La Juventus è un museo che espone quadri d’autore (Di Maria, l’azione del gol di Milik) e inaugura nuovi padiglioni (Paredes) al quale troppo presto, però, i custodi in campo e il responsabile in panchina tolgono la luce. La Fiorentina, in compenso, è una scolaresca che ha studiato perché ha un maestro (Italiano), e dunque – al netto di tutto: assenze (bipartisan), fatturati, eccetera – accosta le Gioconde e sbircia le teche prendendo appunti, senza paura.
Ecco allora che dal ventre del Franchi esce la «solita» partita. Segna sempre in fretta, Madama, come documenta la terza rete nel giro di dieci minuti. E questo è un merito. Ma poi si addormenta fra i corridoi del suo piccolo Louvre, e questo è un demerito. Allegri non comunica (male) o non viene ascoltato (peggio). E poi quelle sceneggiate, quelle urla, quei gialli: dovrebbe ammonirlo Agnelli, se non fosse stato proprio lui a riesumarlo dai gabbioni di Livorno. Altro che Doveri.
Succede così che il destino s’incavola e da un corner pro-Goeba fa decollare il contropiede del pareggio. Dai pugni di Terracciano al bisturi di Sottil al rasoio di Kouamé, una riserva. Da area ad area: non proprio il massimo (e neppure il Massimiliano ) per una tribù che difende «basso» e pressa solo se glielo ordina il medico (quale?).
Al debutto, Paredes si colloca al limite dell’area, coinvolto e sorpreso da un traffico che la differenza delle rose e l’avvio spavaldo dovrebbero quanto meno snellire. Invece no. Più che un regista, un vigile: non è la stessa cosa. E al 42’ proprio un suo braccio determina un rigore che non sfugge al Var. La P2 (Perin più palo) strozza la mira di Jovic e l’urlo della Fiesole.
La ripresa non è che la prolunga del primo tempo. Per giunta, senza il prezioso cristallo del Fideo. La Viola, con Dodo e Amrabat, Barak e Sottil, avanza e tiene sotto schiaffo la Vecchia. Che, da parte sua, mette su un catenaccione che ricorda i «pastoni» politici di Montecitorio, con Danilo a pezzi (ma, alla fine, il più tosto) e pochi sul pezzo (Cuadrado e McKennie in fuga). D’accordo, Parigi. E, anche per questo, Vlahovic in panca: ma ancora una volta zero tiri (dopo il gol) e una mollezza che, al di là e al di qua dei cambi, ha sfiorato il deliquio. Si è rivisto Bonucci (toh), è entrato Miretti, ha debuttato Fagioli. Restano i problemi: di gioco, di anima e di gambe. Dunque, non esattamente delle punture di zanzare.
La Fiorentina avrebbe meritato di vincere (e con il centravanti che aveva fino a gennaio, forse forse). Perin non avrebbe meritato di perdere. Prova ne sia, dopo il penalty, la gran parata su Amrabat. Uno a uno, allora. E più non dimandate.
Io non sono contento ma aspetto e non rompo ad ogni piè sospinto.Il Napoli del nuovo Maradonovic qui ha fatto 0-0!!
Montero promette bene. Poi c’è sempre il mio preferito (e di Enrico se non sbaglio) Massimo il gladiatore Carrera. E a fine anno il mancio.
Gentile Alex Drastico, troppo buono: grazie. (Ha pareggiato pure il Liverpool, nel derby).
“Dobbiamo imparare a chiudere le partite”
Maledetto bastardo.
Io non sono così convinto che arrivi a giugno. anzi, occhio che una legnata a parigi potrebbe causare più di qualche scricchiolio…
Articolo che spiega elegantemente chi è il cialtrone livornese.
Preceduto da logan!
Gentile Superciuk, ho appena risposto al gentile Logan: Adani o De Zerbi.
Buon pomeriggio, gentile Logan. Aspettano la classifica fino alla sosta mondiale. Dopodiché ci sono due mesi… Il problema è chi al suo posto. Adani o De Zerbi, non me ne vengono in mente altri. Inoltre: sa va via Allegri, via anche Agnelli.
Gentile primario. Nei desiderata di quasi tutti i tifosi juventini , c’è quello di ridare un allenatore alla squadra. Posto che la società non cambierà prima di giugno, a meno che no sia in discussione il quarto posto, dovessero invece decidere di cambiare guida tecnica durante la pausa dei mondiali, lei chi ci vedrebbe al suo posto (no Adani)?