Di corto muso, di corto Pep. E’ la prima Champions del Manchester City; la terza di Guardiola, la prima lontano dalle due del Barcellona con Messi, Iniesta e Xavi. Arriva da Istanbul, a cavallo di un italianissimo 1-0, conteso fino all’ultimo da un’Inter che ha sofferto, sì, ma non si è mai arresa. E sul piano delle occasioni spicciole, anzi.
Il risultato conta nelle amichevoli, figuriamoci in una finale. Avevo letto pronostici follemente sbilanciati, come se il calcio fosse una scienza esatta. E invece è un inno all’imperfezione: nel bene e nel male. Specialmente in una gara secca.
Campionato, coppa, Europa: il City degli emiri realizza, così, il triplete. Imbattuti da settembre, un po’ stanchi alla meta, ma sempre squadra. Anche nei momenti d’emergenza. Rari, nell’arco della stagione: non pochi, nella notte sul Bosforo. I Blue moon hanno fatto la partita, la squadra di Inzaghino ha giocato come doveva, e non solo come poteva. L’ha tradita Lau-Toro, egoista sullo 0-0. E, dopo la traversa di Dimarco, segno di un destino se non proprio schierato almeno capriccioso, persino Lukaku, di testa, a tu per tu con un Ederson fin lì amletico, e da lì eroe omerico. Anche sull’ultima raffica di Gosens, in coda alla coda.
E’ stata una partita brutta, piatta, per un tempo. Al City il cuore del ring, come era nei voti. Agli avversari, i cambi di gioco e un paio di potenziali contropiedi. Magri, i brividi: un sinistro di Bernardo Silva, una sassata di Haaland murata da un Onana non meno «ballerino» di Ederson.
L’infortunio di De Bruyne ha liberato Foden, prezioso nei ricami, straordinario in un numero che avrebbe giustificato il raddoppio (tiro fiacco, sul portiere). Inzaghino ne esce con una sporta di tanti rimpianti e pochi rimorsi. In generale, le difese hanno disarmato gli attaccanti: Haaland, Dzeko, Martinez, lo stesso Lukaku. Il gol è giunto, quasi di soppiatto, al 23’ della ripresa, figlio legittimo di una specialità della casa: a Maginot schieratissima, Bernardo va via sul fondo e smista al centro, dove è in arrivo, sul primo binario, l’interno destro di Rodri, uno di quegli sherpa che, anche quando non brillano, qualcosa lasciano sempre, piccozze o bombole.
Il City ha strameritato di alzare la Champions, l’Inter non avrebbe meritato di perdere l’epilogo. Le cifre, senza bisogno di torturarle, raccontano di un possesso palla per nulla irridente (55,7% a 44,33%); e, occhio, in porta hanno tirato più gli sconfitti.
Se uno pensa al 4-0 che il City inflisse al Real di Ancelotti, immagino che sarà tentato di dedicare almeno un ditirambo al signor Spiaze, che l’aveva studiata proprio bene. Pep, lui, può concedersi tutto e il contrario di tutto. Se i califfi non girano, o sono disturbati, ecco la scialuppa del gioco. E le poche, pochissime, volte in cui neppure la scialuppa del gioco scolpisce la differenza, ecco il cuore, la forza, e il bacio che gli dei raramente risparmiano ai visionari. De Bruyne deve avere qualcuno che, lassù, gliel’ha giurata: contro il Chelsea, a Porto, era stato Rudiger a toglierlo di mezzo sul più bello; a Istanbul, un muscolo.
E così tre finali, tre sconfitte. Roma, Fiorentina, Inter. Tutte in extremis e di misura se non, addirittura, ai rigori. Resta la sensazione che il calcio del campionato italiano abbia rialzato la testa. Certo, il risultato per i tifosi è vangelo e quindi, in base alle pance del tifo, ci si dividerà e si scannerà. Liberissimi.
Eh lo sappiamo Viscidoff che stai ancora Rodri…gando però se vai in farmacia ti danno sicuramente un prodotto per lenire il bruciore se non altro ti puoi sedere.
Giovanni
Alle cheerleaders del Cialtrone devi dirlo, non a me. Ora si sono pure gemellate con l’inda però, quindi hanno da fare.
E la Juve? Ogni tifoso bianconero, per un attimo, si è fermato e ha pensato: non c’è spazio per la squadra di Allegri nei ragionamenti dei giochisti. Eppure loro sono lì: hanno la medaglia d’oro e della Champions, quella che alla Juventus manca da una vita. “Non si può aspettare e poi ripartire”, fa Pep. Alimentando il fuoco delle polemiche, del tifo. E delle previsioni.
https://www.gazzetta.it/Calcio/Champions-League/11-06-2023/city-inter-sfotto-curva-sud-milan-cugini-sconfitti-champions-4602004742855.shtml
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Piccola galleria di sfotto’ rossoneri
(mi piace in particolare: da Sassuolo a Istanbul è passata una stagione: non cambia niente, resti vicecampione)
Scritto da Logan il 12 giugno 2023 alle ore 06:51
Ma poi, ripeto: il City è arrivato alla finale comprensibilmente “provato” avendo negli ultimi 2 mesi:
1) vinto per la quinta volta negli ultimi 6 anni una Premier difficilissima, nella quale il magnifico Arsenal di Arteta aveva a metà del girone di ritorno 7 punti di vantaggio, i Citizens li hanno rimontai tutti e hanno sopravanzato i gunners andando a vincere all’Emirates in casa loro e continuando poi la scia di vittorie fino alla fine della Premier
2 ) hanno buttato fuori in Champions il Bayern nei quarti ed il Real , nel modo che sappiamo, in semifinale
3) hanno vinto 6 giorni prima dellla finale di Istanbul la FA Cup battendo lo United a Wembley
Nel frattempo l’Inda altro non ha dovuto fare se non concludere il suo anonimo campionato di serie A ( 12 sconfitte per Spiaze!! ) , vincere una modestissima semifinale di Champions con il Milan ( mhhh..sti sorteggi…) e battere di misura e di modico kiulo la finocchiona viola in finale di coppa Italia
Ciò nonostante il Pep e il City hanno trovato il modo di infliggere una dolorosissima sconfitta a tutti gli indaisti, oh quanto gli ha fatto male, realizzando un Treble ben più prestigioso e immacolato rispetto al Triplete indaista del 2010 lordato e insozzato dai clamorosi, ripetuti furti con scasso di cui fornisco, per l’ennesima volta, ampia documentazione video qui sotto a vantaggio di De pasquale , 3, lo Zebrato e il Primario ( salvo altri…) , è pertanto inequivocabilmente documentato che se all’epoca ci fosse stata la VAR l’Inda non avrebbe passato neanche gli ottavi di finale
https://www.youtube.com/watch?v=DSUms9VuvvQ
Già il fatto di non sopportare Pep solo perché rappresenta quello che il cialtronazzo rubastipendio non sarà mai, è tutto dire. Ma non riesco a immaginare il fatto di arrivare, in virtù di questo, a tifare inda pur di vedere perdere Pep. Il quale avrebbe meritato la Champions ad honorem per lo spettacolo che ha offerto durante tutta la sua carriera.
Certo che ridursi a tifare Inda…
EC: che tutti sputino e caghino.
Dai non riesce a non gettare la maschera: è furibondo per aver perso il coglione indaiata travestito.
Che poi le cheerleaders senza lavoro piscino e caghino sulla memoria di un poveraccio morto, per farsi compatire fa capire perché è giusto come tutti sputano e gonfino di sganascioni il malcapitato minus habens.
Cosa avrà mai vinto Guardiola poi…