Con questo Napoli che vince sempre, in Italia e in Europa, e sempre prendendo di petto l’avversario, si corre il rischio di addormentarsi nell’incenso, quando, viceversa, i suoi tifosi vorrebbero, legittimamente, che, come loro, ci illuminassimo d’immenso. Due a zero a Francoforte, in Champions: ed era l’andata degli ottavi. Due a zero a Empoli, in campionato (al netto della sciocchezza di Mario Rui, primo rosso della stagione): ed era la ventiquattresima giornata. Il vantaggio oscilla tra i 18 e i 15 punti. Miglior difesa, miglior attacco e, naturalmente, il capocannoniere, Osimhen, con 19 reti.
L’effetto Schumacher – l’effetto, cioè, del grande Schumi che, su Ferrari, mollava minuti a tutti, costringendo il regista a zoomare sulle beghe di condominio alle sue spalle – rischia di banalizzare un’impresa che pochi, in estate, immaginavano. E invece proprio di impresa si tratta. Va di moda il giochino del «chi assomiglia a chi». A chi assomiglia Osimhen? E Kvara? E «Robotka»? I paragoni sono seducenti, ma pericolosi. Osimhen è un africano che alla forza del tronco e della gambe sta affiancando la tecnica e la malizia sviluppate a Lilla. Ha movimenti sgraziati, ha momenti epici. E’ un centravanti che unisce le epoche attraverso il ponte della velocità : palla lunga e pedalare (lui). Kvara è un ballerino, un’ala che la modernità ha spinto verso il centro, ma già ai tempi di George Best la linea laterale era un confine, non un confino. Lobotka-Robotka è il motore, un Jorginho più mobile e verticale, tappo e cavatappi. La pedina che vedi di meno e avverti di più.
E’ facile scrivere epinici, soprattutto in un Paese servile come l’Italia. Se però sono meritati, trovo che sia giusto. Chiudo con una domanda molto personale. Vorresti, Beck, che la squadra del tuo cuore giocasse come il Napoli di Spalletti? Risposta: sì.
Scritto da Wolverine il 28 febbraio 2023 alle ore 14:38
Era una politica che fino ad un certo punto aveva fatto anche la Juventus: ad esempio, i biglietti di Coppa Italia erano economici, e lo Stadium si riempiva e l’effetto lo aveva su tutti: squadra, cornice, pure chi la guardava in televisione diventa più partecipe.
E sui Friedkin non mi dici niente di nuovo: secondo me sono gli unici veri imprenditori sbarcati in Serie A con idee chiarissime su cosa devono e non devono fare.
questo non significa che non possano sbagliare, tuttavia hanno un piano ben preciso e lo stanno seguendo.
Basta vedere che come prima mossa hanno effettuato il delisting: meglio di un acquisto azzeccato.
Soprattutto NESSUNO s’è ricordato di fare gli auguri di buon compleanno al mitico DINO ZOFF
e nessuno che pensa al derby !
La JUVENTUS è’ nata in Italia e in Italia deve giocare.Con le cifre che girano il calcio fallirà nel mondo intero,spero d’essere vivo per vederlo.Si riprenderà con i ragazzi come era una volta pagandoli cifre UMANE!!Non capisco come la maggioranza di chi scrive qui viva o se va in giro per la città (nella quale vive)e capisce il momento attuale.Oppure vive in un mondo tutto suo(Sogno)!!!
gli unici stadi italiani dove si potrebbe giocare un’eventuale superlega sono
Lo stadium
quello di udine
L’Ezio Scida di Crotone.
Io invece dico che proprio la mancanza di impianti decenti è un grosso freno per investitori stranieri.vdi il cafone della Fiorentina che si è subito scontrato con una realtà di malavita tipicamente italiana.
I Friedkins hanno comprato il marchio Roma,non solo la roma e comunque ci sanno fare,questo è ovvio e la disanima di Wolverine non fa una piega.
I prezzi dello Juventus stadium sono semplicemente vergognosi e diventano una vera truffa quando il maggiore responsabile del prodotto in offerta è un cialtrone patentato.
è davvero indicativo del nostro (penoso) stato il fatto che uno sport così seguito e che muove milioni e milioni di euro, venga giocato in stadi così obsoleti. è sconfortante.
ma prima di tutto uno stadio lo devi avere. uno decente, dico.
Causio : e perche pensi che l Olimpico sia improvvisamente sempre pieno ?
Ok Mou, Ok Dybala, Ok i risultati migliori… ma gli americani hanno capito che meglio abbassare i prezzi e riempire, creare atmosfera (sbandierate e Inno a squarciagola)… per alzare i prezzi c e tempo.. intanto hai piu voglia di andare in uno stadio pieno che in uno vuoto… l atmosfera ti travolge, poi quella gente i soldi risparmiati in parte te li rida (sciarpe, magliette etc il panino e la coca (se tieni i prezzi accessibili… anche questo éimportante…in Germnania, ci vivo, é cosi), poi con vendite singole hai ricambio aumenti il bacino di utenza, le famiglie possono permettersi di portare i figli (al Madrid ormai non se lo puo permettere piu nessuno… ci vanno i ricchi ed i turisti)…insomma lo Stadio devi prima riempirlo poi dopo aumenti i prezzi non il contrario
Comunque si puo sperare che le cose cambino anche in Italia… basta poco… il cinese vendera presto agli americani, poi gli Agnelli ad un Bezos/Apple, resteranno praticamente solo DeLaurentis (che lo fara al massimo tra 2 anni per concentrarsi sul Bari) e poi Lotito…. A quel punto salvo un entrata degli arabi in grande stile avremo praticamente le squadre solo in mano ad americani.