Se c’è stato un allenatore vero, che non significa perfetto ma sincero, è stato Carlo Mazzone. Ci ha lasciato a 86 anni. Carletto o sor Magara, per quel romanesco da borgata che ha sempre scelto come colonna sonora. Difensore in gioventù e poi tecnico vagante. La saga dell’Ascoli all’epoca di Costantino Rozzi, il rapporto con i campioni – Francesco Totti, coccolato e difeso, Pep Guardiola, Roberto Baggio – mai subordinati alla meccanica del dogma. Del Divin Codino disse che, senza quei legamenti sfatti e rifatti, sarebbe stato un altro Maradona.
Di scuola italianista, attento ai cambiamenti, non chiuso in sé stesso. A zona o a uomo a seconda delle esigenze e non delle mode. Figlio del suo tempo e del suo personaggio, fin troppo, ma non schiavo. Ci vorrebbe l’elenco del telefono per ricordare tutte le squadre che ha pilotato: dall’Ascoli alla Viola, dal Bologna (in tre rate) alla Roma, dal Cagliari al Napoli (giusto un attimino).
Sanguigno, oh sì. Memorabile la sua corsa sotto la curva dell’Atalanta quando pilotava il Brescia, al culmine di un romanzesco 3-3. Proprio a Brescia, in anticipo su un altro Carlo, Ancelotti, arretrò Andrea Pirlo da mezza punta a regista (o play basso, per usare la terminologia moderna). Pep – ripeto: il Pep – gli dedicò la Champions del 2009, a imperituro affetto.
Con 792 gettoni detiene il record di panchine in serie A. Vuota la bacheca, non la carriera. Era lui il mister del Perugia che batté Madama e consegnò lo scudetto alla Lazio, tra Calori, rancori e piscine.
Ombre e luci. A Firenze fu indagato e prescritto per la morte sospetta di Bruno Beatrice. Durante un Torino-Fiorentina 4-3 del 1976, dopo il terzo gol, il più bello, si alzò dalla panca per complimentarsi con l’autore, Puliciclone in carne e dribbling. Una stretta di mano che fece il giro di molti cuori. Era il Toro che avrebbe vinto il titolo: il più grande dopo il Grande Torino.
A furor di popolo: era il suo motto. Sotto il dialetto, tanto.
Coglione! Solo ieri chiedevi cosa avesse vinto De Zerbi.
Sei veramente un handicappato che deve essere rinchiuso.
Per qualche povero mentecatto che parla in fotocopia…..
Il povero Carlo Mazzone, non ha mai vinto nulla perché il suo calcio genuino, ruspante, di base, lo ha portato in quella provincia vera che ne ha elevato le sue qualità di uomo, prima ancora che di tecnico. Ad eccezione di Napoli , Roma e Bologna, le piazze dove ha predicato avevano l’obiettivo della permanenza in A. Poi come uomo di campo, uomo che conosceva il calcio vero, il calcio che odorava di olio canforato ma anche di micoren, era uno che riconosceva il talento in mezzo ai tanti, gli era mister, padre, gestore, riferimento.
Paragonare Mazzone e Guardiola, vuol dire tante cose.
Anche sulla capacità di capire e leggere i tempi del calcio.
A nanna adesso..
Alex, infatti il giovane Ferguson (che ricordo bene ci hai portato tu in clinica…) non l’ho considerato perchè se questi hanno pagato 70/75 milioni Hojlund per un talento pauroso come Ferguson quanto vorranno.
Diciamo che lo avrei visto bene a sostituire Harry Kane agli Spurs ma credo che, al momento giusto, finirà ad un club ancora più grande.
Sul nigeriano concordo ed infatti considera che il primo Osimhen non era quello devastante dopo la cura tecnica di Spalletti.
Non ricordo chi l’abbia scritto (Alex?), ma oggi il valore di Berardi è si, 10 visto il mercato e l’età. Potrebbe essere una discreta, solo discreta, alternativa per i ruoli intermedi (per quel che significhi in una squadra dell’ultimo ricotta) però completamente inutile in un 532. Mezzala non può giocare, seconda punta sarebbe un’altra puttanata cervellotica dello scemoide per fare credere di avere sgsgsenio, tipo impostare un cavallo da corsa come iling da mezzala. Iling somiglia un poco al primo Titi Henry, e questo qua pensa di farne un rabiot, per dire il sgenio.
Se trovano un giovane buono più qualche milione per Berardi basta e avanza. Se no l,’ex ragazzo rimanga a sasol, e mediti sui suoi errori di carriera. Se invece arriva per soldi veri azione di responsabilità. Per dolo
Ti dico che ad inizio premier scorsa mi sembrava il solito bomber fisico ma poco mobile e dalla tecnica approssimativa invece con il passare dei mesi si è evidentemente acclimatato alle cadenze della premier e seppur sempre un po’ sgraziato nelle movenze risulta tremendamente efficace come realizzatore ma anche come apripista per i compagni.
La sensazione è che migliorerà ulteriormente quest’anno visto che stavolta il Forest ha cambiato pochissimo proprio per cementare ulteriormente l’intesa tra i suoi elementi.
Ciò detto io continuo ad avere nel mirino Evan Ferguson del Brighton altra punta centrale potente ma sorprendentemente rapida e con buona tecnica anche se la cosa che più mi intriga del giocatore è la sfrontatezza stile Rooney all’esordio con l’everton.
Pure io, tendenzialmente sono più kloppiano (anche se adoro il Pep) perchè è quello che più, correlato alle proprie epoche, mi ricorda il calcio offensivo di Marcellone nostro.
Soprattutto quello del gegenpressing.
Visto che ci sono, ti chiedo un’opinione.
Siccome abbiamo rischiato di perdere Dusan (o per lo meno spero che il pericolo sia scongiurato) per prendere il trentenne Lucacchio, la cosa mi appariva come il solito indicatore di carenza di idee e di rimestare sempre le stesse figurine (vedi Berardi). Allora ho provato a cercare un nome, magari non carissimo, che in caso di mega-offertona irrinunciabile per Dusan potesse prendere il suo posto a costi accessibili.
Si è parlato del canadese David che ha caratteristiche più da centravanti di mobilità tipo Quagliarella e che comunque si dice costi un sessantello. E davvero non c’è moltissimo in giro se si pensa che la Dea ha dovuto rimpatriare Scamacca.
Poi mi è venuto in mente un centravanti nigeriano del Nottingham Forest che la scorsa stagione ha contribuito grandemente alla salvezza. Leggo ora che è andato in gol di testa e potenza (che non gli manca di certo) anche ieri sera.
Che dici, su questo 26enne centravanti di nomeTAIWO AWONIYI varrebbe la pena farci un pensiero? Ha una prepotenza, classica dei nigeriani, che secondo me, se ben servito, lo potrebbe far spadroneggiare in serie A.
Bilbao qui siamo messi che “guardiola si limita a guardare le proprie squadre col sigaro in bocca”e che “fa il frocio con i soldi degli arabi”.che poi per dire io preferisco l’idea di calcio di klopp manco son tanto guardiolano ma come dici giustamente tu Darwin starà girando ad elica nella tomba.
Rob de mat.
grandissimo carletto, proprio di recente avevo visto un documentario su di lui, credo su amazon prime. indimenticabili ricordi di un calcio più vero, più romantico. la corsa sotto la curva davvero memorabile. r.i.p.
Minchia Alex, ho letto ora l’articolo del SIg. Beck e, senza leggerti, stavo per scrivere la stessa cosa!!!
Non ha mai vinto niente ERGO era un allenatore che non valeva un cazzo.
Povero Darwin se vedesse come si è evoluta la specie…
Condoglianze alla famiglia Mazzone.
Secondo le mente bacata di qualche minus Carlo Mazzone non è stato un grande perché la sua bacheca è vuota.
Josep Guardiola disse che era forse l’allenatore che gli aveva insegnato di più è proprio per questo lo invito alla finale di champions Barca-Manchester utd.
Buon viaggio Mazzone hombre vertical.