Il Bologna non fa tremare più nessuno, e con Sinisa era pure meglio, ma non pensavo che i «senza allenatore» ne disponessero così agevolmente. Tre a zero. «Sochmel», dicono dalle mie parti. Kostic su tocco di Vlahovic. Vlahovic, di testa, su cross di McKennie. Milik, di sassata, su palla vagante di Bonucci. Non solo. Madama ha pure cercato il poker, mangiandoselo (con Vlahovic) e sfiorandalo (con Milik, palo).
Una volta, quando la Juventus passava in vantaggio, i tifosi esultavano. Adesso si mettono le mani nei capelli. Perché sanno che, dietro l’angolo, può sempre affiorare un primo tempo come a Marassi o un secondo come a Firenze. E’ andata, questa volta. E dal momento che c’era aria di rivolta, i vuoti erano tanti e la sbronza di Monza pesava come un’onta, beh, absit iniuria verbis. Stiamo vivendo uno strano periodo storico, l’Atalanta segna come la Juventus (12 gol), ma ne becca di meno (3 a 5) e gode dei corti musi – 1-0 a Verona, 1-0 alla Roma, 1-0 alla Viola – che l’hanno spinta in testa, addirittura, sotto braccio allo straripante Napoli. Non è più la Dea che ti stecchiva per la sindrome di Stendhal, Gasp l’ha rivoltata (per forza) e resa più scaltra (per scelta).
Il verdetto dello Stadium ha permesso il sorpasso sull’Inter, ma è ancora presto per dire se abbia spazzato le nuvole che ne zavorrano il cielo. I recuperi di Rabiot e Locatelli, la panchina di Paredes, l’ennesimo centrocampo da formare – e informare – i ritorni di Szczesny e Bonucci. Nulla di trascendentale, in vista di Maccabi e Milan, ma un 4-4-2 «scemplice», una coppia d’attacco che ha segnato e lavorato, Bremer implacabile su Arnautovic e, in generale, più spirito, più gamba, più ordine. E le prime due pere in contropiede, a proposito di calcio vintage.
Certo, Dybala non c’è più e Di Maria non ancora: per questo, fantasia zero. Però la vita va avanti. Coraggio. E, chi vuole, Allegri
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Nella mia crociata per le dimissioni di AA ed un repulisti generale (anticipo: tra un po’ passerò ad #exorout) vorrei riproporre uno scambio di opinioni di ieri con Christian Pettini:
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Christian, dipende sempre dai contratti e dalle clausole.
Comunque conoscendo Pep, non avrebbe mai accettato senza determinate garanzie, per questo non ho mai creduto alla Sua venuta sebbene ritengo possibile quanto affermato da Luca Momblano ovvero che ci siano stati dei contatti prima dell’ingaggio di Sarri.
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Scritto da Luca L. il 2 ottobre 2022 alle ore 20:28
Ovviamente “come ora con Allegri” fa riferimento alle parole di ArrivaBeneMaRazzolaMale.
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Scritto da Christian Pettini il 2 ottobre 2022 alle ore 20:25
Luca L., non pensi che la scelta di Guardiola, se non supportata in assenza di risultati per motivi diciamo “filosofici”, sarebbe stata comunque sostenuta per mere questioni economiche come ora con Allegri?
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Scritto da Christian Pettini il 2 ottobre 2022 alle ore 20:23
Bentornati in clinica Andrea, RiccardoRic e Guido.
Abbasso il Pensiero Unico
Ma si’, intoniamo un peana al ricottaro per la terza vittoria in dieci partite.
Scritto da Fabrizio il 3 ottobre 2022 alle ore 10:04
È un progetto di 4 anni, dice Arrivabene che non puoi valutare su una singola partita
Riccasega,
come ho già scritto, rappresenti per lo più ad ogni tua espressione un meraviglioso esempio di incoerenza.
Un paio di egoismi che non mi sono piaciuti. Alex Sandro vince un contrasto/rimpallo in area di rigore e la sparacchia forte a lato, invece di, con lucidità, toccarla al centro, dove c’era Vlahovic liberissimo con porta spalancata. E difatti giustamente il serbo lo manda a stendere. Cuadrado che si invola sulla destra, entra in area, guarda(!), (si nota bene dal replay basso che guarda in area), quindi vede (!) Kean libero che sta arrivando sul palo opposto ed invece di passarla sparacchia alto da posizione defilata. E difatti Kean lo manda giustamente a stendere. Vero che son due situazioni accadute già sul 3 a 0, ma son quei piccoli atteggiamenti che creano malumori ed invidie in una squadra, invece di coesione e compattezza.
E parlo di Trump e sono un razzista.
E parlo di Conte e sono un idiota.
E parlo di Di Maio e sono un populista.
E parlo di Salvini e sono un fascista.
E parlo di Berlusconi e sono un venduto.
E parlo di Renzi e sono l’élite.
E parlo di Zingaretti e sono un comunista.
E parlo dell’Europa e sono un globalista.
E parlo del Papa e sono un cattocomunista.
Mi spiace, e lo dico sul serio, che la maggior parte delle persone non sia più abituata alla libertà di pensiero, al dialogo, al confronto civile, garbato, disinteressato: si può esprimere un concetto anche senza essere parte di uno schieramento politico.
Mi spiace, e lo dico davvero, che la maggior parte delle persone non sappia più sostenere o combattere una tesi senza incasellare l’interlocutore in uno schema lessicale demente e ingiustificato.
La forza delle idee sta nelle argomentazioni, non nell’essere asservito supinamente a un’ideologia che impedisce di comprendere l’altro. È così che si spegne, si annienta, una società.
L’Amministratore
(dalla pagina fb ” Oriana Fallaci – storia di una italiana”)
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Per chiunque, ma in special modo per il filosofeggiante Platone de noartri in arte (insomma…arte…si fa per dire…) Andrea
il solo cambiamento che ho visto è che stavolta in vece di passeggiare hanno corso (ed era ora) e tanto è bastato a battere una squadra che lotterà per non retrocedere
il resto, applausi, peana, ripresa, è solo fuffa che lascia il tempo che trova, mercoledì e sabato avremo risposte più attendibili
Dite quello che volete, già vi sento “il
Bologna è nient’altro che una squadretta”, abbiamo fatto il nostro dovere, potevamo fare meglio…
Eppure vincere contro il Bologna del cangiante Thiago Motta era tutt’altro che scontato!
Cordialmente,
BZ
un primo tempo OSCENO, un secondo un po’ meglio (e ci voleva poco) , Vs una squadra che lottera’ per la serie B .
https://www.tuttojuve.com/calciomercato/juve-allegri-vorrebbe-il-rinnovo-di-rabiot-trattativa-difficile-con-il-francese-616604
Cacciatelo
Cacciateli