Altra musica, quando si deve uscire di casa, abbandonare le trincee, imboccare un sentiero. In una parola: fare gioco. Per tutti, sia chiaro. E’ quello che è successo alla Juventus dopo Firenze. Il Cagliari di Ranieri, l’allenatore della favola Leicester, si è chiuso, sì, ma neppure troppo. Uscito dalla crisi, ha aspettato ed è ripartito, con Viola all’occhiello (per un tempo, almeno) e Luvumbo «lambretta» sulla fascia.
Di fronte a Sua maestà Djokovic, il risultato l’hanno scolpito quelle che a Coverciano, in spregio alle signore, chiamano «palle inattive». Punizione di Kostic, testa di Bremer. Corner di Kostic, petto e ri-petto di Rugani. Angolo di Jankto e crapa di Dossena, con Szczesny un po’ così (ma poi reattivo, complice il palo, sull’ennesima incornata dello stopperone sardo).
Tutto nella ripresa. La fetta più gustosa della torta, anche grazie ai cambi (Oristanio, Shomurodov). Per metà gara, zero tiri nello specchio. Degli uni e degli altri. Una mosceria che non vi dico, culminata nello stop «a inseguire» con il quale Kean dilapidava una chicca di Chiesa. Poi un po’ più di cazzimma, e Chiesa «libero d’attacco» ad agitare la curva. Già il centrocampo non brilla per gamma di varianti, metteteci il mal di schiena di Locatelli, togliete McKennie dalla fascia e avrete lo spirito dello Stadium.
Hanno deciso e segnato i difensori. Kean è il classico pugile che non andrà mai al tappeto ma difficilmente ne manderà qualcuno. Gli ingressi di Vlahovic e Milik non hanno scombinato la trama. Non mi è dispiaciuto Iling Junior in un ruolo non suo (quale? boh). Il 2-0 aveva dato gas a Madama, il 2-1 glielo ha tolto. Dicesi fifa. Lapadula e Pavoletti volteggiavano nei mischioni. Ricapitolando: per attaccare, la Juventus ha attaccato. Ma se Max è quello che è, i piedi dei dipendenti sono quelli che sono. Quanti errori in uscita, quanti sgorbi in rifinitura. Nicolussi Caviglia (classe 2000) fotografa lo scorcio storico: sic transit panchina mundi.
Dall’archivio, fresca fresca: quinta vittoria consecutiva, notte come prima, da prima, e domenica 26 novembre, dopo la sosta, l’Inter. C’è di peggio.
** Lecce-Milan 2-2. Dalla pazza Inter al pazzo Diavolo. Due a zero in scioltezza e in bellezza, con reti di Giroud e Reijnders (al primo squillo), nessuno fa caso al k.o. di Leao, che genio Pioli e che pirla D’Aversa. Intervallo. I cambi, i cambi: Sansone pare Kakà , segna e, dopo il pari di Banda, che sembra Garrincha, coglie un gran palo. Aggiornamento: D’Aversa genio, Pioli pirla. Le tossine di Champions, forse. Agli sgoccioli, entra in scena Abisso: non fischia una punzione dal limite che manda in bestia Giroud, i cui vaffa gli costano il rosso. Piccoli s’inventa un 3-2 che avrebbe portato persino Maignan alla sbarra. L’arbitro lo convalida, ma poi Guida, dal Var, lo richiama e in coppia «scoprono» un falletto (su Thiaw) che mai avrei dato. «Step on foot», gracchiano i maestrini. Non vi dico dove li avrebbe mandati il Paron.
Robertson, ciao,
è quello che temo: che spaccino il risultato di questo campionato (la qualificazione alla prossima Champions League, allo scudetto non credo) come una sorta di miracolo e confermino il FF anche per il prossimo anno.
Nella nefasta evenienza, credo che assisteremmo ad una diaspora non indifferente, perchè non me li vedo Chiesa, Vlahovic, Illing, Weah, ma anche Rabiot e Locatelli e Bremer a farsi un altro anno di giocommerda.
Però sarebbe interessante che Igorone accettasse, e alla prima occasione in cui il cazzetto partenopeo entrasse sbraitando nello spogliatoio venisse annodato per i testicoli (penduli) al lampadario.
Cartesio, ciao.
L’obiettivo della juve, considerato il deserto tattico e formativo seminato dallo staff, deve essere mettere più punti possibile tra se e la quinta. Sperando di valorizzare la rosa o almeno di non depauperarla ulterioremente.
Tutto ciò servirà a nulla se a giugno non ci sarà un integrale cambio di registro, quale che sia il risultato in classifica, dal primo al quarto.
PS: Soule, per dire, ha fatto capire chiaramente che a gennaio no grazie, preferisce vivere.
De Laurentiis su Giuntoli:
“Juventino? Se l’avessi saputo me ne sarei liberato prima”
Questa volta gli facilitiamo il compito: Igorone Tudor è JUVENTINO! Risparmiati (e risparmialo).
https://www.ilnapolista.it/2023/11/tudor-difficilmente-accettera-de-laurentiis-nello-spogliatoio-gazzetta/
Epperò questi sono momenti dove bisogna essere contenti di avere due notai al vertice invece di sto cazzaro.,
Igor, no, per favore.
Tappa di “trasferimento” verso lo scontro al vertice Juventus Inter.
Le due squadre ci arrivano in capo a contese molto simili contro squadre ben disposte in campo e molto volenterose, ma evidentemente di caratura inferiore:
la Juventus la risolve, con la solita noia cosmica di non gioco, con due zuccate (o similari) di due difensori da calcio franco, rischiando qualcosa nel finale. Numericamente si era in emergenza a centrocampo e in difesa e il Facente Funzione di Allenatore ha deciso per un rimpasto conservativo in mezzo al campo e un giro di giostra abbastanza surreale degli attaccanti, riuscendo a lasciar fuori per quasi tutta la partita un’ala spettacolare come Iling Junior e combinando i quattro avanti nelle maniere meno funzionali per ciascuno (Kean e Chiesa non si trovano quasi mai, meno sicuramente di Federico e Dusan, mentre, quest’ultimo sembra rendere peggio quando subentra; tutti, in ogni caso, patiscono il dover sempre iniziare l’azione d’attacco a 70 metri dalla porta avversaria, risultando, una volta arrivati alla meta, imprecisi).
l’Inter, in perfetta salute e fiducia, utilizza il minimo sforzo per aver ragione del frizzante Frosinone di Di Francesco. Un tiro (o cross?) della domenica da centrocampo e un generoso rigore (per il contatto molto “cercato” da Thuram e anche per la partenza dell’azione da parte dello stesso francese che si libera, in avvio della sua notevole serpentina, con una rudezza che mi ha ricordato quella di Kean su Faraone in occasione del secondo annullato contro il Verona). Alla fine, qualche affanno (e un palo), ma tutto sommato tutto sotto controllo.
Le due sono complessivamente le più accreditate alla vittoria finale, sebbene entrambe facciano di tutto per scaricare il pronostico sull’altra: le due rose sono le più forti, quella dell’Inter più razionale e completa, quella della Juve potendo contare su potenzialità inespresse e sul vantaggio dell’unico impegno settimanale.
Le altre due papabili, come era prevedibile, pur non essendo drammaticamente meno attrezzate, patiscono il doppio binario Italia/Europa e rischiano (il Napoli c’è già cascato con i due piedi) lo psicodramma.
Ne consegue che, secondo logica, l’obiettivo della Juve non può essere altro che lottare fino alla fine per il titolo e non, come tartufescamente suggerisce il Conte Max e i suoi adepti, la conquista risicata del quarto posto.
Nell’attesa che si possa davvero voltare pagina il prossimo anno.
No Igor, per piacere non li. Poi se devi spillare dei danari al bulletto, fallo dai, capirei.
Nole e’d’acciaio.
Giocatori di 10-15 anni piu giovani di lui cedono molto spesso fisicamente come Rune ieri sera.
A fine partita durante l’intervista manco era sudato.
Mentalmente invece la porcata che gli han fatto con la pagliacciata del Vax gli ha fatto effetto kryptonite.
Implacabile Djokovic…vince al terzo 6-3 contro un comunque ottimo Rune, il match tra Sinner e Rune che si giocherà giovedì e’ con ogni probabilità quello che deciderà chi si qualificherà insieme a Nole per le semifinali…per Jannik si annuncia una partita molto dura dopo quella che giocherà martedì sera contro Nole martedì sera
Nole non muore mai…