Diario mondiale, ventesima puntata. Messi versus Mbappé, dunque. I cannonieri. I simboli. L’anziano monarca, il giovane delfino. L’Argentina aveva strapazzato il palleggio dei croati. La Francia, campione uscente e quattro volte finalista nelle ultime sette edizioni, ha sgonfiato l’orgoglio e il gioco del Marocco. Un gol subito (di Theo Hernandez, in acrobazia) e uno al tramonto, di Kolo Muani, in campo da 44 secondi. Morale della «favola»: 2-0.
Hanno vinto i più forti che spesso, durante la partita, non sono stati i più bravi. Succede. Mai era stato sotto, Regragui; ed era sempre fermo a un’autorete. Opta per la difesa a tre, un disastro certificato dalla rete di Theo, dal palo e dal quasi bis di Giroud. Rifiorisce con l’uscita di capitan Saiss, infortunato, e il ritorno al canonico 4-3-3. E’ soprattutto a destra che Hakimi e Ziyech, là dove Mbappé non si degna, spremono Hernandez e producono calcio frizzante. Protetta dalla corazza di Amrabat, la regia di Ounahi è oreficeria di classe, come il legno – su rovesciata – di El Yamiq.
Con Fofana al posto di Rabiot, influenzato, Deschamps perde qualcosa nelle transizioni. Tchouaméni dispensa tocchi deliziosi, ma nel finale smarrirà un pallone dagli esiti potenzialmente burrascosi. Il migliore è Griezmann, tuttocampista con il radar agli alluci. Mbappé entra nei due gol, vero: menato, limita però le sgommate e finisce centravanti. Se Thuram (per Giroud) è staffetta ponderata e utile, il lampo di Kolo Muani, sostituto di un grigio Dembélé, appartiene ai baci che gli dei riservano, talvolta, ai Didier più cari, in bilico perenne tra prevedere e sedere.
Resta, del Marocco, un torneo memorabile. Contenderà il bronzo al pennello di Modric. Indomabile, ha costretto Konaté a una «parata» clamorosa su Hamdallah, che poco prima se n’era mangiato un altro. In campo, solo calcio: niente politica. E uno «sturm und drang» così cavalleresco da premiare i vincitori senza avvilire i vinti.
Finale 3 4 posto, la partita più triste di tutto il calendario calcistico mondiale. Più di triste di una amichevole. Ma immagino che per il Marocco, più che per la Croazia, un terzo posto ai mondiali sia evento da tramandare ai posteri. Con piacere ho assistito alle loro esultanze, a quella gioia collettiva sfrenata, mista a meraviglia, che solo il calcio sa regalare. Non me ne vorranno Modric ed il mio Marione Mandzukic, ma spero nel terzo posto del Marocco, anche per Regragui. Una vera scoperta come ct. Chi non è interessato non rompa i coglioni (cit)
Povero Sinisa se n’e’andato come ha vissuto:da guerriero.
Rip.