Premesso che gestire «questa» Juventus, per tutto quello che sta crepitando fuori campo, sarebbe complicato persino per il Pep; premesso ciò, le bollicine esplose dai calici atalantini sono subito evaporate al cospetto di un signor Monza che Palladino ha guidato con piglio brillante e guanto sicuro. Difesa compatta, pressing calibrato, Pessina, Rovella e Machin ad addolcire la tonnara del centrocampo. Allegri, per un tempo, ci ha capito poco, e poco ha trasmesso ad alluci evidentemente distratti più dai titoli dei giornali che dalle esigenze di giornata.
A scrivere di disastro, lo è stato, spero che non significhi sminuire i meriti dei brianzoli, in gol già al 10’, con Caprari: la supercazzola del fuorigioco semi-automatico ha colto una mezza spalla oltre e così, nada. Bello, in compenso, l’1-0 effettivo (di Ciurria, su imbucata di Machin). Bellissimo il raddoppio, con Dany Mota che scarta addirittura il portiere, su slalom rugbistico di Carlos Augusto. Tutti alla grande: tutti, tranne quell’emerito provocatore di Izzo.
E Madama? Piatta come la terra secondo qualche matto. Sterile in Di Maria, per il quale Palladino aveva preparato una gabbia ambulante, vaga in Kostic, con De Sciglio improvvisamente titolare e Paredes ombra dell’ombra del nazionale argentino che fu. Dal 3-5-2 si è passati al 4-3-3, Kean abbandonato al suo destino. Qua e là si accendevano mischie rusticane, la cuffia di Galliani soffriva in tribuna e la squadra governava di tocco. A naso, non escludo che dal Berlusca arrivi un altro pullman di.
Anche Danilo dava segni di sofferenza tattica e insofferenza pratica. Il riscaldamento di Pogba sembrava un miraggio. Max avrebbe dovuto cambiarli tutti, a cominciare da sé stesso. Ne toglieva un mazzolino, inseriva Locatelli, i bebé Iling e Soulé, Milik. Nasceva, faticosamente, un’altra Juventus: quella che, come con la Dea, sono le emergenze a nutrire e mai, o quasi mai, la personalità, la voglia di non aspettare di aspettare, spesso letale. Giungevano, di conseguenze, le paratone di Di Gregorio su Locatelli, Milik, Di Maria. Bremer segnava in offside; tornava Vlahovic, 100 giorni dopo; Milik si stirava, una non notizia; l’ex tiranna finiva in dieci. Un disastro, l’ennesimo. Complimenti al Monza, naturalmente: 1-0 all’andata, 2-0 allo Stadium. Sei punti su sei. Stiamo parlando di una neo-promossa, mica del Real di Di Stefano.
Il caso ha voluto che, a mezzogiorno, fosse caduto anche il Diavolo, travolto a San Siro dal Sassuolo (2-5!). Proprio il «Sassuolino» che, il 25 maggio scorso, nel giro di una mezz’oretta gli aveva vidimato lo scudetto (0-3). Milan, Juventus: la «vecchia ditta» che Calciopoli spaccò e affondò. Berardi lo ha toreato sin dall’inizio. Non vinceva, la ciurma di Dionisi, dal 24 ottobre. Eppure c’è sempre Pioli, il mago del sorpasso. Eppure la rosa è sempre quella, con Leao frazionista e non titolare. Sono crollate le dighe, Madama 10 gol in tre gare; Milan 12 tra Inter di Supercoppa, Lazio e, appunto, Sassuolo. D’accordo, Tatarusanu non è Maignan, ma non penso che sia un dettaglio sufficiente a giustificare lo sfascio. Non c’è più Ibra, che troppi hanno nascosto sotto l’età (42 a ottobre), le cicatrici e le rughe. E neppure Kessié, spazzato dalla memoria con una scopa forse eccessiva. Il mercato non ha offerto provviste, De Ketelaere barcolla, mesto, tra le urla di Adani. E, di sfuggita, possibile che Stefano abbia così imbrocchito Theo e Leao? Suvvia.
Si’ mi raccomando rinnoviamolo eh.
Questi ancora non hanno capito che ogni anno in mano al cialtrone per risparmiare l’ingaggio di un allenatore vero fa piu’ danni della grandine. Sportivamente e finanziariamente.
Posso fare un disegnino ai vari cervelli che si avvicendano alla Continassa, se occorre. Mi sa che occorre.
Sto palladino come allenatore è da seguire.
Da dai che torna a dai che rinnova il passo è breve. Basterà vincere con la lazzie grazie a qualcuno che oggi mancava e poter dire: visto che il problema non sono io ma i giocatori che non c’erano? Il problema sarà che qualcuno disposto a crederci c’è.
Una palla in fronte e addio testa di cazzo cialtrone Questo lurido è peggio della grandine
Tok,buon pomeriggio ma la quadra e’ stata trovata? Le quadra?
Come inquadra Allegri?
Penosa Come squadra.
“Max avrebbe dovuto cambiarli tutti, a cominciare da sé stesso.”
Ecco.
Oggi è riuscito nella mirabolante impresa di fare una figura peggiore di quella del Milan, che ne aveva appena presi 5 in casa dal Sassuolo.
Scritto da bilbao77 il 29 gennaio 2023 alle ore 17:11
Potremmo aggiungere qualcosina ma il sunto è quello.
6) De Sciglio, fuori da seimila anni, dentro fino al 70’ per fare non si sa bene cosa. Ah sí, contribuire al secondo gol loro con Gatti e rallentare il gioco. Ma evidentemente lui aveva i minuti, Dusan e Pogba no.
7) Di Maria tenuto in campo 90 minuti quando era evidentemente che oggi non aveva voglia oltre al fatto che una gara intera, da noi almeno, non la tiene.
8) Kean tenuto in campo anche lui fin troppo quando è palese che quando si è sotto non sia un giocatore adatto. Può andare se c’è spazio e contropiede, non quando c’è da essere precisi e ragionare. Non tiene un pallone e fa solo casino.
9) Dimenticavo che Kostic, da quando è rientrato dopo il Mondiale, fa pena. Deve stare un po’ fuori ma naturalmente “lui li vede in allenamento”.
La squadra comunque non può ogni santa volta cambiare assetto 3 o 4 volte a partita. Non ci si capisce più niente e i giocatori, già senza guida, vanno ulteriormente in confusione.
PS Soulé non mi piace.
Non si può sentire che la società (forse) rinnovi il contratto ad Allegri (fonte Gazzetta).
Allegri in questo momento sta combinando disastri, come fanno i piani alti a non accorgesene?
Anche oggi 2 cambi di modulo all’ interno della stessa partita..secondo me anche lui è in confusione.
A questo punto per il bene di tutti sarebbe ora che le 2 strade si dividessero.
Andrea Tocchetto
A Pecora,Robertson
Ciao Altrone!!!!