Diario mondiale, quinta puntata. Ciao Qatar, eliminato numero uno.
** Galles-Iran 0-2. Giustizia, e non veleno, nella coda. Il rosso, corretto dal Var, al portiere Hennessey all’86’; i gol di Cheshmi al 98’ e Rezaeian al 101’, dopo i pali di Azmoun e Gholizadeh. Un «Irandiddio», in rapporto alla squadra spazzata via dagli inglesi. Complimenti a Queiroz. E i dragoni? Il fumo di Bale e Ramsey ne condiziona la rotta. Sempre o quasi a rimorchio di avversari più organizzati, non solo più assatanati.
** Qatar-Senegal 1-3. Primo hurrà dell’Africa. Provvedono le punte, Dia (con la stampella di un disastroso Khoukhi) e, in avvio di ripresa, Diedhiou. Finalmente un po’ di Qatar: due «signore» parate di un redivivo Mendy e la zuccata di Muntari, nomen omen, capace di alzarsi sopra Koulibaly. I senzaMané capiscono che non è più il caso di scherzare: azione aggirante e stoccata di Bamba Dieng.
** Olanda-Ecuador 1-1. Il bel gol di Gakpo sembrava l’invito a un matrimonio. Invece no, in chiesa non c’erano solo i parenti degli sposi: c’era anche l’Ecuador, squadra ormonica, mai doma, in grado di stuzzicare – con le zanne voraci di Valencia – il pressing quasi garbato dei batavi, le gote del pallido De Jong, le ante di Van Dijk. Il pareggio di Estupinan, al crepuscolo del primo tempo, è stato annullato per il fuorigioco di Porozo, deambulante nei paraggi di Noppert, pivot di 2,03. Nel Novecento, offside automatico. Nel Duemila, a volte no a volte sì. Van Gaal, che difende a tre (mi raccomando: resti fra noi), ha imparato a badare al sodo. E qualche mozzo ne approfitta. Ma, mi dicono, la notte dorme lo stesso. Alfaro, in compenso, è un artigiano argentino che ha trasmesso la sua fame, il suo calcio di branco, tutti lupi finché l’utopia regge. L’aggancio era nell’aria, ed è arrivato all’alba del secondo tempo. Firmato, di tapin, dal solito, implacabile Enner Valencia, 33 anni e già 3 reti. La traversa di Plata pareva un segno del destino. L’infortunio di Valencia, un altro. Depay non era dell’avviso: sto parlando del peggiore. Non escludo che i nipotini di Cruijff pensassero al gracile Qatar, mentre ai rivali toccherà l’ambiguo Senegal. Detto ciò, e al di là della flessione finale, se fosse stato un incontro di pugilato avrei alzato il braccio dell’Ecuador. Elogio del calcio semplice.
** Inghilterra-Stati Uniti 0-0. Il quinto della serie. Ritmi mossi e pause di studio, 61’ effettivi (nonostante il recupero temperato di 4’). Una traversa di Pulisic, un’occasione per McKennie, un tuffo di Turner su sventola di Mount. Non molto altro, a essere sinceri. Non uno che abbia staccato il gruppo, se non il Pulisic dell’incipit. Kane, Bellingham, Sterling, Saka cacciatori invano di episodi. Hanno prevalso le torri di difesa, Maguire e Zimmerman. Zero ammoniti e più fischi che brividi: un armistizio agro, come la vita di Luciano Bianciardi.
Logan,
la difesa ossessiva del Cialtrone è solo il polo opposto all’altro, quello dell’attacco ossessivo del Cialtrone. Ma gli opposti si attraggono, fino a coincidere.
Se non era una battuta, c’è poco altro da dire: allora era un’insinuazione nei confronti di Riccasega, che ti ha replicato parimenti con un’altra insinuazione della stessa risma.
Tutto ciò conferma soltanto quanto avevo già detto: c’è una certa complicità in questo ciclo assurdo di insinuazioni psicologiche che non assomiglia nemmeno vagamente a una discussione vera.
La madre
Poi ci sono quelli che rabiot è una pippa e paratici ha rovinato la Juve prendendolo a parametro zero con un ingaggio di 7 netti che grazie al decreto ladro ci costa solo 10 e il povero cialtrone livornese deve fare centrocampo con una simile pippa poi però rabiot nell’elenco pippe scompare misteriosamente anzi no,il cialtrone lo ha valorizzato.
Gente che venderebbe l’anima madre per una moneta da tre euro.
Esatto.
Poi ci sono quelli che attaccherebbero Rabiot perché lo ha portato Paratici, ma facendolo dovrebbero attaccare il cialtrone perché lo vuole sempre in campo. Quindi rimangono tra gli indecisi e, ormai da un po’, glissano sulla questione.
Rabiot è un giocatore che per tre anni su quattro ha fatto lo scansafatiche. Oggi rende per i motivi che ormai chiunque ha capito. Quindi uno così, se si ragiona senza pregiudizi, qualsiasi tifoso juventino lo vorrebbe lontanissimo dalla continassa. Però è un prediletto del cialtrone e allora le cose cambiano.
Andrea
Devo darti torto, perché la difesa di Rabiot è un meccanismo che ha stretta relazione con l’ossessiva difesa del cialtrone, che nasce, peraltro, non tanto da convinzioni personali, quanto dall’attacco di cui il cialtrone è oggetto. Quindi non ho buttato la solita battuta sul cialtrone, fidati.
Scritto da Guido il 26 novembre 2022 alle ore 10:43
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Non hai colpito alcun segno, ma se preferisci crederlo, sono con te.
Guitto, tu e Logan siete parte integrante dello stesso loop che si ripete.
Anche perché le cose sono andate così:
- si parlava di Rabiot, non di Allegri;
- poi sbuca Logan e butta lì la solita battuta sul Cialtrone e la pro-allegrese;
- automaticamente, scatta l’eureka nella testa sgenialeh di Riccasega: “ah! quindi ecco il vero motivo per cui a nessuno piace Rabiot: perché è un cocco di Allegri”.
- e tu subito di fiondi sul boccone prelibato, Allegri; ché quando se ne parla male, c’è sempre spazio per parlarne anche bene e slinguazzarne un po’ il simulacro.
In sostanza, per non far partire il loop bastava non ricondurre gli altri punti di vista ad una battuta di Logan, facendo di tutta l’erba un fascio.
Invece, con il più tradizionale dei colpi di teatro, riecco la solita manfrina da guitti.
Quasi dimenticavo…. interessante il concetto di “schiena dritta” in relazione al sostenere certe tesi condivise da un gruppo, più o meno sparuto, di persone. Chi è fuori da questa condivisione ha la schiena da lombrico (cit.) Concetto fascistoide anzichenò.