In alto i cuori, i calici e i superlativi per Jannik Sinner, vincitore degli Australian Open dopo una romanzesca rimonta contro Daniil Medvedev (remember Stalingrad): 3-6, 3-6, 6-4, 6-4, 6-3.
Tre domande ai gentili Pazienti:
1) Come e dove collocate questa impresa nell’ambito dello sport italiano?
2) Cosa vi ha colpito del Grande Peccatore, e dove può ancora migliorare?
3) Da Piatti a Vigozzi a Cahill: a chi paragonereste, calcisticamente parlando, i suoi allenatori?
Ripropongo la folgorante risposta di Klopp in un’intervista a Repubblica di molti anni fa “Lei fa questo mestiere per arrivare ad allenare la squadra più forte del mondo? “ “No, per batterla”
Nino,
io non penso esattamente questo.
La squadra sabato ha iniziato pure, per quindici minuti, con un certo piglio sebbene disordinato. Aggressioni alte, pressing, non granchè ma non mi è sembrata una squadra svogliata, a parte che giocava in nove e mezzo considerato il ragazzo e il quarantenne professore di calcio messo in difesa al posto di danilo.
Il problema è che al primo inconveniente, la TOTALE mancanza di schemi e di giocate collaudate e l’ordine di scuderia di passare ad un 531 in casa contro una delle peggiori squadre del campionato, per distacco ha reso evidente la assoluta impreparazione della squadra. Che per la cd ase di possessosi regge sulle sgroppate delle mezze ali, le intuizioni e inventiva di cambiasso e qualche lancio del local (per nessuno, perchè il povero DV era perso in mezzo a tre con i compagni a trenta metri).
Un allenatore degno di questo nome, e soprattutto degno di allenare una squadra di vertice, avrebbe optato per una difesa a 4 restituendo un giocatore davanti, visto che lempoli ha fatto mi pare 15 reti ed ha attaccanti mediocri, al meglio.
La Juventus aveva il dovere di provare a vincerla, con personalità, anche a costo di perderla. Che, peraltro, ha rischiato di perderla lo stesso giocando in quel modo atroce dopo l’1-0 trovato per strada.
Pareggiare o perdere in casa con l’empoli è suppergiu la stessa cosa. QUesta partita tornerà a dare a chiunque venga a torino la convinzione che se la possno sempre giocare.
l’espulsione di Milik ha mascherato quello che da 18 minuti era l’andazzo di una partita iniziata svogliatamente, con lentezza, sufficienza, ossia i prodromi di qualcosa di spiacevole che si stavano cercando ed è puntualmente arrivato
i cartonati sono fortunati e scortati però iniziano dal primo minuto a correre e pressare, altro che haalma e sgsgirala
già, mi sa proprio che è l’anno loro. I rigori falliti son valsi 4 punti. Sono i più forti e tutto gli gira pure per il verso giusto. Al momento…..
Quanto alla serie A, per ora la differenza la fanno i rigori falliti da Verona e Violacei.
Gentile Primario
Credo che l’impresa non sia collocabile, semplicemente perchè certi risultati sono stati punti d’arrivo, questo sembra essere un punto di crescita che non sappiamo a che livelli porterà. Per me Sinner può diventare una star mondiale assoluta, come la Pellegrini, o Tomba, per citare due dei nostri.
Sulle altre domande non ho competenze sufficienti.
cioè…1)–ecc ecc
2) Bartali nel ’48 con la vittoria in rimonta al Tour…Oltretutto sventò la guerra civile….
Il più grande capolavoro di Klopp.
Se la gioco senza firmino e Salah.FIRMINO E SALAH.
Aveva assenti anche in panchina ma Liverpool Barcelona fini 4-0
Liverpool: Alisson, Alexander-Arnold, Matip, Van Dijk, Robertson, Henderson, Fabinho, Milner, Shaqiri, Mane, Origi. Subs: Mignolet, Wijnaldum, Lovren, Gomez, Sturridge, Brewster, Woodburn. Barcelona: ter Stegen, Sergi Roberto, Pique, Lenglet, Alba, Vidal, Sergio Busquets, Rakitic, Messi, Suarez,Coutinho.
Questa partita è l’ennesimo esempio per chi bestemmia che senza avere giocatori superiori all’avversario l’unica soluzione è il contropiede o per chi bestemmia dicendo che senza campioni un certo tipo di calcio non lo puoi fare.
Vincere non è l’unica cosa che conta o almeno era vero negli anni’60.
Cartesio
Concordo.
Il Liverpool sostituirà Klopp con un tecnico che magari avrà idee tattiche diverse ma che non prescindera’da quello che il trade mark dei reds e cioè l’idea di un calcio coraggioso.