L’Inter è più forte e anche per questo – al di là dell’autogol di Gatti – ha vinto. Di corto muso, a dar retta allo scarto; molto di più, se consideriamo il palo esterno di Calhanoglu – the best, con Pavard e Mkhitaryan – e le due paratone di Szczesny su Barella e Arnautovic. Inzaghi è il più moderno degli allenatori antichi; Allegri, il più antico degli allenatori moderni. Mai che faccia la prima mossa, contro certi avversari; Inzaghino, lui, una volta in vantaggio magari si rannicchia un po’ troppo, ma anche perché dispone di transizioni e contropiedi al curaro.
Direte: gran partenza della capolista, d’accordo, ma se sul coast to coast di McKennie Vlahovic non sbaglia lo stop, cosa avresti scritto? Sì, ma vogliamo parlare del «miracolo» di Bremer su Thuram? L’Inter ha afferrato la partita per la gola, la Juventus ha sistemato il canonico pullman, dal quale usciva di rado, alla ricerca di un Yildiz non perduto, ma dimenticato. Come spesso succede, il destino ha scelto un periodo di relativa calma per infliggere la pugnalata fatale: spioventino di Barella, corpo a corpo tra Thuram e Gatti, do di petto dello stopper.
Se il primo tempo è stato noioso, il secondo è stato più mosso, più equilibrato. Costretto a recuperare, Allegri attacca. Non con procedure capaci di strappare il tifoso dal sofà , se non in un paio di casi, ma attacca. E cambia. Persino Alcaraz, agli sgoccioli. E addirittura Miretti. Naturalmente, Chiesa: un po’ spalla del serbo, un po’ ala, ombra del miglior sé stesso. Una valigia dimenticata in deposito. La copertina se l’erano presa Martinez e Vlahovic: il film, in compenso, è stato di altri. Di Sommer non rammento un intervento, al di là dei rischi che le mischie seminano, comunque. Più 4 con un’Atalanta in meno: lo scudetto ha un indirizzo. Imploso il Napoli, quello noto.
Scritto da Robertson il 6 febbraio 2024 alle ore 11:13
ma infatti, qualcuno dovrebbe spiegare al Cialtrone che il suo 532 , a volte 5311, non lo faceva nemmeno Scala ai tempi del Parma
Il dato diventa clamoroso se si guarda all’esperienza in Champions: sugli 11 titolari in campo domenica sera l’Inter vince con 393 presenze contro 291 nella massima competizione. Ma attenzione, perché i numeri sono ancor più impressionati se scorporati al loro interno: sul totale di 291 presenze, in tre della Juve ne assommano ben 190 (di cui 68 Szczesny, un portiere, 62 Danilo e 60 Rabiot) mentre sei giocatori di movimento si fermano a meno di 10 e due di questi ne hanno zero. Solo uno dell’Inter, Thuram, era invece sotto le 20 presenze in Champions (14).
poi si può prenderli davanti o anche ne didietro…. ma i dati son dati
No Drastico, non è solo questione di allenatore, ma in primis di società . Con una società diversa questo allenatore con tutti i suoi limiti ci ha portato lustro in Italia ed in Europa, con titoli e finali e partite memorabili (Dortmund, Real, Barcellona, Atletico Madrid), ed anche sconfitte cocenti come le due finali giocate contro le due squadre più forti al mondo in quel momento/, Bayern ed Ajax .
Ora sta accadendo all’inter….. trova la differenza o il perché….
Giuntoli è un onesto ragioniere, che deve rimettere a posto il bilancio con un spending review sanguinosa, ha il ruolo che ebbe un certo Enrico Bondi davanti al crack Parmalat.
Ogni tanto ha il culo di scovare qualche buon giocatore che nell’ambiente Ideale diventa un campione.
Sartori ha competenze calcisticamente elevate rispetto a Giuntoli e costruisce dal basso basi solide per avere grandi squadre.
Marotta coniuga competenze economiche e calcistiche. Sa comprare e vendere sapendo che non ci rimette mai. Mikhitarian e Chalanoglu ne sono gli esempi, gente che voi scartereste, ma che domenica sera ci hanno fatto il culo. Non solo Allegri, non solo Inzaghi.
Realtà , pura e solida realtà .
Scritto da Alex drastico il 6 febbraio 2024 alle ore 11:33
con le medio grandi per ora ha perso solo con i mangiapipistrelli domenica e battuto milan roma lazio e napoli
Viscidoff
Marmotta ha vinto uno scudetto in cinque anni giusto perché è andato a strisciare da conte che a Torino gli aveva pure messo le mani addosso.strisciare è la parola giusta perché conte gli ha pure detto chi prendergli senza se e senza ma explicit se n’e’andato appena raggiunto il suo obiettivo e cioè inchiappettarsi agnelli.
Quest’anno la serie A fa ridere i cani e l’inda nonostante ciò vincerà solo perché la juve ha il cialtrone in panchina.
Questo è marotta.
Indubbiamente provo una certa soddisfazione nel vedere come i tifosi gobbi non siano proprio strutturati fisicamente e psicologicamente per sopportare di essere messi sotto in questo modo da un’altra squadra tra i confini nazionali.
La sequela di scuse che vanno accampando circa la loro incapacità di stare davanti, comprende i giocatori della loro squadra descritti prima come guerrieri invincibili ora come scarsissimi brocchi, il loro allenatore che da saldo condottiero di cortomusisti diventa un irriducibile catenacciaro di cui vergognarsi,
Prosit!
*troppo
ragazzi, e su, ma ci vuole coraggio a parlare di gol presi in contropiede dopo aver visto come ha pareggiato l’empoli. dai, ma di cosa stiamo parlando? davvero l’idea è che non possiamo giocare un calcio più aggressivo e coraggioso perchè ci esporremmo troppi alle ripartenze? davvero stiamo dicendo questo? e davvero lo stiamo dicendo, ripeto, dopo aver visto come ha pareggiato l’empoli e come siamo andati sotto a san siro?
…giocandosi….
Su Inter-Juventus: l’Inter ha vinto la partita in virtù di una superiorità tecnica a centrocampo, innegabile, oltreché sulle fasce. Mikhitarian, il turco e Barella, non sono avvicinabili a Rabiot (in fase calante) Locatelli, MC kennie. Gli attaccanti sono stati controllati abbastanza bene. Lautaro si è sacrificato impedendo la costruzione a Locatelli. Il gol è stato frutto di un errore di Locatelli e di posizione di Gatti. Sulle fasce hanno fatto i loro comodi, noi oramai un terzino sinistro degno di questo nome non lo abbiamo da anni.
Poi certamente ci sono gli errori di Allegri: la difesa a quattro, dopo che giochi tutto il campionato a tre non la inventi in 15 minuti di intervallo, ma giocare con Yldiz, dietro chiesa e Vlahovic si doveva fare. Ma nella testa di Allegri c’era la speranza di perdere e spegnere gli entusiasmi da scudetto che erano nella testa di tutto il gruppo. La società ha chiesto il rientro il Champions e lui obbedisce. Ora si rischia che tutti mollino visto l’obiettivo ridimensionato: chi pensa all’europeo, chi pensa di andarsene. Se pur raggiungessimo la Champions non abbiamo risorse tecniche ed economiche per affrontarla seriamente. Non si può andare in Champions con giovani di belle speranze e qualche mezzo fuoriclasse.
La Juventus con questa dirigenza non è attrattiva, l’Inter oggi si. Ed il fattore comune è Marotta, di cui si può dire tutto nel bene e nel male, ma ha reso l’Inter oggi ciò che la Juve era ieri. L’errore di tutti gli errori è stato quello di lasciarlo andare via, dando in mano la nave a Schettino -Paratici, ed oggi e nel futuro ne pagheremo ancora le conseguenze. Partito Marotta, si dovevano puntare i fari sull’uomo del miracolo atalanta, quel Giovanni Sartori, che sta ricreando lo stesso copione a Bologna.
Ammesso e non concesso che lo scudetto sia perso, le cose sono due: o si cambia modulo e mentalità giovandosi il tutto per tutto, oppure cominciare a costruire per il prossimo anno, esonerando Allegri e mettere un allenatore libero quale Conte o Zidane che riapra un nuovo ciclo.
Lo fece il Milan con Pioli proprio in questo periodo di qualche anno fa. Il campionato successivo fu scudetto.