Gruviera e champagne. Milan quasi fuori, Lazio agli ottavi. C’est la Champions. A San Siro, sotto la zazzera rossa di Sinner, un povero Diavolo, povero di giocatori e di gioco, si arrende al calcio libero e semplice del Borussia Dortmund: 1-3. Un Milan che Pioli non riesce a scuotere, tradito com’è dai califfi. In ordine: Giroud. Si fa parare da Kobel il rigore-lampo del possibile 1-0 (mani-comio di Schlotter-beck) e scompare, letteralmente. Theo Hernandez: lui, ecco, non compare mai. Maignan: sul tiro di Adeyemi, il tiro della sentenza, non proprio il massimo della reattività .
Da penalty a penalty, questi impostori: non sbaglia, Reus (pedatina di Calabria, un disastro). Le bollicine e i dribbling di Chukwueze propiziano la riscossa del pari. Ma Pulisic là dove c’era l’erba di Leao non è la stessa cosa. Non poteva giungere da Adli, Loftus-Cheek (il più grigio), Reijnders la svolta, anche se magari qualcuno ci contava. Sull’1-1 si è infortunato persino Thiaw (il ventiseiesimo della lista, a quando una commissione d’inchiesta?): con Krunic stopper d’emergenza la difesa, barcollante a ogni contropiede e tenuta su di peso da Tomori, ha ceduto di schianto. Splendida l’azione che ha stappato il raddoppio di Jamie Bynoe Gittens, già protagonista del rigore: classe 2004, come Chaka Traoré, entrato agli sgoccioli. Fate un po’ voi. Per la cronaca, ma solo per quella, palo di Jovic e traversa di Fullkrug. Della squadra di Terzic mi ha impressionato Hummels (34 anni) e mi è piaciuto Emre Can.
** Lazio-Celtic 2-0. La doppietta di Immobile, panchinaro doc, agiterà il solito, barboso tormentone: ha azzeccato i cambi, Sarri, o sbagliato gli «starting eleven»? Sto con il risultato. Ciro: segna solo lui, ormai. In entrambi i casi, su iniziative di Isaksen, medaglia d’argento dopo l’oro del capitano. Non una Lazio in smoking, ma nemmeno in bermuda come a Salerno. Di lotta, a caccia della polpa. Di scozzese, l’orientaleggiante Celtic di Rodgers ha conservato poco: palla avanti e ricamare, un paio di occasioni, ma un punto in cinque gare. Ultimo al traguardo. C’era una volta la saga di Jock Stein. Altri tempi, altro secolo.
Scritto da Guido il 28 novembre 2023 alle ore 19:11
Io ricordo Haifa, la cinquina di Napoli, il Monza, e molti altri negli ultimi tre anni. Ma capisco che a te queste cose non infastidiscano, in quanto cheerleader.
Scritto da Logan il 29 novembre 2023 alle ore 07:20
Anche perché, dopo aver resuscitato i cartonati, mi girerebbe se Tonio facesse altrettanto coi loro cugini cardinalizi.
E a Torino sarebbero capaci di buttarsi su Pioli, che per carità , ha dimostrato di sapersi evolvere ed ha fatto vedere un bel calcio offensivo in questi anni ma non mi garantirebbe la rinascita.
Anche a me piace molto il calcio proposto da Palladino e, di questo passo, spero che un giorno ci alleni.
Un altro che non mi dispiace per nulla è Dionisi ma credo che, come peraltro Palladino, dalla provincia debba prima fare un passo intermedio per una riconferma.
Per esempio Vincenzo Italiano, nella Terra di Mezzo finocchiona, non sta facendo, al momento, quel salto per diventare un allenatore totale e la sua fase difensiva continua ad essere ancora troppo “emozionante”. Più prosaicamente temo che, malgrado l’arrivo di Giuntoli, l’insipienza dell’organigramma societario e soprattutto della proprietà , al momento possano mettere in difficoltà un giovane e rampante allenatore.
D’altronde dopo aver boicottato Sarri e fatto di tutto per creare problemi al neofita Stagista, è altamente possibile che lo stantio ambiente sabaudo porti all’asfissia un giovane mister, soprattutto se non ha una claque di amichetti che portino avanti la sua agenda.
Tonio Cartonio, oltre ad essere specializzato in rimozione di macerie calcistiche, fa società pressochè da solo per ciò che riguarda l’esterno.
È il Mr White di Quentin Tarantino.
Ad elkann della trattoria dei 100€ non può fregar di meno.tra l’altro in quel periodo andava allo stadio una volta ogni luna blu.
Quello che però non può aver ignorato e’l’abbandono,a torto o ragione di chiches#ia,a ritiro iniziato.
Altro fattore che sicuramente non ignora è la difficile gestione del personaggio Conte anche tenendo a mente quali sarebbero i costi per il salentino.
La mia personale perplessità invece è tattica,nel senso che il Conte visto nelle ultime stagioni non ha proposto granché di nuovo rispetto a quando lascio la juventus ma nel frattempo il football è andato in un’altra direzione ed è per questo che auspico un allenatore che tagli per sempre in maniera netta con qualsiasi barlume di calcio vigliacco.
Il padrone delle ferriere si lega al dito, piccatissimo, la battuta di Tonio sui 20 €…
Tuttavia, e nonostante autorevoli commenti e previsioni di analisti da trullo, peti ed orecchiette, il padrone si piega tranquillamente a Gravina, Il Ceffo sloveno e persino ai caporedattori dei giornali suoi, accettando serenamente un centinaio di euro di danni economici.
Vergogna, blog! Prendervela con povero inutile pupazzo Monociglio quando è il padrone delle ferriere che vive per la Juve H24, hihihihi.
Rido CL7 ….(sempre contro le italiane….sempre sempre sempre….) buonanotte….
Riccardo,
Ti lascio passare l’invettiva sulle italiane…
Sono ancora stupito dalla tua fede in Arnaldi… la tua perseveranza di non sentirti fuori.
Ancora bravo!
altra castroneria di Donnarumma …quel rigore al PSG…al 97 esimo…..mah….
Notare che non ho menzionato mai la parola vincere.
Oggi nel calcio è più importante guadagnare…
Ahi ahi ahi
Il Gerry adesso è stato toccato sui soldi.
20 mln + 10? di incasso degli ottavi sfumati…
Puoi anche perdere sul campo, ma far perdere soldi agli americani è, per così dire, poco raccomandabile…
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Ma se si vuole guadagnare si devono acquistare almeno tre giocatori affidabili e pronti.
Stile mercato Inter.
L’avrà capito Gerry?