Nell’ambito delle cerimonie indette per il Coronation month di re Napoli III, i petardi della volata Champions servono a tenere svegli i sudditi (in)fedeli. C’era in ballo la seconda puntata della saga Milano-Roma. La prima, tra il 29 e il 30 aprile, era andata così: Roma-Milan 1-1, Inter-Lazio 3-1. Oggi, in compenso, è andata cosà : Milan-Lazio 2-0, Roma-Inter 0-2.
Il bel gioco mi strappa l’applauso. Certi gol mi strappano dalla sedia. Quello di Theo, per esempio. Da area ad area, cavaliere solitario, tra sentinelle oggettivamente distratte, ma pur sempre frutto di una scintilla improvvisa, di un egoismo che, zolla dopo zolla, diventa un’idea; e l’idea, un attentato ai sacri testi. L’equilibrio lo aveva spaccato Bennacer, complice la leggerezza di Marcos Antonio. Morale: Pioli, in vista dell’euro-derby di mercoledì, ha cancellato le rotazioni e le omissioni che l’avevano zavorrato contro la Cremonese. Unica ombra, l’infortunio di Leao. Tre sconfitte nelle ultime quattro partite, la Lazio è cotta. Occhio, comandante.
All’Olimpico, la locandina recitava Mourinho versus Inter. A suo modo, un conflitto di affetti, oltre che di interessi. Il Mou furioso e indecoroso di Monza, gli uomini contati e la sensazione di un addio a orologeria. Inzaghi in versione Aladino, turnover razionale e tutti sul pezzo. Un gol per tempo, come a San Siro: Dimarco, un terzino, su cross tagliente dell’altro terzino, Dumfries; Lukaku, su sgorbio di Ibanez, un guerriero che non molla mai ma, quando sbaglia, spalanca finestre, non fessure.
In vetrina, Matic e Brozovic. Un paio di parate di Onana, belle, una traversa del panchinaro Lau-Toro, gli spiccioli amari di Dybala. Un’impresa, per Maresca, non ammonire Calhanoglu. Per il resto, frizioni e tensioni in modica quantità . Domani, all’ora di pranzo, Atalanta-Juventus. Conosco il menu. Buon appetito.
Di Maria può giocare,20-30 minuti non di più. Ma oggi giocandoci la qualificazione in Champions non si possono lasciare tutti e cinque in panca gente come chiesa, Pogba, Vlahovic, kostic e Bremer.
D’ accordo la semifinale, ma non si può fare un all- in sulla coppa
il Cialtrone si è fatto i conti, per cui l’idea è quella di difendere lo 0-0 arroccati nella propria area e ripartire sperando in qualche giocata casual di Milik, Di maria o Cuadrado. Se va in porto il piano, si pensa eventualmente a fare i 3 punti in casa contro la Cremonese (previo palleggiamento in faccia per la maggior parte del match, chiaro).
Se loro avessero segnato due goal non ci sarebbe stato niente di strano.
La profonda stupidità e pochezza del Cialtrone gli impedisce di comprendere che un fuoriclasse come Angel Di Maria a 35 ANNI non può essere il salvatore della patria o colui che da solo possa fare tutta la fase offensiva della squadra, lasciando che lui si occupi tranquillamente di tempo libero, cavalli e figa (cit.), cosa che peraltro fa ugualmente, ma senza tranquillità .
Il Fideo è una ciliegina meravigliosa che in una squadra organizzata, aggressiva, con un baricentro spostato almeno 30 metri avanti, farebbe davvero ancora la differenza, come la fece Pirlo nella squadra organizzata da Tonio Cartonio.
“La cosa peggiore che potrei augurare ad un mio nemico è di giocare centravanti nella Juve di Allegri ” (cit)
20 minuti decenti, forse solo perchè la Dea non aveva Iniziato a giocare, pou il solito nulla, tutti fermi ad aspettare la palla, come se facesse caldo solo per noi. Dea che non ha segnato per puro caso.
Segnalo anche i nostri ineffabili cross, immancabilmente lenti e telefonati per il portiere.
Squadra che non ha più alcuna idea dello sport che si suppone stia praticando.
Il nulla sottovuoto. Schemi zero e tutto demandato all’iniziativa di qualcuno che,.ormai, ha perso la voglia e la forma. Speriamo che l’Atalanta non acceleri.
Non fosse che guardare giocare la Juve equivalga a vedere un film di propaganda sovietica spartachista degli anni venti, emotivamente non è così male.
Perché se miracolosamente vince uno ha un qualche sollievo più che altro istintivo per la vittoria della propria squadra. se perde almeno si avvicina il momento in cui non vedremo più questo cialtronazzo ad allenatore (circostanza da cui dipende, peraltro, lo schifo di spettacolo che vediamo da.due anni).
Squadra senza centrocampo e senza gioco
Dopo una ventina d minuti appena discreti, ma senza creare nulla se non la palla goal del Fideo regalata dalla Dea, siamo sopraffatti dal pressing atalantino , con un paio almeno di nitidevpalle goal loro più o meno divorate…premesse pessime per il secondo tempo