Dalle mazzate del meno 5 di Napoli e del meno 15 di Roma all’errore di Szczesny, sul destro – parabilissimo – di Lookman. Era il 4’, e la Juventus sembrava già condannata. Di nuovo. Invece no. Ha reagito. E’ passata addirittura in vantaggio (rigore «varista» di Di Maria, destro di Milik a suggello di una bella azione). Ha sofferto, in avvio di ripresa, l’uno-due dell’Atalanta (Maehle, su tocco di Lookman; ancora Lookman, di testa, alla terza doppietta consecutiva, su parabola di Boga). Ha ripreso il risultato, con Danilo, su punizione (da schema). E’ tornata sotto, è tornata sopra, persino con Cuadrado, e, con Miretti, ha sprecato un regalo di Demiral scartato da Kean. Alla fine, 3-3.
Le partite sono divertenti anche per gli errori, Allegri e Gasperini se la sono giocata inseguendo filosofie che, per lunghi tratti, si sono mischiate. Di Maria, finché ha retto, ha acceso il buio. Fagioli, dal penalty all’assist per Milik, gli ha fornito legna preziosa. Ci sono stati brani di gran pressing, con un arbitro, Marinelli, che si asteneva sempre e, dunque, i rari fischi diventavano assemblee di condominio. En passant: da penalty, per me, anche la trattenuta di Palomino, poi infortunato e sostituto dal turco, su Milik (al 6’).
Il ritmo, alto, ha cancellato i rimpianti e i rimorsi. Reduce dall’incubo Osimhen, Bremer si è allacciato con Hojlund, un danese per nulla amletico: gran duello. Tra campionato e coppa, l’Atalanta veniva da 13 gol. Ha confermato, grazie alla vena di Lookman e ai dribbling di Boga, la felicità ritrovata. Altro discorso, le difese. Il fortino di Madama è precipitato da zero reti in otto gare a otto in due: quando si alza l’asticella, può succedere.
Sono entrati Chiesa e (tardi) Muriel. La sfida era un aquilone impazzito che ognuno tirava a modo suo. Restano le ceneri di un fuoco che, almeno per una notte, ha riscaldato noi romantici.
Ciacole,solo ciacole giornaliere.Da parte di tutti!!
Ed eccoci al caso Carlos Vinicius. Come anticipato, il brasiliano viene acquistato nel 2018 dal Napoli in seconda divisione portoghese per 4 milioni di euro (valore al momento dell’acquisto: 700mila euro). Carlos lascia quindi il Real Sport Clube, ma resta in Portogallo, subito girato in prestito al Rio Ave. In patria Vinicius fa bene, ma a gennaio 2019 i partenopei lo rimandano in prestito, stavolta al Monaco. E qui cominciano i problemi: Carlos non brilla in Ligue 1 dove registra 16 presenze, 511 minuti e due gol. Così il Napoli decide di vendere l’ex difensore centrale esploso poi da punta centrale e finito sotto la gestione di Jorge Mendes. Nonostante le ultime deludenti prestazioni e un valore di 7 milioni di euro, il Benfica acquista Vinicius per 17 milioni di euro. Il Napoli registra così, nell’incredulità generale, UNA PLUSVALENZA MONSTRE PER UN GIOCATORE CHE NON HA GIOCATO NEMMENO UN MINUTO
Dopo un’ottima stagione in Portogallo, Carlos fallisce l’occasione Tottenham (prestito) e si riprende leggermente con il Psv (prestito), prima di essere ceduto al Fulham. Valore attuale: 5 milioni.
Trovandosi così bene nell’organizzare operazioni di mercato, Napoli e Lille sono protagoniste di altri due trasferimenti: uno precedente e uno successivo all’affare Osimhen. Il primo riguarda Kevin Malcuit, esterno pagato 12 milioni di euro nel 2018. A parte la stagione 2018/19, il francese gioca davvero poco, tra un infortunio e l’altro, anche durante il prestito alla Fiorentina. Nel 2022, da svincolato, approda all’Ankaragucu, in Turchia. Valore attuale: 600mila euro.
L’ultima trattativa tra Napoli e Lille riguarda invece Ounas, acquistato dal Bordeaux nel 2017 sempre per 12 milioni di euro, impiegato con il contagocce, prestato al Nizza, al Cagliari e al Crotone tra alti e bassi. Il contratto, in scadenza nel 2022, è rinnovato per un altro anno. Un accordo tra gentiluomini per permettere al Napoli di non perdere a zero il talento algerino. E chi lo compra alla fine? Il Lille, per 3 milioni di euro. Valore attuale: 8 milioni di euro.
Per portare all’ombra del Vesuvio Victor Osimhen il Napoli ha pagato nel 2020 71,25 milioni di euro al Lille. Parte di questa cifra è stata “ammortizzata” dalla società azzurra con la cessione di quattro giocatori al club francese: al portiere Karnezis, il più noto del quartetto, si aggiungono Luigi Liguori, Claudio Manzi e Ciro Palmieri. Quello che stona (e non poco) è il valore assegnato a questi calciatori, quindi pagato dal Lille e quindi risparmiato sul costo totale di Osimhen come parziale contropartita tecnica. Paragonando il valore di mercato al momento della cessione e i valori di mercato successivi, saltano all’occhio gli improvvisi picchi mai e mai più raggiunti dagli stessi atleti. E così se Orestis Karnezis, l’unica a giocatore ad alti livelli, passa da 500mila euro a 5,13 milioni di euro, un salto ancora più oscuro lo compiono Luigi Liguori (da 75mila euro a 4 milioni), Claudio Manzi (da 75mila euro a 4 milioni) e Ciro Palmieri (da 75mila euro a 7 milioni).
Ad insospettire ulteriormente sono le carriere dei quattro protagonisti: una sola presenza in Coppa di Francia per Karnezis fino al ritiro nel 2022. Zero presenze con il Lille anche per Luigi Liguori, ala destra prestata subito dal Lille alla Fermana e poi al Lecco, prima di essere ceduta (sempre a titolo gratuito) ad Afragolese, Frattese, Ercolano e Casoria, in Eccellenza. Valore attuale: non pervenuto. Zero presenze con il Lille anche per Claudio Manzi, difensore girato subito in prestito alla Fermana e poi ceduto a titolo gratuito alla Turris in Serie C. Valore attuale: 150mila euro. Zero presenze con il Lille, infine, anche per Ciro Palmieri, seconda punta girata in prestito subito alla Fermana (sì, anche lui) e poi ceduto alla Nocerina, che lo ha ceduto alla Palmese che lo ha ceduto al Nola, in Serie D. Valore attuale: 50mila euro.
Intervistato da Repubblica a dicembre 2021, Luigi Liguori racconta: “A giugno mi chiamò il Napoli e mi disse: vieni a Castel Volturno, dobbiamo parlare. Siamo andati io e il mio procuratore, la società ci ha offerto due opzioni: potevo rinnovare per un anno e restare, o accettare di andare al Lille e firmare per tre anni, entrando nell’operazione Osimhen. Voi che avreste fatto? Ne ho parlato con il mio agente e ho accettato. Il 30 giugno abbiamo firmato con il Lille (…) Non siamo mai andati a Lille. Nemmeno per firmare. Hanno mandato i contratti a Napoli e abbiamo firmato a Castel Volturno (…) Noi non volevamo più andare in Francia, allora ci hanno proposto di lasciare sul tavolo i due anni di contratto e accettare una buonuscita (…) Purtroppo io non sapevo tutto. Loro non è che ti dicono che volevano fare plusvalenza. Ci hanno detto solo: il Lille vuole tre giovani e noi abbiamo pensato a voi. Poi col passare delle settimane abbiamo scoperto tutto, ma ormai eravamo coinvolti, non potevamo più fare nulla (…) Con gli altri due ragazzi coinvolti nell’operazione ci sentiamo spesso e tra di noi ci diciamo: noi avevamo tre anni di contratto. Ci siamo bruciati per “colpa” del Napoli. Perché noi non sapevamo nulla”.
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chissà se gli esperti del Beck hanno da commentare qualcosa….
Emblematico De Pasquale, invece di essere fortemente incazzato con i suoi per la sconfitta interna, sta ancora gongolando per le vicende giudiziarie juventine….e noi dobbiamo giocatore contro questi? altro che “niente arroganza”…disprezzo proprio meritano…..
Magari, Fabrizio, magari…
Leggevo un pezzo di non so più quale addetto ai lavori che spiegava come l’uscita dal campionato italiano e l’ingresso in uno straniero sarebbe non facilissimo, essenzialmente per ragioni buro ratiche, ma perfettamente fattibile nel momento in cui la lega straniera accettasse l’iscrizione. E non vedo ostacoli in questo senso vista la rilevanza del marchio. Esistono casi simili, ad esempio Cardiff e Swansea che giocano nel campionato inglese benchè siano gallesi e il Galles abbia il proprio campionato.
Certo sarebbe necessario ricominciare da un equivalente di serie B o C, ma se tanto questo è lo scenario cui, nemmeno velatamente, cercano di farci piombare, tanto vale allora avviare sin d’ora le pratiche per andare altrove.
Sarebbe anzi un ottimo mezzo di pressione far sapere che la proprietà ha avviato negoziati con una lega straniera, vedi mai che capiscano che il pericolo è reale e vengano a più miti consigli.
Che sagome quelli dell’Inter!
Pur di non correre il rischio di piazzarsi secondi, fanno in modo di perdere. Lo sanno bene, loro, che, in annate come questa, lo scudetto si vince arrivando TERZI … satanassi
Ci aspettano anni, da tifosi, da vivere pericolosamente…
Almeno con gli sceicchi dimenticheremmo per sempre il corto muso e probabilmente non vedremo mai più un cialtrone rubastipendio sulla nostra panchina.