La storia non basta, ma serve. Aiuta, come cantava e ammoniva Giorgio Gaber, «a buttare lì qualcosa». Torna la Champions e, dai fori cadenti del suo campionato, ecco il Milan che «repente si desta». Andata degli ottavi, 1-0 al Tottenham. Leggerete che l’ha vinta Pioli e persa Conte. Liberissimi. L’ha risolta Brahim Diaz, questo sì, con un gol-lampo su percussione di Theo e flipperate assortite di Forster, il portiere. Un episodio. Una sentenza.
L’ha meritata, il Diavolo, più vicino al raddoppio (con le crape di De Ketelaere e Thiaw) di quanto gli speroni non avessero sfiorato il pari. E’ stato un wrestling griffato, da vetrina di Monte Napoleone, un po’ hard e un po’ cool, senza i do di petto che mandano in estasi il loggione. Più di lotta che di governo, ovunque e comunque. Hanno menato, Kjaer e c., ma l’unico da rosso mi sembrava Romero (su Tonali).
A Pioli mancavano Ibra e Bennacer; a Conte, le colonne del centrocampo (Hojbjerg, Bentancur). Si è visto. Kane e altri dieci, mi verrebbe da dire: male Perisic (braccato da Saelemaekers), idem Kulusevski (atteso al varco da Theo) e Son (c’era una volta). Come avevano ipotizzato i vecchi saggi, il Milan ha sfondato soprattutto a sinistra, la destra degli Spurs. Non banale l’ancheggiare di Brahim Diaz, da Leao voglio di più; da Thiaw e Kjaer, viceversa, non mi aspettavo tanto. Guerrieri e sparvieri.
Partita povera di emozioni, con Tata chiuso per «mischia». Epperò le notti d’Europa, quando sferzate dall’eliminazione diretta, ti tengono sempre lì. In attesa di tartari che magari non arriveranno ma dei quali, in base alla passione, immagini, sinistro, lo scalpiccio. Per coach Stefano, è il secondo 1-0 consecutivo, segno che almeno la difesa risponde; per coach Antonio, un altro k.o. dopo la sbandata di Leicester e, in generale, un quadro sbiadito, non certo all’altezza del martellante Ego (perché gli attrezzi non sono tutti uguali, anche o forse). Qualificazione aperta: si decide a Londra.
Da San Siro al Parco dei Principi. Per un’ora, lezione del Bayern. Gol di Coman, complice il tuffo-amarcord di Donnarumma (prezioso spesso, ma non lì), dominio assoluto, Messi in versione turista, Neymar a mostrar le chiappe chiare, eccetera. Poi Galtier ha messo dentro Lazzaro-Mbappé, mossa che voi non avreste fatto (ah, ah, ah), e il Paris ha rischiato di pareggiare. Se ci sentisse Totò…
Se stai giocando un quarto di finale o una semifinale Champions contro , che so, Real o City o Bayern e, all’ultimo minuto sullo 1-1, non ti danno un rigore del genere diventi una furia umana assetata di sangue…se, invece, stai giocando gli spareggi ( sic…) per accedere agli ottavi di finale di Europa League ( doppio sic…) contro una squadra di scappati di casa , 13^ nella prestigiosa Ligue 1 , dalla quale ti sei fatto mettere sotto vergognosamente per la prima metà del secondo tempo, beh allora quel rigore non dato , che c’era, assume le sembianze della punizione divina per tanta insipienza , per l’ennesima prova sciamannata e scombiccherata messa in onda dal minestraro…ciò detto , con un minimo di dignità e resipescenza tecnico-tattica a Nantes tra 7 giorni si potrebbe passare il turno senza dover fare miracoli
Idee confuse, sfiga ed arbitraggio infelice.
Questo è il biglietto da visita che l’Uefa ci ha recapitato stasera. Se qualcuno pensava che l’anno prossimo la Juventus giochi in Europa stasera ha avuto la risposta.
Sulla partita: troppi errori tecnici di Vlahovic, Chiesa e Locatelli, ma la squadra è sembrata slegata, sbagliate giocate elementari, movimenti in attacco inesistenti. Centrocampo che non si sa se tende a costruire o a coprire.
Quell’ometto va chiamato col nome suo: TANGO, PESTE, DESOLAZIONE, fate vobis.
Si ma viscidoff, zio guido ed enristo, ‘ndo cazzo stanno questi lurisldi succhiacazzi??
Pure contro i morti, passa in vantaggio e passa l’ordine di non forzare e rinculare. Il pressing maitecupero palla alto maidifesa bassa due metri tra difensori e centrocampisti.
Chiesa che deve sempre fare sessanta metri di progressione. Vlahovic isolato. I difensori imbullonati.
Se sei sopra di tre contro i morti e ne prendi uno pazienza. Se smetti di giocare te lo meriti. Cialtrone.
E comunque, oltre che non meritare di stare in Europa (MA NEMMENO NELLA CONFERENSLIG) è proprio meglio non andarci ed il prossimo anno riprovare con Tonio Cartonio, sempre che voglia scendere così tanto di livello.
No ma tenetelo, anzi rinnovatelo mi raccomando!
Una palla in fronte al cialtrone e tanta urea sulla tomba di 3, of course
Ragazzi non parliamo dell’arbitro, per carità , non date altri alibi a questo atteggiamento codardo
Bah… pareggiare contro questa squadra qui è sempre una sconfitta, non ci sono pali, traverse e Ceferin che tengano