Di Maria e di catenaccio

Roberto Beccantini19 febbraio 2023Pubblicato in Per sport

Con Spalla traghettatore, lo Spezia ci mette il cuore e le gambe. Quello che resta di Madama, tra il Nantes e Nantes, un’idea vaga di branco. Allegri mi ricorda Custer al Little Bighorn (ma stava meglio il generale), senza nemmeno la trombetta di un Marotta ad annunciare l’arrivo del Settimo cavalleggeri. Dicono: a fine stagione si cambia. E così sia. Ma, contratto a parte, quale allenatore accetterebbe di firmare senza conoscere il campionato che farà la Juventus? Lo Spezia ha cambiato schema e, strada facendo, portiere: fuori Dragowski dentro il quarantenne Marchetti (uhm). Il gol «sporco» di Kean, su cross di Kostic, è stato un falò tra frecce che piovevano da ogni parte. Paredes? Un disastro. E più in generale: milionari che non azzeccano due passaggi di fila e che, per domare la quartultima, hanno bisogno di Angel Di Maria. Entra, il Fideo, dopo un quarto d’ora di catenaccio vecchio stile. Sinistro nell’angolo, Marchetti va giù sgonfio. A questo punto, passata è la tempesta e odo i risultatisti far festa. Grazie, anche a due paratone di Perin (su Gyasi e Nikolaou). Il minuto di Bonucci è un atto di fede nell’al di qua.

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