Togliere il contropiede ad Allegri è come togliere Allegri ad Adani. Sbadigli. Per carità , il Verona aveva aggredito persino il Milan, salvo poi arrendersi – con onore – alle sue qualità . Con la Juventus è andato via di gamba e ci ha messo il cuore, il muscolo. E’ caduto sull’unica, decente azione degli avvesrari, Milik-Rabiot-Kean – all’ora di (non) gioco.
Per Bocchetti, ultimo, è la nona sconfitta di fila; per Madama, la quinta vittoria. Inoltre: la peggior difesa contro la migliore. Ecco un altro punto: date a Max il bunker più munito e si eccita, pronto a sacrificargli molto. L’Hellas ha giocato come poteva, con Djuric e quindi Henry a ramazzare campanili. La Juventus ha giocato malissimo. Il calendario compresso non fa sconti, il catenaccione della Cremonese ha bloccato il Milan sullo 0-0, l’Inter ha avuto bisogno di una prodezza di Dzeko per scacciare le paure, rimontare e asfaltare il Bologna. Il Napoli, che fa un campionato a sé, ha battuto l’Empoli di rigorino, di cambi e di bellezza (l’azione del raddoppio: Lozano-Zielinski, chapeau).
Il possesso palla di Allegri toccava picchi guardioleschi, ma Kostic e Rabiot rifiatavano, Locatelli e Fagioli non trovavano sentieri, figuriamoci autostrade, Cuadrado «parava» più di Perin, il che è tutto dire. Uno spericolato mani-comio di Danilo, sempre lui, non commuoveva il Var che poi, correttamente, cancellava un rigore di Bonucci (su Verdi): non c’era (a differenza dell’altro). Chiudeva in dieci, la Juventus, per un rosso ad Alex Sandro. Un rosso netto ma singolare: su contropiede di Lasagna, fra i più vivi, dopo che i cortomusisti non ne avevano accennato manco mezzo.
Il pari sarebbe stato più equo, come mi segnala un delicato lettore di fede juventina: ce ne sono, ce ne sono. Ma così è. Di Maria, a proposito, quel poco che ha giocato lo ha offerto all’Argentina. Che è sempre una bella cosa. Anche se non bellissima. Forse.
Questi clean sheet non valgono un cazzo ma sembrano causare parecchie sofferenze a livello epatico.
tutto pensare di vedere nella vita meno che di leggere tifosi juventini, ma direi sedicenti tali, che a fronte di due episodi arbitrali da tutto il mondo, gazzetta pure, tutto dire, ritenuti corretti, propendono per la tesi contro la Juve, spacciandola per onestà intellettuale, mentre invece è solo antiallegrismo…..roba da accapponare la pelle e che da la misura della validità di tantissimi altri concetti espressi. Io sto con la Juve. Sempre.
Ha letto tutto ma arriva solo fino a lì….
Scritto da DinoZoff il 11 novembre 2022 alle ore 12:22
Leggi magari tutto prima di commentare, altrimenti salta a piè pari. Mica ci si offende, eh.
Gentile Andrea, buon giorno e mi scusi per il ritardo. La sua accurata flebo mi fa venire in mente un passo di «Indipendenza», libro di Javier Cercas, uno degli scrittori spagnoli che più amo: «Il signor Burton è il corrispondente del Guardian in Spagna e sta scrivendo un libro su Barcellona» racconta Vidal [non il centrocampista]. «Gli avevo appena detto una cosa che ripeteva sempre mio padre: “Il catalano che non vuole l’indipendenza, non ha cuore; quello che la vuole, non ha testa”».
La trovo tagliata su misura per il Mondiale in Qatar, manifestazione che spacca le coscienze, riproponendo l’eterno dilemma della transumanza in un Paese che calpesta i diritti umani. Ammesso, gentile Andrea, che oggi ci possa essere un Paese in grado di dare lezioni di moralità . Ho scritto moralità , non moralismo, perché di siffatta materia persino qui in Clinica siamo maestri.
Come ho ricordato a un altro gentile Paziente, nel 2019 il Qatar ospitò i Mondiali di atletica leggera. Sul piano dell’effetto grancassa non valgono quelli di calcio; a livello prettamente sportivo, li stracciano. Essendo l’atletica, come la storia per i latini, «magistra vitae». Non rammento sollevazioni di popolo né di coscienze. Non rammento Girolamo Savonarola salire sul pulpito e dal pulpito minacciare inferni in cielo a coloro che sfileranno nell’inferno in terra di Doha. Lo sport, e il calcio in particolare, è oppio o adrenalina a seconda delle esigenze: fu adrenalina (razziale, persino) per il Mussolini del ‘34; è stato oppio per il Videla del ‘78; è stato oppio e adrenalina per la Cina delle Olimpiadi. Potrei continuare.
Il Qatar è l’unico stato che possiede una squadra di calcio: il Paris Saint-Germain. Che, non a caso, ho ribattezzato «Pari Saint-Qatar». Vi giocano contro serenamente tutti in tutta Europa. Persino la Juventus. Senza se e senza ma. Eppure, stando a una certa (e condivisibile) logica, costituisce l’appendice di una nazione che dovrebbe essere messa all’indice. Di sicuro, lo sceicco (?) non ha badato a spese e a vite umane, soprattutto. Se allargare i Paesi ospitanti era e resta sintomo di democrazia, aver scelto il Qatar è stato un errore.
L’importante, gentile Andrea, è non essere ipocriti. Il Sud Africa avrebbe dovuto avere il Mondiale del 2006. Era già tutto fatto. Poi, all’ultimo momento, un votante scomparve (alla Candreva di Juventus-Salernitana) e l’edizione se la pappò la Germania. Mandela sarebbe poi stato risarcito con la «puntata» successiva, nel 2010.
Secondo Oscar Wilde, è «meglio essere protagonisti della propria tragedia che spettatori della propria vita». Magari esagera(va), ma nei suoi aforismi trovo sempre spiccioli di grandezza, se non scintille vere e proprie. Ricorrendo al sua perfida ironia (en passant, motto che la Clinica potrebbe adottare, consiglio vivamente: «Perdona sempre i tuoi nemici. Nulla li fa arrabbiare di più»), si potrebbe aggiungere e chiosare che la Nazionale di Mancini, sensibile alle precedenze morali che il vil traffico qatariota sollecitava, ha scelto il pretesto della Macedonia del Nord per disertare una tonnara così carsica, a una sfilata così sanguinaria, a un mercato (di fedi e di fedine) così pacchiano.
Viviamo di contraddizioni, di ossimori, la caccia al capro (capo) espiatorio è la campana che unisce i campanili di questa «serva Italia». Scrive: «Allegri può essere al tempo stesso uno stupido e un genio». Certo che sì. Soprattutto Allegri, «questo» Allegri, ma non solo Allegri. Perché siamo nell’ambito del libero arbitrio, che la competenza dovrebbe pilotare (e non il contrario, se possibile), ma c’è bisogno, ripeto, di un avversario, di uno scalpo, va bene Allegri. Anche perché molto ha fatto per fornire munizioni ai passamontagna. in agguato. Adani e Cassano, se non altro, sparano senza cappuccio.
Ma con Allegri siamo usciti dal seminato (e dal «sceminato»). Torniamoci. Nel migliore dei mondi possibili, in Qatar non si giocherebbe mai. Così come non si sarebbe giocato in quella Argentina «là », in quella Cina «là », eccetera. Nel più normale di mondi, viceversa, si gioca. Pangloss sarebbe triste. E Voltaire con lui. Mi risulta che l’industria italiana sia molto attratta dai dollari qatarioti, perché – e siamo al punto focale – «pecunia non olet».
La pecunia. Il denaro. Lei con maggior scienza, io con minor intelletto abbiamo girato attorno al punto focale. Il denaro. L’amore [moderno] che «move il sole e l’altre stelle». Sporco di sangue, in questo caso, ma sempre duttile, sempre utile.
E allora, andarci o non andarci? E, se sì, come comportarsi?
Tutte le Nazionali qualificate ci vanno: e chi è stata esclusa pagherebbe per esserci. Tutte colluse? No, naturalmente. Dal mio ufficio di Milano, a 71 anni, non mi costa niente, gentile Andrea, suggerire a chi ci andrà – dirigenti, tecnici, giocatori, giornalisti – testimonianze forti, coraggiose. Edulcorando il famigerato slogan dei furbetti del Quartierino, è facile «fare il frate con il saio degli altri». Edulcorando, ripeto.
Non è facile essere uomini sul posto. Senza passamontagna. Penso (pensi anche lei) al ristoratore italiano che ha aperto un ristorante a Doha. Come si deve sentire: correo? Saputo dei morti «per» gli stadi, avrebbe dovuto chiudere, avrebbe dovuto trasferirsi? Il vangelo dice: scagli la prima pietra chi è senza peccato, non chi ne ha commessi (eventualmente) di meno. Capovolga il senso: di fronte a una tragedia devo fermarsi il baraccone ma non il baracchino? Il calcio è divertimento ma anche lavoro.
Lei conclude: «Tornando ai mondiali in Qatar, in questa circostanza il gioco del calcio viene usato strumentalmente per glissare sulla corruzione della Fifa, che di fatto è collusa con l’organizzazione violenta dell’evento, confidando che la gente sarà “sedotta” dal desiderio del gioco, dimenticandosi presto della violenza». Purtroppo, è così. Ribadirlo, senza offesa, è come scoprire di nuovo l’America. Lo accennavo poco sopra. Come insegnava papa Wojtyla, «in un viale senza uscita, l’unica uscita è nel viale stesso». Che non significa scappare. Al contrario, significa assumersi le proprie responsabilità . Dal campo e dalla tribuna stampa. Sempre. Comunque. Nell’ambito delle rispettive mansioni. In base al rispettivo tasso di coraggio.
Ancora Oscar: «Ci hanno promesso che i sogni possono diventare realtà , ma hanno dimenticato di dirci che anche gli incubi sono sogni».
Grazie per lo spunto.
Chi non guarda la partita è dell’Inter.
Scritto da DinoZoff il 11 novembre 2022 alle ore 11:47
Esiste una vita oltre la Juve, che pretende i suoi tributi in termini di tempo ed impegno (mi piacerebbe di molto essere mantenuto all’ozio, ma così non è).
Per avere schifo del gioco della Juve attuale non serve essere interisti, bastano gli occhi.
Scritto da Cartesio il 11 novembre 2022 alle ore 11:54
Esatto cartesio.
A parte la stupidità del commento di viscidoff che insomma dai,quoziente intellettivo lo conosciamo da mo’…..senza dare patenti idiote semmai è da interisti non vergognarsi per quello che abbiamo rubato ieri sera e non mi riferisco solo all’arbitro.
Scritto da Cartesio il 11 novembre 2022 alle ore 11:49
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Rigori solari??
E per fortuna che bastavano gli occhi…..
ahahahahahahaha
Scritto da Causio il 11 novembre 2022 alle ore 10:33
A confronto delle sparate di tale Enristo le bombe del mitico Maurizio Mosca erano mini-ciccioli…
Scritto da Andrea il 11 novembre 2022 alle ore 10:22
Anch’io ho riso al post di Andrea però poi mi sono ricordato che stiamo parlando di una persona molto molto malata.
Ci stiamo focalizzando su rigore si o rigore no, quando invece, come dice giustamente Robertson, dovremmo parlare dell’ennesima invereconda partita preparata dal cialtrone rubastipendio. Per non parlare degli acquisti espressamente richiesti da lui che si stanno mostrando per quello che era prevedibile che fossero. Cose scritte e riscritte qui peraltro.
Chi non guarda la partita è dell’Inter.
Scritto da DinoZoff il 11 novembre 2022 alle ore 11:47
Esiste una vita oltre la Juve, che pretende i suoi tributi in termini di tempo ed impegno (mi piacerebbe di molto essere mantenuto all’ozio, ma così non è).
Per avere schifo del gioco della Juve attuale non serve essere interisti, bastano gli occhi.