel sinistro un po’ così che hanno loro che hanno visto Omar.
C’è stata partita per una ventina di minuti. Dopodiché, tango y nada mà s. Era un’Italia incerottata, era l’ultima di Chiellini, con un Mancini prigioniero di troppe ombre, da Jorginho a Bonucci, che fra gomiti e piedi non si reggeva e non reggeva. Una Nazionale fragile in mezzo e gracile in attacco, proprio là dove, l’11 luglio del 2021, si era laureata regina. Vicina alla parodia di squadra toreata ed eliminata dai macedoni nello spareggio mondiale di marzo.
Scaloni non è un genio: ha però la fortuna di averne uno. Di 35 anni (a giugno), un pittore al quale basta la leggerezza del pennello. C’è stato un momento in cui gli olè e il torello erano diventati ospiti irriverenti e addirittura sgraditi. Parcere subiectis et debellare superbos: mai dimenticarlo. La ripresa, in compenso, si trasformava in una sparatoria tra Donnarumma e Messi.
Per l’Argentina, imbattuta da 32 gare, era una tappa. Per noi, la fine di un ciclo. Da sabato, con la Germania a Bologna, comincia l’ennesimo futuro. Non sarà facile, se esploriamo i nostri vivai. Intanto, però, evviva Spinazzola. E forza Tonali. Resta, della notte inglese, il piacere del talento. Scortato dai Romero e dagli Otamendi, le guardie del corpo che dai tempi di Rocco ogni regista recluta con sadica cura. E ogni capo, pensando alla caviglie, ignora in pubblico e coccola in privato.
Sputacchiera Multinick indaista con 4 estintori di Sarri in culo e Zingy Stardust alias Coglionello Dementiev (multinick supremamente stupido in quanto sempre riconoscibile leggendo il prio rigo)…tutto bene?
Oggi vi siete sbaciucchiati tenendovi per mano oppure vi siete tirati per i capelli (pochissimi nel caso del mangiamerda adoratore di Ivano Bordon e di tutto ciò che inda-cinese) egraffiati con le unghie?
Fate sapere…hihihi.
Sono d’accordo ,bastoni e’ sopravvalutato dalla propaganda.consiglierei agli acquirenti di buttarsi su deligt che e’ molto piu’ affidabile e leader lasciando bastoni dov’e’.Inoltre si libererebbe il posto per rudiger .
Mamma mia bastoni… Il commendator Cazzaniga della omonima termoidraulica se vuole sperare di vedere saldato il proprio credito incagliato deve solo sperare che questa sera i supposti acquirenti non abbiano guardato la partita
Attento Causio che poi le danno dell’asino
Scritto da De pasquale il 4 giugno 2022 alle ore 20:22
Ahahahahah è un rischio che mi prendo volentieri
:22
è una tua convinzione, pensala come ti pare
Scritto da nino raschieri il 4 giugno 2022 alle ore 19:
È una constatazione oggettiva
-
Gentile Beccantini, lei sa bene che ogni volta che nomina/scrive il nome Brera…m’illumino…, e’ quando come in questo caso, lo magnifica; Brera inventore, mi scalda il cuore. Ecco gradirei, (ne sono certi-GRADIREMMO) che commentasse per noi, qualcosa che purtroppo, i media hanno sempre evitato di spiegarci il mal’essere interno che al sommo-giornalista tifosissimo dell’inter lo tormentava, scritto in questi capitoli estratti dal suo libro Sono certo che nessuno meglio di lei potrebbe esaudire la curiosita mia e’ dei suoi lettori
-
“Storia critica del calcio italiano”
La testimonianza di Gianni Brera
pubblicato nel 1975 da Bompiani.
-
Ecco qualche brano tratto dall’edizione del 1978:
“E quando era avvenuto il reciproco giuramento, a uno a uno il mago chiamava in disparte i suoi prodi e gli ficcava in bocca qualcosa che pareva contenuto in una bustina di zucchero. Anche di questo non si doveva chiedere nulla: o credergli o restare fuori. Il dottor Clerle, che presiedeva al servizio medico della squadra, ha preteso di sapere ed è stato tolto di mezzo”(pag.304) “…il suo calcio era tutto trafelato: correndo molto non si doveva inventare nulla: a questo miracolo era pervenuto con i riti di spogliatoio e, dopo quelli, con le stesse bustine che nei bar si ricevono per dolcificare il caffè.” (pag.305)
-
Stagione 1963/64 .
“Consacratasi campione d’Europa il 27 maggio, l’Inter dovette far vela per Roma. Lo spareggio era fissato per il 7 giugno .I nerazzurri erano stremati. Sicuramente avevano abbondato in additivi per sopportare il campionato e il torneo continentale… Fatto è che ormai si reggevano a stento in piedi, e Accaccone (Helenio Herrera), giustamente preoccupato del Bologna, avrebbe voluto ricorrere ai subdoli riti d’una volta, per i quali era già stato estromesso dall’Italia. Un mago suo amico, mezzo olandese mezzo africano, certo Wanono, gli aveva garantito da Parigi che le tracce anfetaminiche scomparivano del tutto con un infuso di picciòli di ciliegia: era deciso a tentare. Lo seppero i medici dell’Inter e gli opposero dapprima l’obiezione dell’antidoping. Caduta la ridicola gherminella dei picciòli di ciliegia, Herrera ebbe quest’altra gaia trovata: entusiasti per la vittoria, i tifosi interisti avrebbero invaso il campo dell’Olimpico, malamente protetto da un vallicello non più largo di un fosso, e avrebbero rapito i loro benamati, portandoli subito fuori dalla portata dei medici anti-doping. Moratti gli domandò se per caso era diventato matto. Herrera si rassegnò a perdere. Queste rivelazioni debbo al medico analista Manlio Cipolla, mio amico papiensis, che faceva parte con Klinger e Quarenghi dello staff sanitario dell’Inter.” (pagg 341,342 )
-
Stagione 66/67.
“Il Celtic prevale per 2 a 1. Io scrivo: è bastato l’Aubisque; il Tourmalet verrà dopo. Accaccone accusa il medico Quarenghi di aver sbagliato le pozioni. Molti interisti, rivela, hanno vomitato. Ma guarda! Dopo Lisbona viene Mantova. E’ l’ultima partita di campionato. L’Inter ha ancora un punto di vantaggio sulla Juventus, alla quale il fiero Accacchino (Heriberto Herrera) ha energicamente vietato di rassegnarsi. Mi dirà un giorno Ivanhoe Fraizzoli, successore di Moratti all’ Inter, che i mantovani avevano dato a Helenio Herrera piena facoltà di procedere alla formazione (loro!) che più gli facesse comodo. Il general manager dell’Inter, Italo Allodi, è di Mantova e proprio lui e Fabbri avevano pilotato la squadra in serie A… Può darsi pure e nessuno può smentire dopo quanto si è visto. La derelitta Inter è scesa in campo asfittica e stralunata. Un tiruzzo di Di Giacomo che poteva sembrare un passaggio è stato messo dentro a palme aperte da Sarti, che per la disperazione ha poi battuto la testa contro il palo. Così la Juventus si è trovata campione quasi a dispetto dei santi.” (pagg.366,367)
——-
Sul mago h.h. 2 aneddoti del dottor manlio Cipolla
Ho un libretto (Fortunalibri editore) scritto nel 1976 da Manlio Cipolla, ex medico sportivo dell’Inter e successivamente della Forst Cantù Basket.
-
A pag 32 nel capitolo Doping e Antidoping scrive:
“Incredibile quello che riuscì ( Helenio Herrera n.d.r ) ad inventare una volta a Torino con la Juventus . Si trattava di una partita decisiva: la decisiva, anzi, a poche giornate dalla fine del campionato . Vincemmo 1-0 ma a metà del primo tempo Zaglio si infortunò seriamente al ginocchio e fu chiaro che nel secondo tempo sarebbe stato quasi inutilizzabile.
-
Il Mago permise a Quarenghi (storico medico dell’Inter n.d.r) le cure del caso, ma volle anche somministrargli una pastiglia o due di simpamina. Come sottrarlo al controllo antidoping? Alla fine della partita fece arrivare un’autoambulanza simulando Zaglio gravissimo e bisognoso di ospedalizzazione. E per tranquillità fece accompagnare Zaglio e l’autoambulanza da un dirigente, noto parlamentare di destra“ .
-
Per una stagione di creatina a Torino e per la “farmacia“ trovata a casa di Davids, ci sono i nandroloni di Kallon e le rivelazioni (scritte e stampate) di Ferruccio Mazzola sulle sostanze che Herrera imponeva ai giocatori di assumere. Il fratello Sandro ha rivelato che lui quelle pastiglie fingeva di prenderle e poi le sputava. E Sandro Mazzola è un.. . Va creduto. Sia per il suo di comportamento, sia per quello del Mago .
-
Sempre Cipolla, nel suo libro, racconta un’altra idea del Mago, stoppata da Angelo Moratti.
-
A pag 31: “Le cose si erano messe strane sin dal mattino, quando il Mago, convinto che il Bologna si sarebbe drogato (per lo spareggio scudetto all’Olimpico n.d.r ), decise che anche noi dovevamo fare altrettanto… Dovemmo correre (Cipolla, Quarenghi e Klinger n.d.r ) da Moratti, svegliarlo nella sua abitazione romana e ottenere da lui l’autorizzazione a non procedere. L’idea del Mago peraltro era magistrale: si bombava, si vinceva, si facevano intervenire gli Inter Club che festeggiando i giocatori… sottraevano gli stessi al controllo antidoping! “.
-
Il punto esclamativo è di Cipolla.
-
alla fine ci ritroveremo con sandro titolare…