Il Napoli appende il Liverpool al muro della sua storia. E’ la fase a gironi e non sarà sempre così, d’accordo. Ma al Maradona è andata così. Pronti-via, avanti tutti, palo di Osimhen, poi rigore di Zielinski (braccio di Milner), altro penalty (Van Dijk) che lo stesso Osimhen si fa parare da Alisson. Mica è finita. Gomez continua a combinarne di tutti i colori, raddoppia Anguissa dopo triangolo con Zielinski, esce Osi ed entra Simeone, smarcato da Kvaratskhelia (che si era bevuto Gomez, ma va?): tre pere in 44’ (più una «parata» di Van Dijk sul georgiano, a porta vuota). Tu chiamale, se vuoi, erezioni. Alla ripresa, ancora Zielinski, di scavetto, e Luis Diaz a giro.
Ci sono notti in cui gli attimi non finiscono mai e restano magici, anche quando la palla la recuperano gli avversari. Spalletti dispone di uno scultore (Anguissa, sarà il migliore) e di un pittore (Kvara) nascosto tra i lazzi e i vezzi estivi di noi uomini di poca fede. Klopp cerca di scuotere una squadra depressa, dalla pancia piena e il ruttino facile. Firmino latita, Salah non trova varchi, il centrocampo, rabberciato, pompa poco e male, Alexander-Arnold e Robertson, attesi al varco con ferocia, sono fionde ridotte a cianfrusaglia. Luis Diaz, ecco: sarà l’ultimo ad arrendersi.
L’avvio-sprint permette al Napoli (anche di Kim e Olivera, di Lobotka e Di Lorenzo, ma pure di Meret e Politano: di tutti) di ritrarsi senza ritirarsi. Infastidito dal solletico dei rivali, agita per rappresaglia un’arma che la profondità di Osimhen e i pennelli di Kvara rendono letale. Il contropiede. Il primo a sapere che già in Premier i Reds non se la passavano bene, era Spalletti: anche per questo, o proprio questo (tutti ventre a terra e arroganza zero), è saltata fuori questa polveriera di partita. A volte, il titolo più calzante e graffiante resta «banalmente» il risultato: Napoli quattro, Liverpool uno.
A San Siro, il Bayern sculaccia l’Inter. Giocano, i tedeschi, a una velocità che nei nostri cortili reggono pochi. E poi il pressing: come dei borseggiatori seriali, sempre. Inzaghi l’aveva rivoltata, l’Inter. Cinque cambi, addirittura, compresi Barella e il portiere (da Handanovic a Onana, belle parate ma pure una «schiocchezzuolona»). E così, invece, di ritrovarla l’ha persa di nuovo. Domanda sulla rivoluzione: era proprio il caso di farla in Champions? A maggior ragione senza Lukaku, il totem della tribù.
Nel derby, se non altro, ci si aggrappò alla sparatoria dell’ultimo quarto d’ora: contro i tarantolati di Negelsmann, nemmeno agli spiccioli. Migliore in campo, Sané. Ha firmato il gol rompi-ghiaccio, un gol da ballerino, dettando il lancio a Kimmich, e propiziato l’autorete di D’Ambrosio. Attorno, il De Ligt che si è mangiato Dzeko, Davies che ha ridotto Dumfries a un normale terrestre, lui che da noi sembra Nembo Kid, e gli slalom di Coman. Una lezione.
Lazio, Milan, Bayern: le grandi, all’Inter, non vanno proprio giù.
Paulino ha.sofferto il cambio di.palcoscenico, da Monza a ludogorets? Nn ho visto la.partita
Grazie Alex, ho commutato sul canale 210 di Sky, mi vedo volentieri il tiè-break
Addirittura lo svizzero de noantri fa le condoglianze in REGNUNITESE..Ma ti/vi vergognate della vostra lingua madre?Che riposi in pace.
Giovanni
Grande tennis nella prima semi di doppio.
May Her Majesty rest in peace.
Nel frattempo la “Invencible Armada” dell’Ammiraglio Bollito Mou viene sconfitta in uno sperduto campo della periferia territoriale bulgara per mano del terribile Ludogorets…con grave scorno della nutrita schiera di media romani e nazionali che hanno fin dall’inizio della stagione dato fiato a una possente “propaganda pentole” secondo la quale la Roma è “uno squadrone pieno di fuoriclasse primo tra tutti Paulino Dybala” e trovando sponde, qui dentro, nel patetico cartonato indaista de Pasquale che non rassegnandosi al fatto che il suo Mou è stato cacciato via a calci in culo dal campionato principe in Europa, là Premier, con la indelebile qualifica di bollito ha fatto della vittoria in Conference League , l’equivalente nel 2022 della Coppa Intertoto, un “fantastico trionfo europeo”…ah, dimenticavo: Paulino, anche oggi, poco più che impalpabile…esattamente come da noi negli ultimi due anni…
Speriamo che vi mettiate a lutto per 12 giorni ed evitiate di gufare la Juve!!
Intanto il demente ancora una volta non ha capito un cazzo.
Povera bestia ignorante.
Da monarchico-comunista piango la prematura dipartita della mia sovrana.
Lehman chi?Avrei capito…Beckembauer…Ogni scarraffone viene immancabilmente intercettato dal cosmopolita(Saccio tutto io)!