Nel campionato degli «sfrattati dal Napoli», quello che resta della Juventus ha sconfitto per 4-2 quello che resta della Sampdoria, ultima della classe con la Cremonese. Il risultato è lo stesso del derby. I migliori sono stati Rabiot, Fagioli, Kostic e, per un tempo, Djuricic. Nonno Bonucci, viceversa, tanto ha dato ma temo che sia arrivato il momento. Bebè di qua, bebè di là: Allegri aveva sbagliato formazione, penso al Bonucci di cui sopra e a Barranechea (2001), sedotto e abbandonato (per la seconda volta). Meglio la versione con Cuadrado e Locatelli.
Stankovic vive di gioco, per fatuo che sia; Max, di giocate; e se manca l’Angelo custode, è facile che cada in tentazione. Neppure due gol di vantaggio, entrambi di testa – di Bremer, su angolo di Kostic; di Rabiot, su cross di Miretti – avevano offerto alla Signorinella argomenti validi per non farsi borseggiare. In 25 partite, il Doria aveva raccolto la miseria di 11 gol. Nel giro di sessanta secondi, o giù di lì, ne ha realizzati due, addirittura. Con Augello, dopo blitz di Leris, e con Djuricic, dopo volatona di Zanoli, scuola Napoli.
Le ruggini d’Europa, come no. I problemi legati, sulla carta, alla carta. Tutto quello che volete: ma di fronte, con tutto il rispetto, non c’era il Real. E Gabbiadini, per la cronaca, avrebbe potuto spaccare l’equilibrio già al 7’. I cambi hanno agitato la ripresa e orientato l’esito. Rabiot si è ripetuto, di lecca (e di braccio? Moviolisti di tutto il mondo, a voi). E poi agli sgoccioli, con gli avversari sfiniti, Soulé (2003). E Vlahovic? Ha tirato sul palo il rigorino procurato da Cuadrado e stampato sulla traversa – complice il carpiato di Turk, portiere sloveno di 19 anni, un po’ ingessato in avvio – la sgrullata dal cui rimbalzo sarebbe nato l’ultimo squillo. E’ un periodo così. Poco servito e poco «tecnico» nel controllare e smistare le briciole che gli arrivavano o rastrellava. Notizie di Pogba? Un indurimentino. Et voilà.
Sempre la solita sporca storia di questa societa’ marcia che ha rovinato il calcio italiano.
Rovella, Fagioli, Miretti alla juve ci possono stare. Sono buoni giocatori, non fuoriclasse, almeno non ancora, e con locatelli servono per dare un’anima italiana alla squadra e bilanciare i costi. Ma, per tornare solo ai livelli di qualche anno fa, in mezzo servono due califfi. Concordo che la priorità, avendo pochi spicci, sia la difesa dove non abbiamo un terzino di ruolo che sia uno con lo spostamento in mezzo di danilo, e che lo scorso anno sia stato preso il sostituto di bonucci ma non uno per de light e Chiellini. Sono contrario al ritorno del fuggitivo, ma nello stesso tempo sarei curioso di vedere cosa sarebbe capace di tirare fuori da uno come Gatti. Il ragazzo ha le huevas e fisico. Ha bisogno solo di un allenatore. Andate a vedere il video dell’esultanza dopo il goal di souleè. ci sono cose interessanti da notare
Pare che Pogba, uscendo dal JMedical, abbia mormorato ai cronisti: “Scusate, non ho la testa…”
Paul, guarda che l’avevamo capito da mo’…
Scritto da Fabrizio il 13 marzo 2023 alle ore 09:56
Barrenechea non e’ da Juve, ma nemmeno nella rosa
Scritto da Robertson il 13 marzo 2023 alle ore 09:57
ma infatti ho scritto che la responsabilita’ maggiore fu proprio del ns negoziatore, follia 8 milioni annui a Dybala , bastava aspettare e farlo cuocere nel suo brodo x portarlo a piu’ miti richieste
Beh 10 milioni per 35 minuti giocati quanto fa al minuto?
Lesione di basso grado per Pogba. Considerati i tempi medi di recupero dei nostri giocatori dagli infortuni, arrivederci alla prossima stagione (tanto chi se lo compra?)
Quello che ha scritto RObertson mi trova perfettamente d’accordo.
Il Rabiot visto quest’anno in rosa ci puo’ stare eccome, ma stiamo parlando di un buon giocatore, mica di un Vidal. E non dimentichiamoci gli anni di totale anonimato che hanno preceduto quest’annata adeguata. Una volta forte del nuovo contratto, per me ritorna a pascolare. Quando uno é pelandrone inside, lo rimane.
Sono invece favorevole a lasciare andare lui, Di Maria e possibilmente Alex Sandro, tribunandolo da qui alla fine per non far scattare il rinnovo automatico, e poi fare qualche buon acquisto mirato.
Non é il caso di andare a cercare nomi roboanti a 80 milioni, anche perché non li abbiamo e non credo che in questo momento certi giocatori verrebbero. Si punti invece a trattenere quelli buoni che abbiamo e a darsi una mossa in fase scouting, che gli Hojlund e gli Kvara una volta li scoprivamo anche noi.
(…) Se la ragione di non rinnovare Dybala era la sua fragilità fisica, allora di Pogba cosa dovremmo dire?” (Eurosport)
Scritto da Andrea il 13 marzo 2023 alle ore 08:55
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Magari perché Pogba era fragile in una differente zona del terreno di gioco, laddove se ne sentiva la mancanza.
La Serie A prova a prendere in contropiede le emittenti televisive. Oggi è in programma a Milano un’assemblea dei club e all’ordine del giorno ci sono due decisioni cruciali per il futuro del calcio italiano: la prossima asta per le immagini e il negoziato con i cinque fondi di investimento e le quattro banche d’affari che si sono offerti di finanziare il pallone.
La maggioranza dei 20 presidenti pare ormai orientata verso una soluzione di debito. Per trattare cioè con uno degli istituti di credito che hanno messo sul piatto prestiti fra uno e due miliardi di euro. C’è tuttavia sul tavolo una questione pregiudiziale da affrontare: cosa fare di questi soldi? Ed è qui che il tema industriale dei diritti tv si intreccia con quello finanziario.
L’idea che si sta facendo strada fra i vertici del massimo campionato è inedita per l’industria del calcio: utilizzare il credito bancario per avanzare un’offerta per comprare Sky Italia e costruire la piattaforma televisiva della Serie A sulla base infrastrutturale, organizzativa e di clienti della pay-tv controllata dal gruppo americano Comcast. La Lega non si troverebbe così a dover partire da zero con il canale tematico, un progetto a lungo immaginato ed esplicitamente contemplato nelle linee-guida approvate in vista del prossimo bando per i diritti tv.
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Al contrario, grazie a Sky, la piattaforma della Serie A potrebbe saltare a piè pari la fase di start-up e presentarsi ai mercati con un’offerta già strutturata e competitiva. L’amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo, dovrebbe sottoporre la suggestione già oggi ai club per capire se vi sia o meno l’intenzione di procedere con il piano che, al netto delle abituali divisioni interne al calcio italiano, si profila comunque irto di ostacoli da superare.
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La prima e più evidente è la volontà, tutta da verificare, di Comcast di cedere la filiale italiana di Sky. Il colosso statunitense ha comprato il gruppo britannico da Rupert Murdoch nel 2018 per quasi 40 miliardi di dollari. Quattro anni più tardi, a ottobre del 2022, l’ha svalutato per 8,6 miliardi, citando il deterioramento delle condizioni economiche in Europa. Risalgono a quell’epoca le voci mai smentite di una possibile vendita di Sky Deutschland e di possibili riassetti negli altri mercati.
Negli ultimi mesi, però, Comcast ha investito molto su Sky, perlomeno in Italia. Ha lanciato i televisori Sky Glass, ha confermato l’esclusiva sulla Formula 1 e si è aggiudicata fino al 2027 gran parte delle partite della nuova Superchampions League. Segnali che non paiono indicare l’intenzione di passare la mano.
Anche qualora Comcast decidesse di valutare offerte, la Serie A dovrebbe delimitare il perimetro della sua proposta. È difficile immaginare che il campionato italiano possa rilevare anche la vendita di connessioni wi-fi, smart tv e le altre attività di Sky Italia che esulano dai media e dal settore sportivo. Sicchè la Serie A potrebbe farsi avanti soltanto per la divisione Sky Sport oppure trovare un alleato industriale o finanziario interessato a comprare le attività extra-calcistiche della società guidata da Andrea Duilio.
Se, a dispetto di queste incognite, i presidenti daranno oggi mandato all’ad De Siervo di imboccare questa strada, la Lega potrebbe indire nei prossimi mesi una gara, invitando i grandi della finanza internazionale a presentare proposte di finanziamento. Jp Morgan, Goldman Sachs, Barclays e Citi si sono già dette disponibili ad accordare prestiti alla Serie A. Ma è probabile che altre grandi banche, italiane e non, si affacceranno in presenza di un progetto industriale concreto. Contestualmente, poi, la Confindustria del pallone dovrebbe nominare uno o più consulenti, affidando loro due incarichi: valutare le offerte di debito pervenute alla Serie A e soprattutto contattare Comcast per sondare la sua volontà di vendere Sky Italia e a quali cifre.
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Questo il testo integrale dell’articolo, riservato agli abbonati, perchè nonostante lo meriterebbe, ma non per motivi calcistici, non ho ancora disdettato l’abbonamento al sito di quel glorioso giornale oggi ridotto a spazzatura dal direttore Giannini